Il Libanese, il Freddo, il Dandi, sono i capi della banda della Magliana, che per 15 anni ha sparso il terrore in Italia. Durante questo periodo, attraverso tutte le vicende italiane come il terrorismo degli anni '80 e Mani Pulite, il commissario Scialoja si mette alla caccia della banda.
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E' complessivamente un bel film, forse un po' appesantito dalla necessità di riassumere tante storie diverse, come quelle della banda della Magliana: espressione di conio giornalistico, per indicare un gruppo criminale che non fu mai veramente omogeneo. E difatti il film è ambientato in mezza Roma, ma non alla Magliana. La parte strettamente "criminale" è un po' sacrificata: non si fa mai vedere, a parte li sequestro di persona iniziale, come il gruppo faccia tanti soldi. Cioè non ci sono né le rapine, né lo spaccio, né tutti gli altri traffici, dall'usura allo sfruttamento. Infine Accorsi non è adatto alla parte, e la sua prova è, tutto sommato, mediocre, mentre Kim Rossi Stuart riesce perfettamente nella parte del Freddo, perché mantiene per tutto il film la stessa espressione. Con tutto questo vale la pena di vederlo, anzi forse è uno dei migliori film italiano del 2005, anche per la mediocrità dei termini di paragone...