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Semplicemente epocale. Un'opera rivoluzionaria che suda punk da ogni poro. Insieme curatissimo (sceneggiatura mordace, scenografie, fotografia accesa) e amatoriale (la regia volutamente ingenua, fatta di lunghissimi pianosequenza, la recitazione sopra le righe), è l'apice della poetica watersiana sulla distruzione del perbenismo borghese, del disgusto del sogno americano.
Waters scrive personaggi indimenticabili, capaci di racchiudere le contraddizioni umane (la famiglia che condivide la roulotte è disgustosa, ma certamente più umana dei borghesi Marbles) e riesce a coinvolgere e intrattenere, nonostante spesso si sprofondi nel nonsense.
Provocatorio, ma non volgare, liberatorio, ma non a caso, è un film che annichilisce, spiazza, sconvolge e rimane dentro, spingendoti ad un'altra visione. A modo suo ovvio.
Finale indimenticabile, di cui si fa riferimento solo per il disgusto della realtà, e che invece raccoglie il significato dell'intero film.