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Continuo a credere che la regia di Buttgereit, a livello linguistico, sia sempre troppo grezza, a volte ingenua, spesso ingiustificata. Alcuni tagli in asse sono insopportabili, altri movimenti pretenziosi e senza mezzi per poterli eseguire, altre inquadrature fastidiosamente tagliate o decentrate (non so quanto volutamente) e ripetitive. Sulla direzione creativa dei contenuti e della messa in scena si recupera parecchio ed è qui che il regista fa uscire tutta la sua vena artistica. La freddezza e la sincerità con cui si raccontano gli ultimi pensieri di un serial killer sono agghiaccianti. In principio si fatica un po' a capire le varie parti che compongono il puzzle ma ciò che ne esce è un ritratto terrificante della vita privata di una persona fortemente disturbata, nella sua intimità più proibita e malata.
Solitudine e nichilismo all'ennesima potenza vengono sbattute in faccia allo spettatore, tutto supportato da una colonna sonora che sembra una lunga marcia funerea verso la fine.
Vedere un film di Buttgereit è come annusare la propria morte e viverla. Vieni preso da un angoscia e da un vuoto esistenziale incolmabile, tanto da avere voglia di spararti. L'apice lo si raggiunge con "Der todesking" che reputo superiore a questo, la prima volta che lo vidi ne rimasi scioccato per giorni.
Astenersi se si è mentalmente instabili e facilmente impressionabili. Perversione e morte regnano sovrane, non c'è spazio per la speranza nei films del regista tedesco.
Cusriosità: esiste una versione Europea in dvd con sottotitoli in italiano, probabilmente tradotti dallo stesso Buttgereit perchè talmente piena di errori grammaticali e non che si fatica a leggere e a capire il senso. Devo dire non mi era mai successo. E' un doppio dvd con un' ora di contenuti speciali tutti da gustare. Vero cinema underground.
Contestualizzato nel suo genere, è un film che ha un suo fascino e una sua poetica, nella rappresentazione della solitudine, perversione e praticamente completa emarginazione del protagonista (l'assassino del "rossetto"). Lo stile si vale di molti flashback, le musiche calzano alla perfezione l'aria malata che si respira nella pellicola. Le scene del dentista così come l'auto-malmenazione delle parti intime sono raccapriccianti e se la giocano con alcune scene di Nekromantik (film oltretutto citato qui in Schramm quando alla radio ne viene parlato in lingua francese)... consigliata la visione per stomaci forti e per gli amanti del genere. Personalmente, tra film assimilabili che ho visto, per ora ho preferito di gran lunga Angst di G. Kargl...
Sinceramente mi ha colpito di più Nekromantic tra la filmografia di Buttgereit. Schramm mantine lo stile malato e macabro tipico del regista tedesco, ma in alcuni momenti mi ha leggermente annoiato con scene ripetute più volte. Più che sufficiente.
Dopo averci fatto rabbrividire con il geniale "Nekromantik"; dopo aver imposto riflessioni sulla morte con l'incredibile "Der Todesking" l'enfant prodige della cinematografia oriifica teutonica torna a stupire con un "documentario" che, tralasciando la pochezza dei mezzi, non ha nulla da invidiare al ritratto del serial killer "Henry Lee Lucas", capolavoro del cattivo maestro John McNaughton...
"Schramm" è uno di quei titoli di cui non ci si scorda e di cui non si può fare a meno...Se l'evoluzione cinematografica e l'inesorabile progredire dello sciagurato Star System Zukoriano impongono oggi parametri artistici che trascendono dal concetto di "purezza filmica" per addentrarsi in rivisitazioni stilistiche piegate a una supremazia autarchica de "l'effetto speciale", l'opera di Buttgereit colloca la sua identità in un ambiente paradossalmente "inesplorato" o quantomeno anacronistico...
E' bene precisare (e in questi casi un pleonasma non è mai di troppo) che l'opera in questione non potrà essere apprezzata interamente se non ci si pone in una condizione mentale di superamento delle convenzioni stilistiche che caratterizzano le odierne produzioni...
La regia è di ottima fattura, solida, compatta, serrata...Il respiro affannoso di Schramm (elemento narrativo claustrofobico quanto efficace) cresce col progredire della pellicola volta a mostrare l'aspetto più inaccettabile di un Killer seriale: il lato umano...