sei gradi di separazione regia di Fred Schepisi USA 1993
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sei gradi di separazione (1993)

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locandina del film SEI GRADI DI SEPARAZIONE

Titolo Originale: SIX DEGREES OF SEPARATION

RegiaFred Schepisi

InterpretiStockard Channing, Will Smith, Donald Sutherland, Ian McKellen, Mary Beth Hurt, Bruce Davison

Durata: h 1.52
NazionalitàUSA 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1993

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Trama del film Sei gradi di separazione

Un giovane di colore, Paul, ha la capacità di suscitare l'interesse delle persone trattando un qualsiasi argomento. Grazie a questa sua capacità, incanta alcune famiglie benestanti riuscendo così a farsi ospitare nele loro belle case..

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Voti e commenti su Sei gradi di separazione, 40 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  31/01/2014 12:35:05
   5 / 10
Visto per la prima volta dieci anni fa e, aspettandomi una semplice commedia, ne rimasi altamente deluso. Non ci capii nulla ed era completamente diverso da come l'avevo immaginato.
Prima di commentarlo ho voluto ridargli una seconda chance ma dopo dieci anni, nonostante ne abbia compreso meglio contenuti e significati, rimango comunque della stessa opinione.
Non colpisce nè la drammaticità della vicenda nè lo humour di sottofondo che la compone; i personaggi sono talmente fuori dal mondo da non risultare mai credibili, lo stesso vale per i dialoghi ed i comportamenti stessi dei protagonisti. La regia anche è troppo piatta al punto che risulta molto difficile farsi coinvolgere minimamente.

Le uniche cose che alla fine rimangono impresse sono primo l'aspetto elegante della confezione, e secondo la buona interpretazione di Will Smith (che rimane impressa più che altro per il suo distaccarsi dallo scemotto del principe di Bel Air).
Per il resto il film è una palla, poco da fare. Materiale del genere è buono per il teatro, non per il cinema.

Non comprenderò mai il suo successo di critica e pubblico.

e 82  @  03/02/2011 17:44:54
   5 / 10
Il mio parere sul film si avvicina molto a quello che ha espresso Alexiel nel suo commento.
Una parodia, basata su stereotipi di inizio anni ‘90 riguardo ai "borghesi".
Le uniche parti che ho trovato interessanti sono le analisi artistico-letterarie: ad esempio la tesi sul romanzo Il giovane Holden.
Per il resto, l'omofobia della coppia borghese, il distacco tra loro e i figli, le insoddisfazioni, la superficialità che riempie le loro vite… le ho trovate davvero stereotipate, quasi come nei film alla Eddie Murphy!

Alexiel  @  19/03/2009 18:25:44
   1 / 10
Trovo questo film orrido, veramente orrido. Non solo è poco scorrevole, privo di senso come fosse un esercizio cinematografico e totalmente abulico; ma tutta la vicenda si conclude in modo così sciocco e talmente idiota negli episodi e nelle considerazioni dei protagonisti, che finita la visione l'unico desiderio che rimane è quello di affacciarsi alla finestra ed accorgesi che il mondo non somiglia per nulla a quello descritto nel film, che è solo fantascienza sociale.
La banalità e la mediocrità che doveva contraddistinguere i personaggi della pellicola in contrapposizione al protagonista, finisce col soffocare anch'esso in un susseguirsi di siparietti che tendono unicamente a mostrare i vari spunti razzisti, omofobi, superficiali, materialisti dei vari individui presenti nel racconto, in una visione che mette su un piedistallo la "purezza" del folle e sensibile Will Smith che tuttavia non è tale, perchè non vi è nulla di puro o di positivo in lui come non vi è negli altri. Anzi, si ritrova ad essere al centro di vicende che lo vedono totale carnefice di sè e di chi ha intorno.
Non è possibile apprezzare film come questi, non è proprio possibile. Si scambia la stupidità con la quale viene avvolto lo spettatore durante tutto il film con chi sa quale vento filosofeggiante proveniente dalla pavoneggiata genialità dell'autore, che genio non è.
Non basta la presenza di attori di un certo calibro a sollevare le sorti di questa indecenza cinematografica. E non bastano gli sciocchi intenti di penetrare l'animo umano, una certa visione sociale, o solamente il voler donare delle considerazioni che siano limitatamente profonde su qualcosa o qualcuno.
A questo aggiungo la personale constatazione sulla frase presente nel film che fa anche da titolo alla pellicola, ossia i 'sei gradi di separazione' che dividerebbero/legherebbero ogni uomo da qualsiasi altro.
Bè c'è da dire che tralasciando l'irrealtà della tesi espressa, i sei gradi di separazione che dividono un individuo dall'altro diventano infiniti gradi. Questo perchè se l'obiettivo è raggiungere il sesto grado e risalire la ragnatela sino al primo, allora questo stesso sesto gradino verso chi cerchiamo diventa a sua volta obiettivo che è distante da noi - appunto - sei gradi di separazione. E questo non solo vale per ogni 'grado di separazione', ma vale per il grado di separazione necessario all'avvicinamento ad ognuno dei sei gradini, che quindi vedono un aumentare esponenziale da un grado all'altro di un obiettivo all'altro portando ad un moltiplicare per sei all'infinio, cosa limitata unicamente dal numero di esseri umani viventi sul pianeta terra.
Insomma, tanto per definire ulteriormente l'assennatezza di tutta l'opera.

E' un film insensato, e proprio per questo riconosciuto erroneamente da molti come pellicola profonda che viene accostata a importanti riflessioni ed elitarie considerazioni sull'uomo e la società. Ma così non è.

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Ultima risposta 01/07/2009 14.53.42
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