sedotta e abbandonata regia di Pietro Germi Italia 1964
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sedotta e abbandonata (1964)

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locandina del film SEDOTTA E ABBANDONATA

Titolo Originale: SEDOTTA E ABBANDONATA

RegiaPietro Germi

InterpretiStefania Sandrelli, Saro Urzì, Aldo Puglisi, Lando Buzzanca, Lola Braccini, Leopoldo Trieste, Umberto Spadaro, Paola Biggio, Rocco D'Assunta, Salvatore Fazio, Oreste Palella, Lina Lagalla, Gustavo D'Arpe, Rosetta Urzì, Roberta Narbonne, Vincenzo Licata, Attilio Martella, Adelino Campardo, Italia Spadaro

Durata: h 2.05
NazionalitàItalia 1964
Generecommedia
Al cinema nel Novembre 1964

•  Altri film di Pietro Germi

Trama del film Sedotta e abbandonata

Agnese, sedici anni, viene sedotta dal fidanzato della sorella Matilde. Il babbo pretende le nozze riparatrici, ma il seduttore nicchia. Costretto con le maniere forti, quando l'uomo accetta è Agnese a rifiutare. Il gentore non demorde e la giovane minaccia di rinchiudersi in convento.

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Voto Visitatori:   8,33 / 10 (32 voti)8,33Grafico
Migliore registaMigliore produttore (Franco Cristaldi)
VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore regista, Migliore produttore (Franco Cristaldi)
Miglior attore (Saro Urzì)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Saro Urzì)
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Voti e commenti su Sedotta e abbandonata, 32 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  06/02/2022 21:23:17
   7½ / 10
Iconica commedia nera che prende in giro in maniera riuscita e divertente alcuni degli stereotipi siciliani su temi quali l'onore, il matrimonio, la famiglia. La cosa che in assoluto più mi ha sorpreso di questo film è che per la prima volta in vita mia non ho trovato Stefania Sandrelli insopportabile, vorrei dire che è quasi brava: evidentemente si è giocata tutte le migliori cartucce da giovanissima per poi campare di rendita.

Ma è un po' tutto il film a funzionare bene, gli attori sono tutti bravi con particolare menzione per Saro Urzì, la sceneggiatura è coinvolgente, ironica, intelligente, c'è un buon ritmo e le quasi due ore non si fanno sentire, anche se ho trovato l'ultimissima parte un po' troppo dilatata. Affascinante anche la colonna sonora.

Indubbiamente un film iconico che rappresenta, seppur in maniera ironica, un pezzo di tradizione italiana (e mi sa neanche troppo lontano dalla realtà).

7219415  @  05/01/2022 09:31:09
   8 / 10
Ottima commedia

AMERICANFREE  @  04/01/2022 23:20:13
   8 / 10
Un grande film diretto dal maestro Germi. La storia di una famiglia siciliana ambientata negli anni 60. Grandissima recitazione con uno straordinario Urzì. Da vedere

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  15/07/2020 18:56:02
   8 / 10
Con ironia, nonostante il tema sia tutt'altro che leggero, il film di Germi mostra l'Italia dell'altro ieri, una Italietta provincialotta e sciocca, col suo solito malcostume e i soliti vizietti. Grande film.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/05/2020 23:10:38
   9 / 10
Il vero protagonista della pellicola è Saro Urzì, che sforna una favolosa prestazione sul grottesco, con la quale cattura in modo magnetico lo sguardo e l'attenzione. Poi si ricorda Leopoldo Trieste, anch'egli maschera grottesca. Curiosamente passano in secondo piano i due giovani, per quanto decisamente bravi. Film forse meno graffiante rispetto all'ottimo Divorzio all'italiana, ma parimenti imperdibile.

Scritto dagli ottimi Age & Scarpelli con Germi da un soggetto del grande Luciano Vincenzoni. Musiche di Carlo Rustichelli

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/08/2016 23:42:32
   8½ / 10
Sedotta e abbandonata si muove apparentemente sulla falsariga di Divorzio all'italiana. In quel caso il delitto d'onore diventava il grimandello per uscire da una situazione coniugale sgradita. In poche parole un modo per affrettare il "finche morte non vi separi". Qui invece ci troviamo di fronte all'onore in tutte le sue sgradevoli sfaccettature. In nome del mantenimento dell'onore e della rispettabilità della famiglia viene commesso di tutto e di più, ma malgrado i sotterfugi tutto deve essere esposto e ratificato pubblicamente in virtù dell'onore e della rispettabilità che deve essere mantenuta integerrima. Quindi il film di Germi si muove più incisivamente nei territori del grottesco e dell'eccesso, i personaggi mostrano ognuno il loro aspetto più meschino e ipocrita. La povera protagonista si ritrova quindi a subire gli eventi, nemmeno quando cerca di sottrarsi alle trame del padre (un bravissimo Urzì, che con Germi dava sempre il meglio e qui sicuramente la sua migliore interpretazione). La donna semplicemente non conta nulla. Un ritratto virulento sulla Sicilia e sull'Italia dell'epoca.

fabio57  @  29/05/2016 16:41:46
   9 / 10
Capolavoro assoluto di un regista straordinario, che come pochi ha saputo descrivere così efficacemente e coloritamente la società italiana degli anni 60,in modo particolare la provincia siciliana.Germi con mano ferma,dipinge le aberrazioni di un mondo afflitto da una arretratezza atavica,dove l' illibatezza di una ragazza è un valore assoluto,per il quale si mobilita una intera famiglia.I toni e il tratto sono grotteschi, ma non per questo meno realistici.Spietato e cinico,racconta le meschinità e le ipocrisie di una comunità che lungi dal crescere socialmente è arroccata su arcaici concetti di "onore" e "dignità "Sarò Urzi superlativo,il film è una pietra miliare della cinematografia nostrana.

pak7  @  23/05/2015 09:56:31
   9 / 10
Quando l'onore di una famiglia e la dignità del suo nome contava più di tutto il resto.
Mezzo gradino sotto rispetto allo splendido Divrozio all'italiana. Germi firma un altro capolavoro senza tempo, una sceneggiattura spumeggiante e attori in linea con gli standard di un tempo (insomma erano di un altro livello).

Goldust  @  14/11/2014 15:05:12
   8 / 10
Dopo aver visto Divorzio all'italiana e Signore e Signori con questo film concludo la trilogia di Germi riguardante l'ipocrisia della provincia italiana. Lo reputo un gradino sotto rispetto agli episodi sopra citati, a causa di una fluidità di racconto che specialmente nell'ultima parte si fa un pò difficoltosa, ma è comunque la più feroce, caustica e cattiva tra le pellicole di "denuncia sociale" firmate dal regista, che diviene addirittura spietata quando scandaglia la condotta ipocrita di una comunità ( che va detto oggi non esiste quasi più ) che non esita a sacrificare la propria unione famigliare pur di riuscire a conservare una immacolata rispettabilità di facciata.
Il lavoro di Germi prosegue quindi nel solco di quelli precedenti, con la denuncia delle storture legislative, la forte connotazione religiosa e l'esaltazione di funzionari statali ( forze dell'ordine, magistrati ) coraggiosi ed indefessi, che sono perlopiù alle prese con povertà di mezzi ed ostiche se non disperate situazioni ambientali. Ma se il film mi resterà cristallizzato a lungo nella memoria sarà soprattutto per le figure del caricaturale Don Vincenzo Ascalone di Saro Urzì, grande come al solito nel cogliere tutte le sfumature possibili che il personaggio gli offre, e l'indifesa Agnese della Sandrelli, giovanissima ma già pericolosamente conturbante.

Lory_noir  @  09/07/2013 21:55:33
   9 / 10
Un affresco brillante del panorama del sud italia di quegli anni, anche se alcune realtà sono ancora anacronisticamente bloccate a queste situazioni. Come le più grandi commedie fa ridere per tutto il tempo, ma alla fine ti lascia l'amaro in bocca ed è come un pugno nello stomaco. Straordinario.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  29/11/2012 00:19:16
   9 / 10
Grandissimo film di Pietro Germi, pieno di uomini ripugnanti e meschini e di donne assoggettate alla logica della follia dell'onore. E'una critica terribile alla Sicilia dell'epoca, dove tutto quel che si vede nel film accadeva veramente. La commedia funziona benissimo grazie ai personaggi eccezionali (Buzzanca è da oscar, come Urzì) ma l'accusa è veramente forte (soprattutto verso quella legge, che resisterà altri 20 anni, che ha permesso a questa mentalità di sopravvivere tanto a lungo)

Oskarsson88  @  20/09/2012 13:22:02
   8 / 10
Gran bella tragicommedia grottesca, che sulla falsa riga di Divorzio all'italiana, mostra ancora una volta l'arretratezza del mondo meridionale, senza contare la paradossale legge del "matrimonio riparatore" che verrà abolita solo nel 1981. Interessante culturalmente, divertente, intrecciato e rumoroso. Un degnissimo secondo capitolo della trilogia!

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  01/08/2012 18:34:43
   9 / 10
Un Germi particolarmente ispirato dirige subito dopo il suo sublime capolavoro "Divorzio all'italiana" (1961) una esplosiva commedia, ricca di gusto e di ironia, interpretata da Saro Urzì, Stefania Sandrelli e Aldo Puglisi: "Sedotta e abbandonata". Scritta con la collaborazione di Luciano Vincenzoni e del celebre duo Age & Scarpelli, la pellicola prende ancora una volta luogo in Sicilia, in un villaggio particolarmente pittoresco e macchiettistico, dove il senso dell'onore figura in ogni individuo, in modo quasi grottesco, e dove non c'è spazio per la razionalità. La trama si apre su scenari sempre molti ampi, dando comunque anche l'idea forte del tragico e del triste, come possiamo vedere nella figura dell'Agnese, una ragazza appena quindicenne che viene messa in cinta dall'ipotetico cognato Peppino. Gli attori danno interpretazione a dir poco strepitose, su tutti Urzì che domina davvero la scena, ma c'è spazio sempre maggiore per una grandissimo Lando Buzzanca, che riesce ad infondere al suo personaggio un senso di indecisione e di spensieratezza unico. La colonna sonora sublime di Rustichelli fa il suo mestiere e Germi realizza il tutto con accuratezza, lucidità ed ironia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/07/2011 00:30:06
   7½ / 10
Dopo il successo di "divorzio all'Italiana" il bravo Germi torna in Sicilia dove raccoglie ancora una volta le usanze e i cliche' di questa terra che resta indietro rispetto al resto della penisola!
Questo è causato proprio dalla chisura mentale dei Siciliani che pensano solo alla "facciata" sociale e all'onore...quell'onore che rischia di crollare nella famiglia in questione e il grande Saro Urzi è l'esempio perfetto dal padre padrone in crisi d'onore!
Divertente e riflessivo...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  18/05/2011 11:04:01
   7½ / 10
Ideale seguito di Divorzio all'italiana anche questa commedia di Germi ci offre un'immagine macchiettistica e caricaturale della Sicilia dovo onore e rispettabilità prevalgono sui desideri personali.
Un film solido, ben scritto e con interpretazioni straordinarie.
Un po' acerba la Sandrelli ma davvero splendida.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  13/03/2011 12:32:38
   8½ / 10
Altro gran film del periodo d’oro del cinema italiano.
Una pungente e ironica commedia che illustra magistralmente l’Italia del sud bigotta e conformista dell’epoca.
Il delicato faccino della Sandrelli si presta alla perfezione per il ruolo di Agnese, la bella sedicenne disonorata. Ma quanto era bella?

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  18/10/2010 10:23:40
   8½ / 10
Lo stile di Germi era avanti di anni.

Detto ciò il film è il giusto "seguito" di quel capolavoro che è "Divorzio all'italiana", incentrato questa volta sull'integrità morale piuttosto che sul delitto d'onore, in una Sicilia sempre più macchiettistica.

L'eccessivo sarcasmo e la mancanza di una leggenda come Mas*****nni privano la torta della sua ciliegina. Saro Urzì giganteggia.

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Ultima risposta 18/10/2010 10.24.36
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benzo24  @  07/09/2010 14:34:06
   10 / 10
capolavoro di germi. cast spettacolare con un trio veramente favoloso tra cui spicca uno straordinario urzì, buzzanca e puglisi sono fantastici e la bellezza della sandrelli completa il quadro. inoltre regia e fotografia sono perfette.

pinhead88  @  28/08/2010 14:27:16
   8 / 10
Altra splendida pellicola del maestro Germi e uno dei maggiori vertici del cinema italiano. Il vero protagonista della pellicola è Saro Urzì, interprete purtroppo sempre affidato a seconde parti, ma che riesce a sfornare una magnifica prestazione sul grottesco, con la quale riesce a catturare in modo magnetico lo sguardo e l'attenzione. Poi si ricorda Leopoldo Trieste, altra maschera indimenticabile. Insomma, un cultissimo da riscoprire.

KOMMANDOARDITI  @  27/05/2010 23:24:22
   9½ / 10
In Italia si contano sulle dita di una mano quei "metteur en scene" capaci di creare opere grandiose e sempre attuali in grado anche di essere recepite ed apprezzate da chiunque, senza distinzioni sociali e culturali.
Germi è stato, assieme ad altri registi quali Bava e Risi (Dino), uno dei pochi a realizzare capolavori, pellicole immense ed universali, senza mai però cedere alla tentazione di immergersi in criptici intellettualismi o elitarie preclusioni verso il grosso pubblico. Ecco perchè le sue opere sono e saranno sempre fruibili a 360 gradi, al contrario di altre, di pur pari livello artistico, perenne esclusiva dei cosiddetti appartenenti alla casta dei "cine-pasionari". Purtroppo però l'autore ligure non ha mai goduto, nel nostro Paese, della stessa considerazione tributata a personalità come Rossellini, De Sica e Antonioni. Non per altro la versione del film da me visionata è quella rigorosamente restaurata d'importazione USA, dal momento che, da noi, circola ancora la vecchia copia spuntinata e scolorita : ciò a dimostrazione di quanto siano alti il rispetto e la considerazione verso un artista del calibro di Germi...!
La sua fondamentale importanza per il rinnovamento del Cinema italiano è da attribuire indiscutibilmente al meraviglioso DIVORZIO ALL'ITALIANA, primo superbo esempio di "commedia all'italiana" (per l'appunto!) e apripista di un genere che svecchierà, rivoluzionandola, l'intera concezione di Cinema da parte della gente.
Al filone oramai concluso del Neorealismo, Germi ne fa subentrare un altro che, invece di rappresentare la realtà così com'è, la deforma mostruosamente, dilatandola e costringendola in continuo andirivieni sotto le spinte dell'ambiente sociale entro cui le vicende hanno luogo, a seconda dei sentimenti e delle emozioni che vi aleggiano.
SEDOTTA E ABBANDONATA è il secondo capitolo dell'imprescindibile trittico germiano ( che comprende, oltre al già citato DIVORZIO ALL'ITALIANA, anche il successivo SIGNORE E SIGNORI) ed in questo caso il regista ci va veramente giù pesante, calcando ancor più che in precedenza la mano in cattiveria e satira feroce. Stiamo riferendoci ad un'opera barocca e fosca, ad un capolavoro di corrosività che attacca di petto le usanze e gli aspetti più retrogradi del tradizionalismo meridionale. Un film che non risparmia colpi bassi e bassissimi, descrivendo non più personaggi in carne ed ossa ma una carrellata di maschere alla Bosch sature di un irsutismo grottesco mai apparso su schermo prima di allora.
La cornice è la cittadina di Sciacca, in Sicilia, un paese arso dalla calura estiva in cui è necessariamente d'obbligo che tutto si svolga alla luce cocente del sole (o che almeno ne dia la parvenza...). C'è la piazza assolata, che fa da palcoscenico pubblico a ciò che quotidianamente accade agli abitanti ; dentro le abitazioni però, al riparo di quelle quattro mura invalicabili agli occhi esterni, grava invece il buio più cimiteriale (reso ancora più angosciante dalla fotografia fortemente chiaroscurata del maestro Aiace Parolin).
Agnese Ascalone (una arrendevole ma sensuale Stefania Sandrelli) viene ingenuamente concupita dal fidanzato (un convincente Aldo Puglisi) della sorella babbiona e grassottella : da qui in avanti la tranquilla pace familiare verrà sconvolta irrimediabilmente e, suo malgrado, sarà proprio Agnese il pomo della discordia generatore dell'infernale sequela di tormenti a cui il parentado andrà incontro.
Se nel primo capitolo della trilogia venivano messe alla berlina le storture del codice penale nostrano che giustificavano il "delitto d'onore", in questa seconda parte l'obbiettivo su cui argomentare è senza dubbio l'illibatezza pre-matrimoniale, anzi meglio ancora l'onore familiare da preservare a tutti i costi, in nome di una rispettabilità pubblica in cima alla graduatoria dei valori imprescindibili. Questo a costo di imbastire messinscene meschine e bassamente puerili, in una girandola di menzogne, sotterfugi e diabolicissime contromosse tattiche totalmente al di fuori di ogni sobrietà razionale. Deus ex machina e padrone delle scene incontrastato è il nodoso e manesco pater familias Vincenzo Ascalone (interpretato da un Saro Urzì di impressionante potenza istrionica) : tanto ispido ed autoritario in privato quanto pavone ma fradiciamente succube del giudizio altrui all'aperto. E' lui il motore di tutti i loschi ed astrusi traffici "riparatori", l'architetto della colossale impalcatura di bugie, destinata a rovinare sotto il suo stesso peso. Da antologia dell'incubo la sequenza del suo orrendo sogno notturno : un convulso accatastarsi di ricordi, facce, frasi smozzicate di una tragicomicità ineguagliabile e senza via d'uscita.
Ma le sensazioni contrastanti attraversano ininterrottamente tutto il film... Come non ridere ed al contempo provare anche compassione per un giovane Lando Buzzanca (il fratello di Agnese), costretto in malo modo ad assumere l'immane ruolo di esecutore vindice del danno subito dagli Ascalone : un vitellone post-litteram che implora sino all'ultimo una mano che lo tiri fuori dall'impiccio e che, al solo grido di richiamo materno, non esita un secondo a guizzare fuori dalla vettura che lo condurrà ugualmente sul "luogo del delitto"...E che dire poi di altre "logiche irrazionali", come il fatto che Puglisi rifiuti categoricamente di sposare Agnese proprio perchè disonorata e non più vergine (!!!)
Con una presenza femminile completamente di contorno e subordinata all'uomo, all'autore non resta che confidare nelle Forze dell'ordine, unica luce in un mondo ottenebrato da un illogico senso della reputazione.
L'unico che alla fine pagherà veramente caro il sovrumano sforzo impiegato sarà proprio Don Vincenzo Ascalone, stritolato dagli stessi ingranaggi della società sicula, in un estremo gesto pacificatore che chiuderà in modo forzatamente onorevole il cerchio eterno della ridicolaggine umana. Come si dice : " Apparentia omnia vicit"....
Frutto di una conoscenza approfondita della materia trattata, SEDOTTA E ABBANDONATA può essere ritenuto l'apice della perfidia misantropica di Germi e tesoro ne hanno fatto accortamente registi come l'Ettore Scola di BRUTTI,SPORCHI E CATTIVI ( trasportando la vicenda nelle baraccopoli della periferia romana più degradata), il Martin Scorsese dei gangster-noir (nella raffigurazione sulfurea dei personaggi) ed anche i conterranei Ciprì e Maresco.
Per ciò che mi riguarda, nelle opere più pungenti e sarcastiche del regista genovese, non ho mai scorto vero disprezzo o rancore, quanto piuttosto millimetrica fascinazione per quelle tanto assurde ma oggettive dinamiche antropologiche e di costume, così precisamente ricostruite e mai semplicisticamente abbozzate. In fondo il Peckinpah de LA CROCE DI FERRO non è poi così lontano.........
Un must da vedere e rivedere ed ancora rivedere.

P.S. : Le musiche di Rustichelli sono INDIMENTICABILI !!!

diamanta  @  03/04/2010 00:49:05
   7 / 10
Ti colpisce per la sua modernità per come Germi fa uso della colonna sonora e per il realismo espresso. E' storia tragicomica viene descritta la Sicilia, i suoi usi e costumi, l'uso del matrimonio riparatore, l'esasperazione dei sentimenti di odio-onore-famiglia.
Stefania Sandrelli affascina con la sua bravura e la sua disarmante bellezza.

Insomma un film da vedere...

"L'uomo ha il diritto di chiedere la donna il dovere di rifiutare!!!…"

topsecret  @  21/02/2010 17:37:42
   7½ / 10
"E' solo una questione d'onore....sono sempre questioni d'onore".

Un bel film che mescola dramma e humor in una storia di "peccaminosa lussuria" nel profondo sud italiano, dotata di grande verve e dinamicità e che riesce ad essere gradevole anche grazie e soprattutto a situazioni "estreme" e personaggi briosi. Nel cast decisamente apprezzabile non si può non notare la fresca bellezza di una giovanissima Stefania Sandrell e l'irruenza di un poderoso Saro Urzì.
Buona anche la regia di Germi e ritmo in crescendo per una pellicola decisamente alla portata di tutti.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  15/09/2009 13:09:40
   7½ / 10
Seguito ideale del Divorzio all' Italiana. Un Germi barocco su una Sicilia "da Medioevo" dove le questioni di onore, e di rispettabilità della famiglia oltrepassano - nel vederle - tutte le soglie di sopportazione dell' uomo medio. Naturalmente macchiettistica. Commedia o dramma? La commedia all' italiana è diversa perché a contrario di Hollywood non finisce mai veramente bene. Un po' impacciata Stefania Sandrelli. Ma che meravigliosa creatura però..che straordinario corpo.

The Legend  @  07/09/2008 00:11:13
   7½ / 10
"L’uomo ha il diritto di chiedere, la donna il dovere di rifiutare".

Un film feroce e acuto sul concetto distorto di onore e di rispettabilità nella Sicilia anni 60 (e forse ancora attuale), dove il maschio coinvolto in un rapporto extraconiguale è un seduttore, e la donna, svilita d’importanza al ruolo di silenzioso soprammobile, nient’altro che una vergognosa *******. La critica sociale di Germi è spietata e centra l’obiettivo, dando qualche volta l’impressione di calcare esageratamente la mano.

Una storia da guardare tutta d’un fiato che non prevede pause nel suo frenetico sviluppo, che si poggia sulle solide spalle di un cast eccellente: tutti bene nella parte, dal simpatico caratterista Leopolodo Trieste alla finta svampita Stefania Sandrelli, ma un gradino sopra tutti è l’eccezionale protagonista, che prima d’ora avevo visto sempre in ruoli secondari.

Giù il cappello per la superba interpretazione si Sarò Urzi, strepitoso per come riesce a rendere la disperazione del mas**** si**** (d’un tempo) ferito nell’orgoglio e nell’onore.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/08/2009 13.19.18
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  02/04/2008 18:00:52
   9 / 10
Adoro la commedia germiana: esagerata, apocalittica, studiatissima, esasperata, rumorosa, significativa, grottesca. Uno dei vertici del Cinema italiano.
Se nel precedente “Divorzio all’Italiana” (il capolavoro del grande regista genovese) era più sviluppata e descritta la figura maschile del barone Cefalù, qui si dà maggior attenzione alla complessa e per nulla scontata figura femminile (presente tra l’altro anche nel succitato) di Agnese, la splendida e brava Stefania Sandrelli, musa del regista.
Questo film rientra in uno dei generi prediletti da Germi, la commedia, ma conosciamo la sua abilità anche nel trattare il “neorealismo” (se così possiamo chiamare produzioni come “Il Ferroviere” o “L’uomo di Paglia”) , generi comunque ispirati a una sensazione dominanti: in quella il cinismo, in quello la pietà.
Estremamente corporeo anche nello studio del particolare, il film forse in confronto al precedente perde ritmo e dinamismo, dilungandosi forse troppo nell’esasperazione dei personaggi e nella teatralità di una forse eccessiva evenemenzialità di soggetto (in breve, troppe scene).
Quindi maggiore tecnica nonché virtuosismo del film con Mas*****nni, ma anche eccessiva concettualità a scapito della narrazione.
Eccelso, superbo, inarrivabile Saro Urzì.
Delizioso e importante il personaggio del poliziotto giovane che osserva incredulo e ironico l’esasperata e teatrale società che gli passa davanti agli occhi
Ah, ovviamente indimenticabile il processo, tra le scene più belle del Cinema italiano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/12/2007 00:27:32
   7½ / 10
Beh fortunatamente i clichè dei film di Germi sono stati parzialmente rimossi, anche se purtroppo il cinema anche d'essai italiano (un certo cinema italiano) continua a percepire la sua lezione sociale nel modo peggiore: che è quella della commedia di costume, con i suoi vizi e i suoi ineffabili pregi, compresa quell'enfatizzazione che aveva tentato maldestramente di ricostruire Tornatore nel suo "Malena".
Il film è esplosivo e irresistibile, e la performance di Buzzanca davvero formidabile: l'invettiva di "divorzio all'italiana" o della società veneta di "Signore e signori" però ha risentito meno del peso degli anni

Dick  @  11/08/2007 19:37:39
   7½ / 10
Dopo "Divorzio all' italiana" (da dire che io però ho visto prima questo uno o due anni fa, non ricordo bene, del film del 61) un altro acuto ritratto della Siciglia raccontata magari in maniera più seriosa anche se non mancano spunti divertenti. Non è che mi abbia preso proprio del tutto però.

frangipani79  @  11/04/2007 11:13:57
   9 / 10
Film-denuncia sull'arretratezza culturale della Sicilia più profonda e conservatrice.

Il film è uno straordinario mix di comicità e dramma umano fusi insieme come una sola cosa. La Sandrelli è b-e-l-l-i-s-s-i-m-a con i suoi 18 anni, ma anche brava. Tutti i personaggi sono fenomenali, da Peppino (Puglisi) a Buzzanca, da Urzì (premiato anche a Cannes di quell'anno come miglior attore) al Barone decaduto.

Forse leggermente troppo lungo, andava sforbiciata qualche piccola scena, ma non sono nessuno per correggere Germi.

Tante, purtroppo, le macchiette e gli stereotipi degli italiani, che con questo film di successo si sono consolidati, ma va bene così.

Esilarante la scena in cui escono dalla pretura facendo finta che sia andato tutto per il meglio e, non appena chiuso l'uscio di casa, giù botte da orbi. Oppure la scena in cui invitano a pranzo il Barone e pensano di non aver fatto un pranzo alla sua altezza (quando lui praticamente moriva di fame).

Però c'è spazio anche per riflettere e lo si fa a denti stretti.

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Ultima risposta 11/08/2007 19.42.05
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Paolo70  @  07/03/2007 20:03:14
   6½ / 10
Un film su una vecchia immagine di un paese della Sicilia con la rappresentazione di una storia tra due giovani a cui segue il cosiddetto "matrimonio riparatore" per apparire bene di fronte agli occhi dei cittadini del paese. Un comportamento ipocrita da parte di un padre per far si che non sia rotto "l'onore" della sua famiglia.

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Ultima risposta 11/08/2007 19.42.56
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Ch.Chaplin  @  04/12/2005 18:45:11
   9 / 10
fa ridere quanto divorzio all'italiana, si meriterebbe lo stesso voto se nn x il fatto ke qst è stato fatto dopo e - cosa da nn tralasciare - nn c'è mastroianni!

Ken ilguerriero  @  05/01/2005 17:29:43
   10 / 10
Un bellissimo film,a me mi fa ridere tantissimo.
E poi è stato girato nel paese in cui sono nato ovvero SCIACCA

andy82bof  @  05/01/2005 17:22:00
   9 / 10
Germi non si smentisce... film del neorealismo, con una sandrelli giovane giovane e un buon buzzanca - in stato di grazia prima delle commediacce degli anni 70.
Fenomenale il nobile decaduto.

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