Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Una breve commedia nera con il personaggio dell'omino versione Woody Allen psicopatico. Una humor però venato da profonda amarezza verso una certa indolenza/indifferenza delle persone nei confronti dei propri simili.
come dice l'amico sotto molto difficile commentare un corto se non si sono mai viste e sentite opere di de la iglesia,io anche è la prima volta che lo sento.. comunque questo corto mi è parso notevole,anche e soprattutto per la fotografia in bianco e nero che lo fa apparire più vecchio e il miscuglio tra noir grottesco e commedia anni '50,il tutto condito con una buona dose di ironia. il killer è uguale a Woody Allen
Se potessi lo classificherei tra i -SENZA VOTO- poichè è difficile giudicarlo per una persona che come me vede per la prima volta un lavoro di de la Iglesia..(a parte FINCHE' MORTE NON LI SEPARI che tra l'altro non ricordo affatto!!) Atmosfere gelide che però mi hanno lasciato perplesso sul significato del Corto stesso!! Un 6 politico,ma perplesso!
il primo lavoro di uno dei registi cult spagnoli, mirindas asesinas è un prototipo, un assaggio di quello che de la iglesia mostrerà più ampiamente nei suoi film futuri, che però mostra già la pricipale peculiarità del regista: il gusto per lo humor nero, per il grottesco, l'abilità nel mischiare horror e commedia con una sensibilità artistica unica ed inimitabile. notevole la fotografia in b/n, che invecchia il film di diverse decine di anni, donandogli un'atmosfera noiresca, e bravissimi gli attori nelle loro brevi ma incisive prove.
l'esordio cinematografico del regista basco, un corto in bianco e nero, in cui sono presenti tutti gli elementi che caratterizzeranno, da qui in avanti, il suo stile. il protagonista della vicenda (interpretato da Álex Angulo, a cui più volte de la Iglesia ha affidato parti di rilievo nei suoi film), un uomo di bassa statura, ma di fattezze bonarie, si reca in un bar (che dà più l'idea di essere un palcoscenico surrealista, avvolto com'è dal fumo delle sigarette - del quale il regista, grazie ad un perfetto uso delle luci, riesce a "catturare" le singole "movenze") x ordinare una bevanda analcolica, la "Mirindas". tutto sembrerebbe procedere normalmente, se il tizio (che, tra l'altro, assomiglia un pò a Woody Allen e ad una persona di mia conoscenza, dj Diego - che forse la parte più "scura" di Roma conoscerà) non cominciasse, improvvisamente, ad attaccarsi a stupide precisazioni morfologiche, a fare strane domande e a mostrare di tanto in tanto una mitraglietta. lo scopo di de la Iglesia è quello di puntare il dito contro l'indifferenza delle persone, un meccanismo cinico e semi-inconscio difficile da scardinare e che alimenta i "mali" del vivere civile, ormai diventata un costume, una prassi, che porta a percepire l'altro come un "fantasma" (tanto che un cliente riuscirà proprio in questo modo a salvarsi). CONSIGLIATISSIMO (UNO DEI MIGLIORI CORTOMETRAGGI CHE ABBIA MAI VISTO) ! ! VOTO 10!! L