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Partito senza aspettative per l'ultimo film di Lucini, senza sapere fra l'altro neanche di chi fosse (scoperto dopo che trattasi del moccia-divulgatore)
Do sei perché in fondo un po' mi sono divertito sebbene devo dire che è un film dalle potenzialità sprecate, e sprecate malissimo. L'idea della coppia di precari che ricicla il proprio matrimonio avrebbe potuto risultare geniale se solo 1) non si fosse puntato esclusivamente su un'umorismo macchiettistico-demenziale da cinepanettone che comunque non avrebbe stonato se al fondo ci fosse stata un'ironia più sottile e 2) il film si fosse incentrato esclusivamente sulla suddetta storia tralasciando l'imbarazzante e strautilizzato cliché del matrimonio fra due 'mondi troppo diversi per convivere' e pagliacciate annesse. In definitiva il film funziona benissimo per la televisione ma da un prodotto cinematografico ci si aspetterebbe qualcosa di più sofisticato, ricordando che la perifrasi 'commedia intelligente' non è equivalente a 'commedia impegnata', come spesso si tende a credere in Italia. Non malissimo invece il cast: simpatica ma alla lunga stancante la bonazza in versione paris-hilton e decisamente convincenti i due coniugi truffatori, un po' meno argentero&famiglia; imbarazzanti invece gli intermezzi comici fra l'indiano ovviamente ricchissimo e il (solito) pezzente terrone [ce n'è sempre uno, sì].