Nel 1750 il capitano Mendoza, mercenario e mercante di schiavi, dopo aver ucciso il fratello in duello, si fa gesuita, va in una missione del Sudamerica, riprende la spada per difenderla da una spedizione militare.
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In questo affresco sulla colonizzazione spagnola e portoghese del Settecento, il regista, Roland Joffè, riesce a dirigere un film profondo e significativo, quanto intenso, suggestivo ed emozionante. La qualità tecnica della pellicola è veramente superba: la fotografia è sorprendentemente perfetta; la regia di Joffè precisa e lineare in ogni movimento della macchina da presa; il montaggio ben calibrato; la colonna sonora di Ennio Morricone stupenda, forse una delle migliori; e le interpretazioni di Robert De Niro nei panni di Rodrigo Mendoza e di Jeremy Irons in quelli di padre Gabriel, semplicemente uniche. Il tutto contornato da ogni scena ricca di significato: la scalata di Jeremy Irons e il successivo incontro con gli Indios, dovuto al suo incantevole suonare, che ha destato negli indigeni quel senso di fratellanza e di appartanenza ad un'unica grande famiglia che nessun'altra cosa avrebbe mai potuto creare; il rimorso provato da Robert De Niro nell'aver commerciato quelle creature; la sua penitenza, placatasi con un pianto sommesso e liberatorio; la mitezza dei bambini nella tribù; la costruzione della missione nel villaggio, al disopra delle cascate. Semplicemente un capolavoro.