l'ultima casa a sinistra (2009)

remake del film di craven del '72, a sua volta rifacimento de 'la fontana della vergine' del grande maestro svedese bergman.
è uno dei thriller più belli che abbia visto negli ultimi anni, e il fatto che l'abbia seguito in apnea pur conoscendo quasi a memoria i due film da cui prende spunto, è indicativo della grande abilità di questo iliadis nell'inserire il film in una struttura ansiolitica e senza tregua in cui lo spettatore è imprigionato insieme ai protagonisti.
la paura più grande che avevo, ovvero che la regia fosse andata in mano ad uno dei tanti shooter à la marcus nispel (che mi sta pure simpatico e mi fa divertire, per carità, ma non si può certo dire sia un fine dicitore della mdp) si è rivelata infondata dopo pochi minuti di pellicola. iliadis alterna inquadrature di poetica bellezza, fa volare la telecamera con eleganza fra i paesaggi boschivi, usa ma non abusa della camera a mano nelle scene più soffocanti, ed il tutto è innalzato di livello da una fotografia spettacolare, che parte da una raffinata luminosità vacanziera per poi incupirsi nei toni più neri della follia mano a mano che i nervi dello spettatore vengono messi alla prova col prosieguo della pellicola.
la trama è simile a quella della pellicola di craven, ma è stata riscritta per non presentare un prodotto-fotocopia. sono state eliminate le due scene forse più famose del film di wes, espulsi gli insignificanti siparietti comici ed in generale a tutti i principali turning point si arriva attraverso un percorso diverso.
ottime le prove degli attori. dillahunt ha dovuto raccogliere la pesante eredità di hess e ha fatto del suo meglio, ma è ovvio che il paragone con la malvagità fatta uomo del primo krug (che poi diventerà krueger, un nome che qualche appassionato di horror potrebbe riconoscere ^_^) sia del tutto impari.
dopo che alcune persone abbandoneranno la casa con la barca, fatevi un grosso regalo e uscite dal cinema, perchè i due minuti finali sono proprio insulsi.