Joe è un proletario dall'aria sorridente, uscito dalla sua dipendenza all'alcol per riuscire a non disprezzarsi. Joe si dà da fare con un'energia inesauribile, per la scalcagnata squadra di calcio che allena nel quartiere più disgraziato di Glasgow. La vita sembra farsi più dolce quando Joe incontra Sarah, un'assistente sociale appena un pelo sopra di lui nella scala sociale.
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Come sempre Ken Loach sfrutta la " storia " per mettere in luce contraddizioni e ingiustizie sociali. My Name Is Joe è sicuramente uno degli episodi più riusciti all'interno della sua prolifica filmografia, sempre in perfetto equilibrio tra dramma, ironia e umorismo, con un'insolita svolta d'azione nella seconda parte dove i legami tra i personaggi tendono terribilmente a complicarsi. Ottime davvero le caratterizzazioni, sempre a distanza di sicurezza dal pericolo macchietta. Peter Mullan giustamente premiato a Cannes nel 98.