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Atmosfere noir e profondamente pulp, un megafumettone in bianco e nero preso e spiaccicato letteralmente sulla pellicola: Frank Miller e Robert Rodriguez riescono a fare esattamente questo. Incredibile lo stile alla regia (Rodriguez da questo punto di vista ha veramente talento da vendere) ed una tecnica di montaggio che fa facilmente intuire che anche quando non c'è, a Tarantino (del quale c'è questa volta anche lo zampino registico, in una sequenza a dir poco surreale ma assolutamente - come sempre - geniale) quando si sfocia nel pulp bisogna sempre pagar dazio. Questo viaggio traboccante di violenza nei bassifondi di Basin City sembra non avere né inizio né fine, avvolge lo spettatore facendogli a poco a poco scoprire e dipanare la trama abilmente intessuta, farcita di citazionismi, sport preferito del mentore di Rodriguez, presenti nelle forme più varie (andando a pescare dalle fonti più disparate, dal Bardo a Star Trek) che non risultano mai inopportuni. Ottima interpretazione degli attori, un po' meno quella delle attrici (ma gente come Jessica Alba non viene propriamente arruolata per le grandi capacità interpretative), la fotografia è assolutamente da urlo, ed il film se pecca in qualcosa è più che altro qualche tocco di ripetitività che si può rilevare durante le due ore di film. Tolto questo, la visione è caldamente consigliata.