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Mi dispiace dare un voto basso a Fassbinder, ma da lui non mi aspettavo un film lento, vuoto, e pieno di inutilità come questo.
Una cosa mi è chiara: sicuramente questo film NON è il capolavoro di Fassbinder come ha scritto qualche utente prima di me! Chi lo ha scritto forse non ha visto altri film di questo regista come "Le lacrime amare di Petra von Kant" o "Martha".
Certamente l'idea di fondo di questo film è di forte impatto, ma si vede chiaramente che è stato girato molto velocemente e quasi oserei dire "per fare numero" nella filmografia del regista.
Mi spiego meglio, tra il 1969 e il 1970 Fassbinder ha voluto dare la prova a sè e al mondo intero di riuscire a fare 10 film in 2 anni. Ecco, secondo me questo, tra quelli che ho visto, è essenzialmente uno dei più trascurati... Riprese uniche, senza stacchi, quasi sicuramente dei "buoni alla prima", montaggio di conseguenza molto facile e rapido. Sembra quasi fatto velocemente giusto per aumentare il numero dei film fatti...
Una storia di ordinaria follia portata avanti in maniera piuttosto monocorde e noiosa da un Fassbinder un po' presuntuoso, questa volta. Ho rischiato più volte di addormentarmi.
Innanzitutto non guardate la locandina, vi svela tutto! buoni gli intenti, meno i risultati. Il film è a volte davvero troppo noioso. In forma quasi documentaristica per accentuarne il lato 'reale' è un'indagine tra gli aspetti della vita apparentemente 'normale' di un impiegatuccio di una società: la suocera rompiballe, il figlio introverso e dislessico che ha problemi nelle relazioni interpersonali a scuola, la moglie che ha aspirazioni borghesotte vacue ed indefinite, i colleghi di lavoro. Non ben definiti tutti i motivi che portano al titolo. Forse in fondo è giusto così: sentiamo troppo spesso dire "era una persona normale, tranquilla ecc...". Da vicino, nessuno è normale, diceva la campagna contro lo stigma. E' proprio vero.