Agnese, sedici anni, viene sedotta dal fidanzato della sorella Matilde. Il babbo pretende le nozze riparatrici, ma il seduttore nicchia. Costretto con le maniere forti, quando l'uomo accetta è Agnese a rifiutare. Il gentore non demorde e la giovane minaccia di rinchiudersi in convento.
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Detto ciò il film è il giusto "seguito" di quel capolavoro che è "Divorzio all'italiana", incentrato questa volta sull'integrità morale piuttosto che sul delitto d'onore, in una Sicilia sempre più macchiettistica.
L'eccessivo sarcasmo e la mancanza di una leggenda come Mas*****nni privano la torta della sua ciliegina. Saro Urzì giganteggia.
"L’uomo ha il diritto di chiedere, la donna il dovere di rifiutare".
Un film feroce e acuto sul concetto distorto di onore e di rispettabilità nella Sicilia anni 60 (e forse ancora attuale), dove il maschio coinvolto in un rapporto extraconiguale è un seduttore, e la donna, svilita d’importanza al ruolo di silenzioso soprammobile, nient’altro che una vergognosa *******. La critica sociale di Germi è spietata e centra l’obiettivo, dando qualche volta l’impressione di calcare esageratamente la mano.
Una storia da guardare tutta d’un fiato che non prevede pause nel suo frenetico sviluppo, che si poggia sulle solide spalle di un cast eccellente: tutti bene nella parte, dal simpatico caratterista Leopolodo Trieste alla finta svampita Stefania Sandrelli, ma un gradino sopra tutti è l’eccezionale protagonista, che prima d’ora avevo visto sempre in ruoli secondari.
Giù il cappello per la superba interpretazione si Sarò Urzi, strepitoso per come riesce a rendere la disperazione del mas**** si**** (d’un tempo) ferito nell’orgoglio e nell’onore.
Film-denuncia sull'arretratezza culturale della Sicilia più profonda e conservatrice.
Il film è uno straordinario mix di comicità e dramma umano fusi insieme come una sola cosa. La Sandrelli è b-e-l-l-i-s-s-i-m-a con i suoi 18 anni, ma anche brava. Tutti i personaggi sono fenomenali, da Peppino (Puglisi) a Buzzanca, da Urzì (premiato anche a Cannes di quell'anno come miglior attore) al Barone decaduto.
Forse leggermente troppo lungo, andava sforbiciata qualche piccola scena, ma non sono nessuno per correggere Germi.
Tante, purtroppo, le macchiette e gli stereotipi degli italiani, che con questo film di successo si sono consolidati, ma va bene così.
Esilarante la scena in cui escono dalla pretura facendo finta che sia andato tutto per il meglio e, non appena chiuso l'uscio di casa, giù botte da orbi. Oppure la scena in cui invitano a pranzo il Barone e pensano di non aver fatto un pranzo alla sua altezza (quando lui praticamente moriva di fame).
Però c'è spazio anche per riflettere e lo si fa a denti stretti.
Un film su una vecchia immagine di un paese della Sicilia con la rappresentazione di una storia tra due giovani a cui segue il cosiddetto "matrimonio riparatore" per apparire bene di fronte agli occhi dei cittadini del paese. Un comportamento ipocrita da parte di un padre per far si che non sia rotto "l'onore" della sua famiglia.