predator (1987)

Dopo aver perso un elicottero pieno di patate bollenti politiche dietro le linee nemiche, gli Stati Uniti inviano un commando di carnefici per localizzarli e, si spera, estrarli. Lungo la strada, capita che finiscano nel mirino di un invisibile stalker extraterrestre, che caccia allegramente l'intera squadra per sport. Essendo un film d'azione degli anni '80 adrenalinico e pieno di proiettili (con Arnold Schwarzenegger, nientemeno), si può prevedere con precisione esattamente che tipo di esperienza cinematografica si tratta. E non delude: ci viene servito un buffet di battute idiote, bicipiti unti d'olio, arti smembrati, tempeste di fuoco esplosive e tratti di personalità carini. Più sorprendentemente, otteniamo anche un thriller di fantascienza abbastanza efficace, uno che è diventato notevolmente influente nei trent'anni dalla sua prima. Girato in un'epoca prima che gli effetti computerizzati fossero la norma, Predator sembra ancora convincente e impressionante, specialmente per quanto riguarda il mostro alieno stesso. Il suo arsenale avanzato è rivoluzionario al limite, un fantastico mix di high-tech e low che non rompe mai del tutto l'illusione della realtà, e il suo abbigliamento è sia elegantemente futuristico che funzionalmente semplice. È un enigma, difficile da gestire per una serie di motivi, il che rende la sua lunga battaglia finale con Arnold (seriamente non ci si ricorda alla fine per quanto tempo quei due sono andati mano a mano) ancora più interessante. Un esempio insolitamente fresco e coerente di un'epoca e un mix di generi che di solito non invecchiano molto bene. I sequel invece non sono allo stesso livello.