Un percorso misterioso, dove la realtà si confonde con il mistero, il sogno, l’amore, la morte... Una macchina procede lentamente nella famosa Mulholland Drive con a bordo una bruna fatale. La donna non è sola, qualcuno le sta puntando addosso una pistola. Ma il destino è più veloce, dalla direzione opposta, spunta un bolide che travolge la vettura.
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Uno dei capolavori del nuovo millennio. Rivederlo a distanza di anni (dopo la folgorazione della prima visione) ci si accorge ancor di più di essere di fronte a un film di sublime maestria registica e narrativa. Tutte le metafore, le interpretazioni diverse, si incastrano e non si annullano in un gioco fine a se stesso (come accade in Inland Empire). Malick e in parte Lars Von Trier hanno in seguito cercato di creare mondi filmici surreali, colmi di metafore visive e da leggere a più livelli. Estenuanti operazioni d'autore che non mi hanno mai convinto: qui invece tutto è controllato e mai lasciato cadere nel solo sfoggio di tecnica.
Naomi Watts non ha mai recitato così bene, ma la poco conosciuta Harring si difende. Splendide le musiche di Angelo Badalamenti.