Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Strade perdute è un psico-noir di alto livello. Linch ci regala un film di difficile comprensione, che può lasciare perplessi, confusi e anche un pò arrabbiati alla fine, ma che in un secondo momento, dopo aver metabolizzato la storia e rimesso a posto determinati tasselli, ha una sua logica e spiegazione (opinabile dopo due minuti visto che è Linch...).
Di questo film si apprezzano gli ambienti claustrofobici, come il corridoio della casa, le curatissime scenografie e le riprese sempre particolari. La colonna sonora è bellissima e alcune scene ti mettono i brividi da quanto sono perfette. Risulta un pò lento in alcuni tratti e allora ci si può concentrare sulle ambientazioni e la cura dei particolari.
I protagonisti sono perfetti, l'Arquette dark-lady è decisamente intrigante, Bill Pulmann, anche se sparisce per metà film, quando è presente rimpie la scena. Tutti gli altri ruotano ottimamente nel meccanismo.
Il difetto di Linch, se difetto può essere, è che non ci si può distrarre un attimo, ogni secondo è un input, un indizio che non si può trascurare. E come Moullholand Drive anche questa pellicola può lasciare aperte diverse interpretazioni, anche se, rispetto al citato film, l'ho trovato meno accattivante.
Sicuramente da vedere, magari non a ora tarda..... (voto 7.5)