Il 31 dicembre 1999 il ventenne Sebastian si rinchiude in uno studio televisivo. Ha con sé due ostaggi, una pistola e un messaggio importante per il mondo...
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Prime time non mi ha lasciato particolarmente tracce dopo la sua visione. Lo sviluppo narrativo non possiede guizzi particolare ed in parte salvato dalla buona prova di Bielenia che accentua tutta la parte conflittuale che si stabilisce fra il dentro ed il fuori. Purtroppo c'è troppo funo e poco arrosto. Digressioni che non portano lontano e casomai è da rimarcare l'ooposizione burocratica del network televisivo, ai limiti del grottesco e che ricorda l'uomo davanti alla legge di Kafka. Un finale poco incisivo poi non lascia adito alla delusione.
Frammentario e pasticciato non mi è proprio piaciuto .. Per lungo tempo non si capisce dove la sceneggiatura vuole dirigersi e si assiste a un lungo monologo del protagonista che improvvisando il suo ruolo neanche lui sembra sapere bene cosa vuole.. Così si va avanti per buona parte del film e non si conclude nulla . Peccato perchè il regista aveva fatto bene con il precedente Corpus Christi . Da rivedere