nuovomondo regia di Emanuele Crialese Italia, Francia 2006
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nuovomondo (2006)

 Trailer Trailer NUOVOMONDO

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locandina del film NUOVOMONDO

Titolo Originale: THE GOLDEN DOOR

RegiaEmanuele Crialese

InterpretiVincenzo Amato, Francesco Casisa, Charlotte Gainsbourg, Filippo Pucillo, Aurora Quattrocchi, Isabella Ragonese

Durata: h 1.52
NazionalitàItalia, Francia 2006
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2006

•  Altri film di Emanuele Crialese

Trama del film Nuovomondo

Inizi del Novecento. Sicilia: una decisione cambierà la vita della famiglia Mancuso, scegliere di lasciarsi il passato alle spalle e iniziare una vita nuova nel Nuovo Mondo. Salvatore vende tutto per portare i figli e la vecchia madre in un posto dove ci sarà più lavoro e più pane per tutti. Salvatore Mancuso, è uno delle migliaia di emigranti italiani che misero in gioco tutto. Non è un eroe, è un uomo semplice, ma guidato da una lucida consapevolezza che lo spinge ad affrontare il lungo e pericoloso viaggio attraverso l'oceano, per giungere a New York agli albori del XX secolo. Non va in cerca di grandi fortune, né di gloria. Trovare un lavoro e una casa per i suoi familiari sono il suo unico obiettivo. Una sottile e allo stesso tempo fitta atmosfera di mistero avvolge l'intero viaggio: dai riti prima della partenza, alle cure che la madre di Salvatore riserva agli abitanti del villaggio affetti da strane patologie, riconducibili ad arcane presenze e spiriti, che da sempre accompagnano la vita dei contadini siciliani. Niente spaventa i Mancuso, nemmeno le minuziose analisi fisiche e psicologiche a cui gli immigrati dovevano essere sottoporsi una volta sbarcati, che sentenziavano il diritto a rimanere nel Nuovo Mondo o l'obbligo a tornare nel Vecchio...

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Voto Visitatori:   7,77 / 10 (113 voti)7,77Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Migliore scenografiaMigliori costumiMigliori effetti speciali
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore scenografia, Migliori costumi, Migliori effetti speciali
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Voti e commenti su Nuovomondo, 113 opinioni inserite

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polbot  @  14/10/2006 14:56:19
   6 / 10
Probabilmente il pazzo sono io visti i 33 voti tra l'8 e il 10...ma sinceramente m'ha deluso parecchiotto. Il tema era splendido...ma non succede nulla, ma davvero nulla. Io davvero c'ho trovato ben poco rispetto a quanto detto dai 33 precedenti commentatori... salvo le scene oniriche dei sogni e il bagno nel latte finale..splendido. Ma davvero si poteva fare di +: un'occasione sprecata. Un giorno qualcuno mi spiegherà anche che c'entrava la rossa inglese... Mah! Doppio mah! Non m'ha coinvolto per nulla!

42 risposte al commento
Ultima risposta 16/10/2006 19.43.05
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edo88  @  10/10/2006 17:36:04
   9 / 10
E' un film tranquillo, semplice e profondo, molto particolare.
Il dialetto come base non pesa; semmai sono le non poche scene scure che avrei preferito non trovare (ma è una cosa mia...non mi piacciono le scene al buio :P).
Una storia che sembrerebbe non iniziare nè finire mai, perchè inizia con la volontà di partire dei protagonisti e finisce con l'insicurezza degli stessi giunti a destinazione.
Non un grattacielo del nuovo mondo (bellissima nei dialoghi e nel significato la scena della vetrata), non un misero edificio, non una macchina. Solo i visi preoccupati di "questi" italiani in una terra non loro. Visi di bravissimi (e sconosciuti...almeno per me) attori.
Sarebbe difficile ora trasferirsi altrove, chissà a quel tempo. E sono state trasportate benissimo su schermo le insicurezze e le paure degli emigrati.
Crialese con poco racconta molto, anche se io avrei preferito, che ne so, qualche sottotrama in più.
Molto bella la colonna sonora, e deliziose le scene

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  09/10/2006 22:51:47
   9 / 10
Eccezionale, splendido, sono questi i film che rendono omaggio all' Italia. Coinvolge emotivamente grazie anche alla splendida colonna sonora. Commuove e ed una gioia per gli occhi anche grazie alla sua geniele orinalità.
Alcune trovate sono spendide tipo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Sicuramente stupendo e da vedere.

eloboy  @  09/10/2006 09:06:25
   10 / 10
Avendo curato, all'interno dell'ente presso il quale lavoro, la prima nazionale del film di E. Crialese, posso affermare con certezza che si tratta di una realizzazione originale ed entusiasmante, ricca di spunti di riflessione e degna dell'arte dell'autore. Da non perdere.

Travis  @  05/10/2006 23:24:55
   10 / 10
un capolavoro appunto. W il cinema italiano

Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  05/10/2006 01:52:02
   10 / 10
dopo tante delusioni ecco finalmente una ventata di aria fresca nel cinema italiano, un film nuovo che probabilmente rimarrà il più bello della stagione.
seguiamo (senza un filo di retorica, sia detto) le gesta commoventi di una famiglia siciliana alla ricerca del nuovo mondo, di quell'America che non viene mai mostrata, eppure ne sentiamo la presenza, la percepiamo nell'alienazione di chi spera di trovare fiumi di latte e alberi di monete, e quando finalmente i nostri personaggi riescono a vedere i grattacieli americani capiamo quanto distanti siano il nuovo e il vecchio mondo. ma nel bellissimo finale Crialese lascia un filo di speranza, forse il lungo viaggio non è stato sprecato.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  05/10/2006 01:12:35
   8½ / 10
Raffinatissima prova di Crialese, che si muove con eleganza tanto tra la brulla campagna dell'entroterra siciliano quanto tra le fredde mura di Ellis Island, abile nel tratteggiare personaggi forti di un'umanità sempre viva e pulsante. Una mosca bianca nel piattume di idee delle pellicole che affollano (ingombrano?) le sale negli ultimi tempi. Bravissimi gli interpreti, con particolare menzione per il bravissimo Vincenzo Amato, espressivo e convincente in un ruolo difficile.
Un gioiello da serbare nel cuore.

11 risposte al commento
Ultima risposta 11/10/2006 09.30.34
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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  04/10/2006 23:34:02
   8½ / 10
Il film mi ha investito emotivamente.Sono riuscito a piangere,a sentirmi male a godere della splendida colonna sonora,ma razionalmente mi domando quanto un regista abbia bisogno per intascare successo e denaro,di riproporre il solito trito e ritrito stereotipo dell''emigrante meridionale. E'' possibile che un italiano ,un bravissimo italiano debba sempre inserire le proprie creazioni in un linguaggio cinematografico...troppo leggibile o troppo identificabile con i luoghi comuni mentali?
Che la famiglia sia poi inserita in un geniale scenario favolistico ,è da attribuire ad un''indubbio talento artistico e per questo il mio voto rimane alto. Bella,potente,la scena della partenza che ha generato in me una vera turba emotiva ,e Crialese non ha avuto bisogno di pianti ,di fazzoletti ma solo di una maledetta linea divisoria sulla quale ognuno di noi potrebbe ricordare un momento fisso della propria vita.

14 risposte al commento
Ultima risposta 07/10/2006 19.52.02
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Supergiaf  @  04/10/2006 17:01:36
   7 / 10
E' un buon film ma sempre in quel filone "minimalista" del nuovo cinema italiano.Lontano cioè dai fasti degli anni 60 e 70 "I soliti ignoti", "La dolce vita" ecc.Film cosi non torneranno piu'.Accontentiamoci allora di Nuovomondo.Pochi mezzi, attori sconosciuti, scenografia scarna probabilmente per gli scarsi mezzi a disposizione che oggi vanno tutti alle fiction TV.Comunque nel suo genere (il nuovo cinema minimalista italiano di oggi) è senza dubbio un buon film.Non un capolavoro come l'assurda media fa intravedere.

35 risposte al commento
Ultima risposta 11/10/2006 19.54.51
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giumig  @  04/10/2006 00:25:03
   8 / 10
Ottimo. Crialese si conferma come uno dei registi piu bravi ed originali del cinema italiano, sicuramente uno dei pochi che puo far valere all'estero il nostro cinema. Alcune scene sono davvero forti e realiste, altre invece sono il "sogno" , la vogia di cambiare e di migliorare...e poi c'è la nonna una figura embematica ed orgogliosa, l'unica che comprende l'effimeratezza del sogno americano...

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  04/10/2006 00:01:47
   10 / 10
Prima di tutto chi conosce il signor Luciano? L'oceano....


Un film che incanta e apre il cuore alla dolcezza e alla sensibilità quasi infantile di una famiglia che lascia il proprio mondo alla ricerca di un effimero "sogno"( che siano carote giganti o fiumi di latte o soldi che cadono dal cielo, l'America è la Terra dove si realizza ogni desiderio). Un film dolce e delicato, a tratti tragico, che ci racconta il difficile esodo verso ciò che è al di fuori del proprio mondo di origine: un mondo cinico e spietato,

"Dobbiamo partire o non dobbiamo partire?" chiede l'uomo dinanzi ad una croce su una montagna lontana da ogni cosa.
NON VOLEVO PIU' CHE FINISSE MERAVIGLIOSO !!

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Ultima risposta 15/10/2006 17.22.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  03/10/2006 23:25:54
   9 / 10
Film di incredibile impatto visivo e girato magistralmente da un regista che dimostra una incredibile padronanza del cinema. Molte scene offrono potenti simbolismi che richiamano narrazioni bibliche (l'esodo degli Ebrei verso la Terra promessa) e bellissime metafore sul distacco dalla propria terra madre, dalle proprie origini verso l'ignoto. L'America come un fiume di latte, un sogno materno e allettante che si rivela in realtà un viaggio verso l'ignoto, verso il nulla. La difficoltà di transitare in un nuovomondo dove non c'è posto per i legami di sangue, quelli veri che fanno di una famiglia un corpo solo, un unico organismo indivisibile. E tanta poesia nel film di Crialese, di chi vede nei grattacieli, simboli del progresso e della solitudine, una semplice casa nel cielo. Ma Nuovomondo è forse anche una riflessione su un certo cinema, quello che non abusa della parola ma che si serve delle immagini per comunicare emozioni e sentimenti. Bellissimo, dolce, vero.

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Ultima risposta 05/10/2006 17.40.48
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alex14  @  03/10/2006 17:04:43
   10 / 10
che dire, un vero capolavoro!!!!!!!!!!

rosmare  @  03/10/2006 11:51:46
   10 / 10
Un piccolo capolavoro. Molto visivo e curatissimo nei particolari. Un "Amarcord" di un regista giovane e geniale. Un film senza retorica ma anche senza amnesia della nostra storia e del nostro passato, per fortuna!
Bellissimo, lo rivedrò quanto prima.

pivetes  @  03/10/2006 00:57:04
   10 / 10
Due anni fa Le conseguenze dell'amore. Lo scorso anno Romanzo criminale. Ora tocca a Crialese e al suo Nuovomondo far ricredere un pò tutti che quando alle spalle c'è un'idea e una storia sappiamo fare anche noi delle cose splendide. In questo caso poi la storia è tanto semplice quanto funzionale alle illusioni oniriche dei protagonisti che inseguono il loro sogno di riscatto da una sicilia -rappresentativa dell'intero mondo degli oppressi- resa con un grigiore lontano anni luce dallo stereotipo del sud luminoso e caldo. La scena della partenza è qualcosa di sublime, gli ultimi fotogrammi con la voce di Nina Simone che canta Sinnerman hanno la dignità piena dell'assoluta opera d'arte. Capolavoro.

badovino  @  02/10/2006 14:01:29
   9½ / 10
Gran film! Ed è italiano! Bellssima storia di inizio novecento sull'emigrazione italiana verso il Nuovo Mondo. Un nuovo mondo dove ci sono ortaggi giganti, soldi che crescono sugli alberi, galline grandi come un uomo, e soprattutto dove le strade (quelle della California) sono invase da latte...e ci si può fare il bagno nel bianco liquido. La partenza dei Mancuso verso gli Stati Uniti è una partenza verso l'ignoto, verso il mistero. Sono contadini ignoranti ed umili che non sanno neanche di essere italiani...conoscono solo il nome del paesino siciliano in cui vivono. Eppure questi poveri cristi hanno il coraggio di imbarcarsi e diventare i nuovi Ulisse dell'era moderna. Si sa cosa accadeva una volta giunti a New York...prima di sbarcare si accedeva all'isola di Ellis Island(spero di averla scritta bene..) dove si era sottoposti ad esami medici, di intelligenza e a umiliazioni. Alla fine c'era il rischio, dopo tante peripezie, di essere "rispediti al mittente". Meorabile la scena della partenza...in un silenzio tombale tra le persone, l'unico rumore è quello delle macchine della nava che lavorano faticosamente quasi a presagire un'avventura pesante e pericolosa.Una linea divide la gente che resta e quella che parte: è la linea del mare che piano piano viene scoperta dalla poppa della nave...e quanto sarebbe diventata importante quella linea! Ogni scena è una sorta di quadro, una rivisitazione perfetta dell'epoca. Immagini suggestive. La vita contadina fra pecore, asini, credenze popolari tipiche dei paesini italiani. Interessante la figura di Luce, l'americana che per ritornare in patria , è costretta a sposarsi e sceglie proprio il nostro eroe Salvatore Mancuso, padre di famiglia Ulisse. Cosa singolare è stata la scelta di non far mai vedere l'america...ne l'isola in cui sono sbarcati. Solo dalle parole degli attori riusciamo a capire quello che vedono dalla finestra. NIENTE statua della libertà...niente Empire State Building...niente grattacieli...ma nebbia e mistero...come il mistero che avvolgeva e avvolge questa terra piena di contaddizioni di sogni di incubi di ricchezze e povertà che è IL NUOVOMONDO.
Bravo Crialese...meritata la candidatura come rappresenante italiano agli oscar...e speriamo bene.

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Ultima risposta 06/10/2006 08.50.44
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  01/10/2006 21:35:05
   8 / 10
Un film bello soprattutto per l’abilità di rappresentare e nobilitare la semplice e spontanea psicologia di gente comune cresciuta in un ambiente ostile, ma che desidera in qualche maniera cambiare in meglio la propria esistenza. Gente povera, sporca, miserabile, ignorante, ingenua ma rappresentata con molta dignità e partecipazione; mettendo in evidenza la grande onestà e pulizia interiore. La bellezza e il messaggio del film sta tutto qui: rendere giustizia alla povera gente e alle sue speranze, alle sue peripezie.
La storia è uno strano misto fra elementi particolari (si parla di siciliani con i loro usi e costumi) e generali (non viene detto che epoca è, non vengono mostrati simboli caratteristici dei luoghi). In altre parole si vuole che non sia solo una storia di una famiglia di migranti siciliani, ma una piccola metafora di tutti i migranti di tutte le epoche. Le loro peripezie potrebbero rappresentare quelle dei disperati di oggi, soprattutto dal punto di vista emotivo/culturale (le fantasie sui fiumi di latte e gli ortaggi giganti). Di fronte a un mondo diverso che si sente e si comporta in maniera superiore e arrogante, c’è chi decide di adattarsi e chi invece difende orgogliosamente la propria individualità e cultura (con tutta la comprensione del regista).
Se si pensa a questa intenzione di rendere la storia universale, allora forse si capisce il personaggio di Luce altrimenti incomprensibile. Secondo me rappresenta la coscienza odierna, il nostro modo di vedere moderno (una donna sola, indipendente, spregiudicata, che giudica con i sentimenti più che con la convenienza) ed è inserita nella storia come una testimonianza di stima e appoggio morale per il protagonista del film.
Secondo me non si riesce completamente a far capire il presente raccontando il nostro passato, questo al di là delle intenzioni del film. Il nostro passato ha perso il suo vero significato e lo viviamo solo come qualcosa di riflesso. Le case di pietra, i vecchi mobili, i vestiti delle donne, i canti, i comportamenti stessi rischiano di essere percepiti non per il significato di povertà e disperazione, ma per bellezze folkloristiche: questo in maniera istintiva senza che ce ne rendiamo conto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  01/10/2006 18:12:08
   9 / 10
Un neorealismo "scanzonato" per un grande film struggente e ironico che ti lascia molto.
Regia impeccabile, attori simpatici e fotografia intensa.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  01/10/2006 01:26:41
   8½ / 10
Benediciamo la consacrazione di un autore dallo stile unico e originale.
Niente a che vedere con Fellini. Crialese ci regala un piccolo gioiello di poesia e umanità. Un film visionario dove sacro e profano si mescolano. Ad ogni fotogramma cogli il sapiente lavoro, ogni quadro è costruito, così come le facce sono tutte frutte di accurate selezioni, da quelle dei protagonisti alle comparse che popolano la nave. E' encomiabile il lavoro di ricerca di Crialese ed ad ogni passo respiri le foto e i filmati d'epoca, con quelle facce, quei vestiti, quei pesci sbattuti davanti la mdp. Un film di situazioni, al quale si può solo imputare l'assenza di una vera sceneggiatura.
Certe sequenze sono, però, da urlo e giuro di essermi trovato per la prima volta di fronte ad un autore italiano che 'capolavora' senza scimmiottare nessuno.
Signori, giù il cappello: Crialese è Crialese.

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Ultima risposta 05/10/2006 11.21.18
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antoniesixtyone  @  30/09/2006 21:05:03
   9½ / 10
Un film come ce ne vorrebbero molti.
la narrazione di una storia del tempo che l'italia ha vissuto ed ora dimenticato.
Tanto Fellini, un pò di Visconti, bravo il regista Crialese.
azzeccata la scelta del linguaggio tipico di un Italia che non usa il dialetto per le proprie battaglie ma per manifestare un modo di essere.
apprezzo sopra ogni cosa che nonostante il titolo il nuovo mondo ( l'America..) non si vede neanche un pò.
un film attuale, pensiamo alle recenti vicende di Lampedusa, cambia il tempo e le facce ma il desiderio di vivere meglio c'é.
grazie Crialese

forzalube  @  30/09/2006 12:04:45
   9 / 10
A me è piaciuto molto. Tutto sommato, nonostante quel che succede ancora oggi in alcune zone del mondo, potrei quasi dire che sono rimasto più colpito io da certe scene di ignoranza e povertà di quanto non siano rimasti sorpresi i viaggiatori all'arrivo nel nuovo mondo.
Non sapevo poi di certe pratiche di ingresso ad Ellis Island.
Secondo me è anche girato molto bene e sono carini anche gli inserti onirici.

Mavors84  @  30/09/2006 09:23:04
   9 / 10
ecco cosa significa essere uno studente fuori sede senza computer... (in quella sede), non riesco mai a commentare subito il film e quindi avete già detto tutto...

beh allora sapete cosa vi dico? Andate tutti a fan... cinema a vedere il film di crialese!

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  30/09/2006 01:52:35
   9 / 10
Arrivo un po' tardi e di questo gioiellino di Crialese è già stato detto tutto...
La forza del film sta tutta nel suo essere antonomastico, nel dipingere un secolo per molti, un'isola per tante, un mare per tutti, mondi nuovi sempre uguali.
Ribaltando l'iconografia classica fatta di saluti strazianti e di grandi sbarchi, il regista congela gli sguardi e cancella le immagini per renderle più forti, un distacco, una tempesta, un bambino in acqua, una meta?
Crudele e delicato al tempo stesso, sorretto da una regia perfetta, sempre in bilico sul crinale tra vecchio e nuovo mondo, tra la surrealtà del bengodi e sprazzi di neoralismo puro.

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Ultima risposta 05/10/2006 13.39.15
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j1j2j3  @  29/09/2006 17:19:03
   7½ / 10
Cinico, spieatato neoralismo, enfatizzato dalla poca musica presente solo nelle belle scene immaginarie durante e alla fine del film. In questi momenti, comunque, la musica è gradevole. La storia di una famiglia emigrante è positivamente riuscita perchè interessa ed emoziona senza commuovere con scene "strappalacrime". Il film non è lento nè veloce, scorre inesorabile rendenoci partecipi della vicenda dell'abbondono della propria terra d'origine per approdare nel "nuovomondo". Giusta la scelta di non prendere posizione sul "nuovo" e sottolineare l'iter per accedervi con le sfaccettature diverse dei personaggi non tutti pronti a farne parte.

Invia una mail all'autore del commento logical  @  28/09/2006 02:20:16
   8 / 10
Salire le colline a piedi nudi con una pietra in bocca per parlare a Dio, seppellirsi nella terra e sognare soldi e soldi che cadono dal cielo, visioni di verdure enormi, cipolle grandi come otri, serpi levate dalle gonne delle donne avvilite. Il cinema sogna, viaggia, ricorda Pasolini e le avventure nei deserti ma anche gli incantamenti dei fiamminghi maestri delle donne assorte e belle nella luce bassa; ma quello che racconta è la voce.
Il film è la lotta tra il siciliano stretto e l'inglese, tra la voce astratta e scema della terra e "le parole di carta" del nuovo mondo che vuole selezionare i miracoli che gli chiedono asilo. Bellissimo anche il mare che non si vede mai, ma che fa rotolare nei boati gli uomini di qua le donne di là, per rimescolarli come dadi; c'è 'Palermo Palermo' di Pina Bausch e l'asta degli sposi che non si conoscono, i test di IQ e la tammurriata nella stiva e per finire, tra Monteiro e Von Trier, il bagno di latte oceanico nel boato di "Oh, sinner man, where you gonna run to?" Nuovo Mondo non lo saremo mai, senza pentimenti.

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Ultima risposta 28/09/2006 23.49.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  27/09/2006 15:54:08
   9 / 10
Non posso che associarmi agli applausi di tutti gli spettatori di questo film che hanno recensito qua su filmscoop.
Questa volta, dopo "Respiro", l'acclamato regista e sceneggiatore italiano Emanuele Crialese sforna a dir poco un capolavoro degno di vincere al concorso di Venezia (dove comunque è stato premiato con un Leone d'Argento - rivelazione). La storia della famiglia Mancuso è ricreata in maniera assolutamente realistica, con una cura dei costumi, della scenografia (comunque naturale), della rappresentazione delle realtà contadine, della povertà, dell'attaccamento alle cose, che rievocano le atmosfere così ben ricreate da opere di forte impatto visivo ed emotivo: oltre ai già (a buon ragione) menzionati meravigliosi quadri di Guttuso (uno su tutti "Occupazione delle terre incolte in Sicilia"), anche libri come "Conversazione in Sicilia" di Vittorini (dove il protagonista guarda caso è vestito in maniera identica e mangia arance come fanno gli immigrati di questo film), Fontamara di Ignazio Silone, dal punto di vista dell'ignoranza di cosiddetti "cafoni", ed altri, da cui forse Crialese ha anche attinto, ma ciò non sminuisce la sua opera che rimane a livello di realisticità e rara bellezza degno di essere messo alla pari di queste opere, nel novero delle opere che ripercorrono il travaglio della nostra Italia ad inizio secolo, un travaglio che fa parte delle storie di migliaia di italiani che loro malgrado hanno vissuto per la propria sopravvivenza, per il loro "vero" attaccamento alla vita ed a ciò che essa ci può offrire, per la volontà di andare avanti, spendere fatica e soldi per andare in un altro posto. Grazie a questo esempio di puro cinema persino gli odori rivivono nei sudici abiti dei contadini siciliani, nelle faccie rugose di anziane sessantenni costrette a lasciare la propria casa per un'altra che non si può sapere neanche se si otterrà.
Non un semplice e distaccato documentario su un'epoca storica, la storia di una famiglia come tante nella sua vera essenza.

I personaggi di "Nuovomondo", oltre ad essere interpretati con una destrezza ed autenticità rafforzata dai frequenti dialoghi in dialetto siciliano (grazie ad attori "di madrelingua" e semi-esordienti, quasi a rievocare un neorealismo contemporaneo), sono anche rappresentati da attori molto ispirati e bravissimi (mi è piaciuto molto il ragazzo muto, che si destreggiava benissimo a recitare con le sole espressioni facciali ed impossibilitato a parlare).

Crialese scava a fondo dentro i personaggi e dentro la loro personalità, con le frequenti riprese d’insieme, ed analizza tutto ciò che di vero ci ha insegnato la storia, a tutto ciò che seguiva dopo il tormentato viaggio, forse la parte più sconfortante per molti immigrati che venivano rimpatriati per colpa della loro incomprensione verso una società che non poteva aprire le proprie porte a chiunque, e della loro difficoltà a comunicare questa perplessità ("Che male c'è se mia madre rimane qua"?, oppure la faccia che fa Pietro quando gli chiedono di spostare la sedia ed aprire la porta...) ; dalle prove d’intelligenza ai matrimoni di convenienza decisi all’interno di una sala. Questo nuovo approdo è la speranza: rappresentato nella mente dei siciliani come il paradiso, dove ci sono fiumi di latte e per andare a casa propria “si sale dentro una scatola di legno”, rappresentato da frequenti scene oniriche e fantastiche, sintomo dell’ignoranza ma nello stesso tempo appunto della speranza di queste persone.

Il regista si rifiuta quasi volontariamente di mostrare qualsiasi cosa che riguardi l'America, persino l'agognata e famosissima Statua della Libertà, si concentra comunque quasi sempre sulle persone, utilizzando piani americani e primi piani, limitando le riprese aeree o dei panorami e riprendendo solo gli spazi interni di Ellis Island, riservandosi il lusso di un finale che lascia amplissimo spazio all' interpretazione o meglio all'immaginazione di ognuno. Molto belle anche le musiche.
Assolutamente consigliato. Forse il miglior film italiano del 2006.

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/09/2006 18.42.29
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  27/09/2006 13:22:29
   9 / 10
Qualcuno, ironicamente, ha detto che i giovani autori italiani, esordienti o quasi, non lavorano ma “capolavorano”. Nel caso di Emanuele Crialese la frase può essere detta senza alcun sarcasmo: dopo il bellissimo Respiro, con Nuovomondo ci regala davvero un piccolo capolavoro.
Il primo aggettivo che viene alla mente ripensando al film è “pittorico”: surrealista nel ritrarre i fiumi di latte della “Califormia”, le olive giganti sognate in superotto, l’onirica pioggia di monete addosso a un uomo che, non solo metaforicamente, si seppellisce vivo pur di non morire a Petralia, profonda Sicilia; caravaggesco nell’uso di colori alla massima saturazione quando descrive Lucy e le sue stoffe nel grigiume della pancia di una nave; degno di Velasquez nelle inquadrature corali di una massa indistinta di migranti anneriti dal fumo delle ciminiere, dalla sporcizia, dalla fatica e dalla fame. Intensissimo nel racconto dell’emarginazione totale di migliaia di persone straniere anche le une alle altre, recluse nel limbo di Ellis Island, che pare una via di mezzo tra un falansterio e un laboratorio per gli esperimenti sulla selezione della razza. Ma sembra che Crialese cerchi di saldare un debito con l’arte in generale e non solo con la pittura: il movimento ondoso dei corpi sballottati durante la tempesta del “grande Luciano” (il grande oceano, come teneramente travisa Salvatore) mimano una coreografia di danza contemporanea, le inquadrature del deserto pietroso siciliano sembrano una scenografia teatrale, mai nascosto è il tributo al cinema neorealista. E gli omaggi sono sempre privi di banalità, inseriti con grande intelligenza nel contesto narrativo.
E’ incantevole il modo che Crialese sceglie per narrare l’epopea dei migranti di un tempo, e non si può fare a meno di confrontare le storie di disperazione dei nostri connazionali di inizio Novecento con quelle di coloro che sbarcano sulle nostre coste oggi, anch’essi con la stessa speranza mista a frustrazione, con gli stessi dolori. Eppure non c’è retorica, non c’è enfasi nella mano leggera del regista che sceglie sempre campi di visuale limitati per escludere volutamente lo spettatore da una meta che non apparirà mai, perchè a quella terra di sogni i nostri protagonisti non apparterranno mai del tutto. Solo il nulla di Petralia viene inquadrato in campo largo, all’inizio del film, come a significare che da una terra senza speranza non si può che voler fuggire.
Anche i nostri “eroi” si stagliano appena dalla massa: non sono speciali, non hanno abilità particolari, non sognano di cambiare il mondo ma semplicemente di uscire dal nulla senza prospettive in cui hanno vissuto dalla nascita; l’unica figura che si distingue per la sua eccentricità è Lucy, giovane inglese di cui non sappiamo nulla ma che si unisce alla famiglia Mancuso per necessità, in modo spontaneo e senza chiedere permesso, per poi divenirne elemento centrale: bellissime le danze di sguardi con Salvatore sulla nave, tenero il modo in cui suggellano la propria promessa di matrimonio (senza amore, ma forse un giorno verrà anche quello, dicono) davanti ai funzionari della macchina per immigrati di Ellis Island.
Sono moltissimi i particolari che rendono davvero speciale il lavoro di Crialese, primo fra tutti il merito di uscire dal circolo vizioso del cinema italiano con un film in costume dal soggetto interessante e raccontato in maniera originale e coinvolgente.
E il finale è da applausi.

26 risposte al commento
Ultima risposta 07/12/2007 18.08.50
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kerkyra  @  25/09/2006 14:45:39
   9½ / 10
Bellissimo, poetico e originale. L'intero dramma dell'emigrazione dei nostri connazionali racchiusa in un'ora e mezzo di ottimo cinema!!!!

suzuki71  @  25/09/2006 13:16:44
   9 / 10
Buonissima regia e splendida fotografia per un film forse un po' lento perchè praticamente senza salti narrativii. Molto poetico, buona prova degli attori, in particolare il protagonista D'Amato, con alcune scene davvero emozionanti per arditezza e genialità delle immagini. La scena della tempesta è una danza, mentre quella conclusiva, a mio avviso, è UNA DELLE PIU' BELLE MIA VISTE SULLO SCHERMO. Ragazzi, altro che scena finale del Codice da Vinci....! Complimenti.

andreapau  @  25/09/2006 11:02:45
   9 / 10
pellicola fintamente piccola,che si veste di kolossal per raccontare una storia ingannevolmente piccola,che si erge a tragedia dell'italia di inizio secolo scorso,ed in senso piu' ampio,a saga di tutti i movimenti migratori.emanuele crialese ci lascia sbigottiti per la maestria che dimostra nel mischiare il meglio del cinema mondiale,assorbendo come una spugna la lezione di neorealismo di visconti,le grandi scene di massa di scorsese e di bertolucci,i "silenzi parlanti" di sergio leone.un citazionismo ironico,il cui prodotto è uno stile fresco,coraggioso e innovativo,che non fà urlare al "già visto" o alla copiatura.senza mai spingere sul pedale della facile emotività,traccia un ritratto asciutto di "come eravamo" e un conseguente implicito disegno di "come siamo diventati".sento forti le radici.lo stile leggero,fiabesco,si sposa con quanto fiabesca è la storia da raccontare,per come incoscientemente la hanno vissuta moltitudini di uomini affamati e attratti da un nuovomondo con fiumi di latte su cui galleggiano carote grandi come tronchi ai quali sostenersi,enormi galline da allevare e alberi carichi di monete da cogliere.il punto di vista è sempre onirico e delicato.l'immaginazione,la speranza,viene fatta prevalere sempre sulla realtà che si profila impietosa.e crialese non ci permette di affacciarci alla finestra a vedere i grattacieli.ma ci permette di sbirciare i contadini che raccolgono frutti di dimensioni abnormi,come la grande america,dove si dice che c'è tanto tanto lavoro.o ci fà sognare un matimonio che diventerà amore,a fronte di quelli per procura,quelli sì reali,con l'amore e i sogni di tante giovani vergini sacrificato sull'altare dei tre pasti quotidiani."la prima classe costa mille lire,la seconda cento,la terza dolore e spavento e puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto....per noi ragazze di terza classe che per non morire si và in america".crialese realizza un capolavoro.ci tiene un mese in nave,facendoci sentire la puzza senza bisogno di inquadrare i bagni.ci fa provare la fame senza mai inquadrare il pane.proviamo il dolore della morte senza vedere il sangue.ci mostra il razzismo,la cattiveria,la presunzione di credersi"domineddio",attraverso gli occhi dell'anima semplice di un popolo che tutto cio'ha subito,senza nemmeno accorgersene

9 risposte al commento
Ultima risposta 05/10/2006 10.38.42
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daniele'78  @  24/09/2006 13:40:59
   9 / 10
Protagonista è la realtà pura e semplice,ma anche intensa e vissuta.
Un quadro neo-realista di grande efficacia,senza la ricerca di colpi ad effetto.
La realtà,come la storia nel manzoni, è sufficiente da sola per fare grande un racconto.

grumi  @  23/09/2006 23:52:01
   9 / 10
Eccellente lavoro sia nella regia quanto nella'interpretaizone di ogni personaggio. Sono d'accordo anche io sul fatto che sia uno dei più bei film italiani degli ultimi tempi. Alcune scene sono fantastiche e con poche inquadrature e ancor meno battute il regista disegna alla perfezione i suoi personaggi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/09/2006 14:53:43
   9 / 10
L'omaggio, dichiarato, nei primi fotogrammi, al Visconti Verghiano di "La terra trema", in quel pezzo di terra che sconfina col mare, che insegue speranze e illusioni, non puo' non trasmettere le stesse emozioni, il pathos di quel magistrale film di Visconti ispirato alle vicende di "I malavoglia".
Visconti realizzo' un capolavoro del neorealismo (oggi datato, anche a causa della difficoltà linguistica del dialetto siciliano degli interpreti), utilizzando veri pescatori, e (buffo e commovente) portando proprio alla mostra del lido di Venezia questa gente umile e apparentemente inesperta: immaginate che singolare esperienza per persone che non avevano mai fatto piu' di due km fuori di casa

"Nuovomondo" è indubbiamente uno dei piu' bei film italiani degli ultimi anni, e avrebbe sicuramente meritato di vincere il leone d'oro a Venezia (dove comunque è stato premiato).
E' un tema, quello degli immigrati italiani, che rischia sempre di scivolare nel patetismo, nella retorica, nella futilità romanzesca.
Tutt'altro: la vicenda della famiglia Mancuso, che lascia la natìa terra per sognare (approdare) a un'utopistico futuro migliore in America, è raccontata senza manierismi (non c'è per dirla tutta l'agiografia enfatica di Tornatore) e con un realismo straordinario, che collima nell'onirismo (la scena in cui il protagonista sogna di essere ricoperto al capo di monete d'oro) senza che questi opposti elementi possano togliere forza e vigore al film (anzi ne escono rafforzati).
Immagini di un'intensità straordinaria, degne delle tele di Guttuso, si aprono a squarci di drammatica epicità: la telecamera che filma dall'alto della nave i volti degli italiani, in particolare, è un'intuizione da cineteca.
Ma è soprattutto la parte centrale la vera rivelazione del film: dopo una burrascosa tempesta di mare, uomini e donne - generalmente divisi - dormono l'uno accanto all'altro, in perfetta simbiosi con la propria speranza (o illusione) interiore.
E altrettanto efficace è stato il rifiuto dell'autore di filmare gli States (neanche Ellis Island o la fantomatica statua della libertà), imprimendo forza e dolore al senso di radicale reclusione degli emigranti a cominciare da tutti gli umilianti riti (visite mediche, test psicoattitudinali) a cui venivano costantemente sottoposti.
L'anello di congiunzione tra il "nuovomondo" (un po' diverso da quello di Malick nel suo ultimo, splendido film) e la tradizione è rappresentato dalla figura misteriosa, inquietante e rarefatta di Lucy, quasi un'eroina Cechoviana, quasi un contrasto stilistico che sembra evocare turbamenti e seduzioni.
Nonostante un paio di cadute narrative, "Nuovomondo" è un'opera fondamentale che merita di essere vista e (soprattutto) "vissuta", magari cominciando a comprendere con sgomento e impotenza l'esilio forzato di tanti profughi di oggi nelle nostre coste, e i loro singoli drammi umani

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Ultima risposta 05/10/2006 12.06.23
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