radio america regia di Robert Altman USA 2006
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radio america (2006)

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locandina del film RADIO AMERICA

Titolo Originale: A PRAIRIE HOME COMPANION

RegiaRobert Altman

InterpretiWoody Harrelson, John C. Reilly, Tommy Lee Jones, Virginia Madsen, Meryl Streep, Kevin Kline, Lindsay Lohan, Lily Tomlin

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 2006
Generecommedia
Al cinema nel Giugno 2006

•  Altri film di Robert Altman

Trama del film Radio america

Sullo sfondo dei preparativi per lo show finale di un programma radiofonico, tecnici e artisti intrecciano dure lotte e ardenti passioni mentre un manager autoritario, con estreme difficoltà, cerca di tenere insieme l'intero cast.

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Voto Visitatori:   6,56 / 10 (40 voti)6,56Grafico
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Voti e commenti su Radio america, 40 opinioni inserite

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Wilding  @  03/06/2021 21:12:15
   4½ / 10
Accozzaglia noiosissimo; sonnifero meraviglioso.

Goldust  @  15/11/2019 18:34:10
   5½ / 10
"Radio America" è per la radio quello che è stato il precedente "The Company" per la danza: un dietro le quinte teatrale dove sogni e speranze di persone diverse si intrecciano e si fondono insieme. Più nostalgico e moderatamente interessante del suo ultimo lavoro questa ultima opera di Altman sembra fatta apposta per consegnarci un testamento filmato del suo fare cinema, corale e parlato insieme. E' anche un fuoco di fila di canzoni anacronistiche di un'epoca che non c'è più, un musical quasi rutilante di pezzi country e western lanciati a velocità pazzesca ( solo loro, perchè gli eventi collaterali hanno una cadenza ben più lenta ) e per questo quasi indisponenti, se non si è appassionati. Un passo avanti certamente rispetto al quasi inutile "The Company" ma una chiusa di carriera abbastanza modesta, se si eccettua il trasporto che appare - quello sì - nitido verso il lato sentimentale dell'operazione ( anche Allen ad esempio si è cimentato spesso in pellicole come questa, riuscendo a fare globalmente meglio ).

pernice89  @  31/01/2016 18:12:32
   5 / 10
'nsomma... non è davvero brutto, però è un po' una palla. Io mi stavo addormentando a metà film.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  02/02/2009 23:51:10
   4½ / 10
Un'accozzaglia di musica country a tenere in piedi una tama che non regge. Mi dispiace ma stavolta il buon Altman mi ha annoiato e non poco....

dagon  @  21/09/2008 10:53:20
   3 / 10
Leggendo i commenti mi rendo, una volta di più, conto di quanto si decida, spesso a priori, di farsi piacere un film: in questo caso perchè c'è un regista innegabilmente grande e storico e si va dunque già con il cervello destinato a recepire il film come un capolavoro a prescindere. Altman è un regista che ha alternato prove che sono entrate direttamente nella storia del cinema, soprattuto per i tempi in cui le ha realizzate, per la loro carica caustica e scorretta. M.A.S.H., Nashville, fino ad America Oggi. Tra queste ci sono dei veri e propri abomini da Popeye a Gingerbread Man, passando per Pret-a-porter e Il dottor T e le donne. Ora, siccome questo è il film di commiato di un grande (ma discontinuo) regista, vorremmo tutti che fosse un capolavoro. Ma non lo è. Il fatto che sia un film corale "alla Altman" non lo rende affatto un film riuscito. Al contrario, pieno di simboli facili facili. Gli avrei dato 4, ma visto che non sopporto la musica country, tolgo un voto. Ricorderò sempre Bob come un signor Regista, ma non certo per questo film.

Invia una mail all'autore del commento DonD  @  05/09/2007 00:06:30
   4½ / 10
Molto bella l'atmosfera creata, ma il film è di un noioso allucinante!
Stranamente, nonostante l'atmosfera, non è riuscito a catturarmi per niente...
rimani lì, a guardare la fine di un programma radiofonico di cui non te ne frega nulla e non ti frega nulla dei personaggi.

Per questo motivo l'ho trovato inutile.

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  04/06/2007 12:09:30
   5½ / 10
Sembra quasi un esercizio di anticipazione funebre di Altman, l’ultimo giorno di trasmissione del programma radiofonico americano che va in onda da tantissimi anni e si svolge in diretta da un teatro con un pubblico devoto e affezionato.
La formula del programma con le pubblicità, delle volte ridicole e molte altre divertenti, sono sicuramente geniali, che con un po’ di buona volontà possono far ridere anche lo spettatore; anche se la trama e i diversi personaggi che si intrecciano danno vita a racconti che vanno tra il ridicolo e l’insipido.
La rappresentazione dell’intreccio, e quella quasi immobile, nella rappresentazione dell’immaginario, causano la carenza di un vero progresso emotivo. Sull’onda dell’innocenza perduta, Altman vuole mostrare un popolo amabile, generoso e forte al tempo stesso incosciente e ingenuo dove tutti pensano che ignorando le cattive notizie queste sicuramente passeranno.

sweetyy  @  23/10/2006 18:54:46
   1 / 10
un film noiosissimo,tutto lo svolgimento si basa sulle canzoni..
Lo sconsiglio!

14 risposte al commento
Ultima risposta 24/11/2006 14.30.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  29/09/2006 10:17:47
   3 / 10
Che film noioso,non riesco a capire come molti critici abbiano potuto incensare un film cosi’ mediocre…forse potra’ piacere agli amanti della musica e delle canzoni di “una volta” fatto sta che “Radio America” di Altman,come il precedente “The Company”,è davvero tedioso ai limiti della sopportazione,tant’è che per la prima volta nella mia vita ho rischiato di addormentarmi al cinema…
Mi dispiace commentare un film di Altman in maniera negativa,visto e considerato che lo considero un regista di ottimo livello,ma con i suoi due ultimi lavori sembra aver perso la bussola.
Il regista è sempre convincente sulla conduzione degli attori,dona ad ognuno il proprio spessore, la propria credibilita’ e questi rispondono alla grande,recitando e cantando con grande naturalezza…il problema è da ricercarsi nella sceneggiatura monotona:si canta,si discute su argomenti piu’ o meno seri e cosi’ via per 100 interminabili minuti,non si capisce quale sia lo scopo del regista,forse si tratta di un semplice tributo ad uno dei piu’ noti programmi radiofonici americani,a questo punto pero’ mi vien da dire “echissenefrega!”.
Altre metafore mi paiono eccessivamente azzardate,forse ci sono, ma a mio avviso sono espresse in maniera banalissima, per questo motivo mi rifiuto di credere che uno come Altman abbia voluto lanciare un messaggio di qualsiasi genere attraverso un film che a me è parso un semplice documentario..."Radio America" è solo questo,un semplice documentario che per quanto mi riguarda è privo di motivi d'interesse.
Validissimo come sonnifero, ma pessimo film.

frangipani79  @  31/07/2006 12:50:06
   5½ / 10
Che sia un film di Robert Altman non c'è alcun dubbio: corale e musicale proprio come Nashville e Gosford Park. Il cast è interessante, ma secondo me non riesce a consegnarci molto di quanto vorrebbe esprimere. Vago nei tempi e nei luoghi (si capisce solo più avanti che siamo in epoca recente), uno spettatore europeo non può capire la portata di un programma radiofonico tanto amato senza sentire neanche una volta "l'altra parte", cioè il pubblico.
Radio America l'avevo idealizzato come un viaggio tra la gente semplice delle praterie, affezionata a quel programma, sulla scia delle canzoni trasmesse, e una trama ricamata sul fatto di essere l'ultima puntata. Invece è una cronaca noiosa dell'intero spettacolo (almeno le musiche sono belle !), tutto interno alla compagnia. Niente pubblico, niente praterie, niente sole, niente piani per salvare lo spettacolo. Tante chiacchiere sconclusionate, simpaticissimi Kline e la segretaria di scena, odiosi la Lohan e Lee Jones, divertenti come un pugno nello stomaco, si difendono Harrelson, Streep, la sorella e Reilly.
Da vedere, purché sia gratis.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/07/2006 22:42:37
   5 / 10
Non avrei mai creduto che l'ultimo Atman potesse ottenere un esito tanto plebiscitario (in positivo) da parte della critica.
Forse non è lui che sta invecchiando, ma chi scrive.
Non saprei, potrei individuarne le ragioni, ma forse ho bisogno di un cinema diverso, in grado di guardare al presente con la giusta amarezza ma senza indulgenze passatiste (in questo senso andrebbe rivalutata la produzione discontinua ma coerente dell'ultimo Wenders).
Il punto è che - accidenti - Bobby è la ragione per cui amo andare al cinema.
M'illumino' nella via di Damasco con un film freak, grottesco e irriverente come "anche gli uccelli uccidono", trasfiguro' Marlowe (uno dei miti americani) nel suo splendido "long goodbye", racconto' le convenzionalità di un paese ancorato al rito di se stesso in "Nashwille", citò Bergman per "images" e "tre donne", diede al western un tocco di profano lirismo ("compari"). Ho cercato sempre di non perdere un suo film. Tra i recenti exploit, il Carveriano ed efficacissimo "short cuts", e l'irriverente "Gosford park". L'ho seguìto ovunque, anche a dispetto di una filmografia tanto stakanovista quanto discontinua, ne ho letto i libri, insomma era (ed é ancora) un amico da sempre.
Il punto è che Altman andava controcorrente dimostrando di rispettare la tradizione. Certo, il suo cinema si riconosce ancora, questione di stile e forse non molto di piu'.
Davvero è lecito gridare al capolavoro per "radio America"? I critici hanno voluto vedere quello che non ho visto io, e poi nostalgia, la nostalgia. Un mondo si chiude per sempre e siamo costretti a parteggiare per questi tediosi e terrificanti country-singers (l'unico momento plausibile musicalmente parlando è la presenza da guest-stars di un duo canoro molto in voga nel genere).
Lo dico chiaramente: sono uomo di parte, detesto profondamente il country e l'ascolto prolungato della suddetta musica provoca in me effetti collaterali (nausea, vertigini) piu' o meno simili all'opera omnia del nostro Albano.
E' anche vero che c'è una bella differenza tra Billy Ray Circus e Johnny Cash, tra Nicolette Larson e Kris Kristofferson.
E' emozionante che si ricordi di Johnny Cash, uno che ha abilmente decontestualizzato la tradizione. E' un segno delle cose, i due cowboys che irrompono con una canzoncina maschilista ed esarcibata fanno pensare, come Cash, che esiste una linea sottile tra lo spirito (la fede insita nei testi della musica country) e l'irriverenza dello stato naturale dell'uomo.
Se il film sembrerà impaludarsi in un retrivo rigore conservatore e tradizionalista (roba da rivalutare Jimmy Swaggard e compagnia) per molti tutto cio' è un vanto.
E si riconosce un'opera che ha ben pochi punti di contatto con Nashwille, checchè ne dicano in giro, ma ricorda il manifesto coreografico di "the company" e il corale, lievissimo, emozionante "jimmy Dean, Jimmy Dean".
Una volta chiuso un sipario, si aprono accidentalmente nuove prospettive. Per essere un pretestuoso spaccato d'America di provincia, lascia a desiderare: non è accettabile che la critica abbracci questo finto realismo, che riesca a trovare intrigante questo cerchio che si chiude, monoliticamente, nel segno di una comunità chiusa in se stessa e aperta solo ad esporre ludicamente i loro piccoli marketing

Tra famigliole tutta casa-e-chiesa, e mandriani scoreggioni meno "sospetti" degli spiriti inquieti di "brokeback mountain", nel film veleggia (ed è probabilmente il pregio maggiore del film) un'anelito di morte costante.
E' rappresentato dall'Angelo della Morte, che riveste i panni di una conturbante ragazza.

E' l'eco di un'autore che non ha mai smesso di credere che al rito della festa corrisponda, oltre al senso di perdita, l'ineffabile realtà della separazione. Non citiamo "you don't worry me" dal capolavoro Nashville, ma lo spettacolo ha sempre avuto un rapporto molto particolare con le tenebre, cfr. dall'Aida della maledizione, allo sconvolgente concerto di Altamont con gli Stones.
Se la lesbica Tomlin mostra sempre piu' una preoccupante somiglianza con la nostra Ornella Vanoni, e la Streep è così soave da rilasciare un senso di irritazione per la sua indiscussa professionalità, il film ha in se' tutte le qualità per colpire.

Lo capisco: quel mondo aveva, accidenti, la forza di credere nella vita, a differenza di chi preferirebbe non sentirli cantare...
è un mondo arcaico, che rifiuta il parassitismo sociale, anche se ne è intriso quanto basta (la pubblicità tra uno stacco e l'altro).

"Se nessuno invecchia o muore si fa avanti"

Curioso, questo amnetico fatalismo. E se nulla davvero fosse cambiato? Se dovessimo svegliarci colpiti dall'ingerenza di questa ennesima, spietata e falsa modernità?

"restare ai margini della folla, questo è il mio motto" (cfr. dal film)

E' l'isola felice, l'approdo rassicurante, il fantasma (reale) di un'impossibile alleanza con il passato.

Come credo di aver visto, comprendo tutte le ragioni per cui questo film ha avuto un clamoroso successo di critica: ma da vecchio fan so anche che per le stesse ragioni che inducono molti all'entusiasmo mi rfiutero' di appoggiarlo.
Non mi basta respirare genuinamente questo microcosmo (musicalmente, ripeto, indigesto) per trovare sollievo a un mondo (non solo America) che non trova piu' il suo squisito provincialismo

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3 risposte al commento
Ultima risposta 19/07/2006 12.20.46
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Invia una mail all'autore del commento Axel  @  12/06/2006 13:18:42
   5 / 10
1a premessa: quando si va vedere un film bisogna informarsi sul genere.
I musical mi sono sempre un po' indigesti (avete presente i fagioli con le cotiche?)
....la musica country.... d'accordo si rivaluta tutto in nome dei tempi passati, ma a me personalmente fa schifo.

2a premessa: Altman è sempre lui, lampi di genio nei suoi film ci sono sempre, se è stato accettabile per me che non amo il genere, chi ama (storicamente, musicalmente, o per qualunque altro motivo) la country troverà grandioso!

ceci  @  03/06/2006 21:27:00
   2½ / 10
gli metto 2 e mezzo perchè ad un film in genere non si da di meno, quando sono entrata nella sala del cinema mi è venuta subiato qualche perplessità, io e i miei amici ervamo gli unici giovani, il più giovane di tutti gli altri 200 spettatori aveva 70 anni.. comunque,,,fino a ieri credevo che il film più brutto che avessi visto fosse Kung Fiusion, ora mi ricredo! Radio America è stato sconvolgente! Non so se sono io che sono cretina vista l'ottima critica, ma è veramente osceno! pallosissimo! come si fa a giare un film su tipi che parlano in un camerino e poi salgono sul palco a cantare il loro pezzo di musica country, e avanti così per 1 ora? unica variante la donna che rappresenta la morte che vaga insidiando un vecchietto? il film più noioso e assurdamente brutto che abbia mai visto, anche se non posso proprio dare un giudizio completo perchè sono uscita dal cinema dopo il primo tempo, non ce la facevo più, mi sembrava una presa in giro! Aspetto di vedere cosa ne dicono gli altri, perchè io ci sono rimasta malissimo! 1 ora di guadagni del lavoro buttati..mamma mia non so che dire..

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Ultima risposta 03/07/2006 21.17.47
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