Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO: Miglior attore non protagonista (Pierfrancesco Favino), Miglior attrice non protagonista (Michela Cescon), Migliori effetti speciali
Onestamente mi sarei apsettato qualcosa di più sia dal punto di vista realizzativo che emozionale. Gli attori sono sicuramente bravi ma spesso il film non è recitato bene e sembra quasi di bassa qualità. Pessima la fotografia e le inquadrature. L'audio sembra quasi amatoriale. Il risultato finale è accettabile ma si poteva fare meglio!
Un Marco Tullio Giordana meno demagogico del solìto rischia e ci proietta dritti nell'incubo senza risposta della nostra controversa penisola: complotti, omissioni, insabbiamenti, omertà, complici e rei confessi. Il "rischio" è tangibile proprio oggi che le tensioni sociali rischiano di esplodere ancora, ma senza (e questo è un punto di forza) le implicazioni ideologiche di allora... pare che la linea di Giordana sia raccontare - anche questo rischiosamente - la febbre dell'antipolitica quando il terrorismo si innesca proprio da certe derive (estrema destra/estrema sinistra), citando le illusioni e la rabbia del Bellocchio del bel film sul rapimento di Aldo Moro. Ma il film di Giordana paga la scarsa libertà espressiva della storia: il giudice Calabresi appare vittima del suo stesso sistema (e qui possiamo anche non essere d'accordo no?), del resto è reso egregiamente da un lucido e misurato Valerio Mastrandrea. Tra i paraventi, si scopre, celata ma non troppo, un'accusa contro il sistema che ha condannato più br che fascisti, o una certa pietosa assoluzione dei "poveri gruppi anarchici", facendo il Santino di Giuseppe Pinelli... cose condivisibili, ma che rispecchiano quella forte dimensione oltranzista dell'italiano medio davanti alla brutalità degli eventi e degli efferati responsabili. Se si eccettuano queste e altre forzature (difficile pensare alla moglie di un magistrato intenta a lavare i piatti, altra faticosa connotazione ideologica del nostro debole pensiero Italico) e una certa staticità di fondo, il film è complessivamente un buon prodotto. Ti assorbe completamente. Ed è facile giudicarlo indispensabile per le nuove generazioni, quelle che non hanno certo vissuto quel clima fetente, quelle dove i bambini a scuola parlano di Mijailovic o Totti, invece delle "bombe scoppiate ieri"
Questo film non è affatto una ricostruzione dei fatti dell'epoca, bensì una DISTRUZIONE ed un tentativo di cancellazione della verità storica accertata. Voler far sembrare che anni ed anni di indagini non abbiano portato a nulla, basandosi su "fatti" già accertati come FALSI. Questi revisionismi storici poteranno un giorno alla beatificazione di Craxi così come da tempo si sta cercando di cancellare il valore dell'antifascismo e di far passare Mussolini per un grande statista. Non si discute della bravuta del regista o degli attori. Ma quando si PRETENDE di raccontare la STORIA si deve avere la decenza di evitare di farlo pescando da un libretto scritto fuori tempo massimo che ritocca quel che gli pare della storia col solo scopo di far polemica e, in questo caso, di tirarci fuori un film. Mi spiace ma non è confezionando bene una bugia che la si rende vera. Anzi, questo raddoppia solo la colpa.