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Dopo i recenti nonché sbalorditivi ritrovamenti dei fossili dello Sharktopus sulle coste messicane, era doveroso omaggiare tale creatura sul grande, ma che dico grande, sul piccolo schermo. Esperti collocano la sacra bestia nel Mesozoico, antenato sia dello squalo che del polipo che del calamaro che del serial killer. Ma veniamo al film di O'Brien, regista di cui sentiremo parlare. Difficile trovare difetti ad un'opera di tale spessore.
La trama? La Marina Militare (credo, troppo difficile stare dietro a ogni dettaglio) ha creato questo mostro genetico come arma, infatti possono controllarlo, questo finché non si rompe l'apparecchiatura ingombrante che lo Sharktopus ha applicata sul dorso. L'obiettivo ora è catturarlo. Il suo creatore assieme alla propria figlia ha l'obbligo di riprenderselo vivo, ma come farlo senza il contributo di Andy Flynn: un ragazzo muscoloso che vuole essere pagato per quanto vale. Il padre della bi-bestia manderà quindi la propria indifesa figlia insieme ad Andy, alla ricerca dello squalotopus, a bordo di un motoscafo scoperto, incurante del pericolo; chi altro dei suoi valorosi uomini avrebbe potuto svolgere il complicato ruolo della ragazza? Cioè: guardare il radar? Nessuno. Inizia così la caccia al Octoshark, animale che non uccide per fame, ma per divertimento...
Vogliamo parlare degli effetti speciali? Ah ecco non ne vogliamo parlare eh, che poi non ce ne sarebbe bisogno, basti calcolare la nomination agli Oscar 2010. Si sono permessi persino il lusso di tentacoli artigianali nelle inquadrature vicine.
Vogliamo parlare degli attori? Eccezionali. Le loro reazioni alla vista del mostro sono credibilissime, una su tutte quella dell'uomo con il figlio che gli fa notare lo squalo avvinghiato con i tentacoli nel legno; il suo "Oh my God!" è spontaneo e sincero come i grandi attori di hollywood non sono mai riusciti a fare. Sono sicuro che sentiremo parlare anche di lui.
E il ritmo? Che ritmo ragazzi. Dimenticate le varie lotte con presenze centellinate tra Mega Shark e Octopus giganti, tra Boa e Pitoni, tra Supergator-Mega Piranha-Predator-Komodo o chi per loro; qua lo Sharktopus è protagonista indiscusso, con una frequenza davanti alla telecamera costante e appagante.
E che dire delle decine di vittime che si lascia alle spalle? Si passa, attraverso le sue dimensioni variabili (si, caratteristica dello Sharktopus è aumentare o diminuire a suo piacimento la grandezza di corpo e arti), da uccisioni in acqua a quelle in volo e a quelle a terra (si, caratteristica dello Sharktopus è la possibilità di spostarsi su superfici solide grazie ai tentacoli), da uccisioni animalesche fino alla minuziosa morte con preciso taglio alla gola per mezzo di un tentacolo gigante. Ma il nostro eroe, nonostante i proiettile rimbalzino su di lui, non può nulla contro il grande Andy Flynn armato di una sorta di bastone.
Il miglior film della Asylum (perché è della Asylum vero?). Divertimento assicurato. Capolavoro inequivocable, senza se e con molti ma.
Attenti voi che andate al mare. Guardate bene. Attenti alle pinne. Attenti ai tentacoli. Attenti nell'acqua. Attenti sulle rocce. Attenti sulla terra ferma. Attenti nei ristoranti. Attenti a molte cose. Attenti allo SHARKTOPUSSSSSSSSSSS!