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L'amore visto con silenzio. Un film meraviglioso che termina in uno dei finali più belli di sempre, silenzioso, straziante. Non mi sono ancora ripreso da quell'ultimo "Su-Ki-Da" silenzioso. Aoi Miyazaki una dea, come sempre.
Su-ki-da è l'estremizzazione delle componenti tipiche del cinema nipponico, prime fra tutte il minimalismo. Immagini statiche e lunghi silenzi, lo spazio al dialogo è limitato all'essenziale: l'atmosfera sospesa nel tempo e l'espressione del volto dei due ragazzi comunicano già di per se. Ed ecco che da subito ci viene mostrata una splendida fotografia, l'elemento estetico fondamentale nella cinematografia giapponese. Meravigliose inquadrature del cielo ci vengono proposte fra una scena e l'altra, ma il film è gia "celeste" di suo: i protagonisti si distaccano da tutto ciò che è terreno, per fuggire lontano dalla realtà, rintanandosi nel sogno. Una nota va anche alla recitazione impeccabile.
Peccato che questa splendida forma di cinema, se unita ad una storia d'amore come in Sukida, può risultare piuttosto pesante, perlomeno per lo spettatore medio. Per tutti gli altri è un capolavoro.