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Senza ombra di dubbio il capolavoro di Antonio Rezza, qui all'apice della sua vena dissacrante. Ritmo e battute dosati alla perfezione, con alcuni colpi di genio che rimarranno tra le stoccate più apprezzate del suo repertorio ("Tra noi e i morti l'unica differenza è ju processo di putrefazione").
"Noi siamo le uniche persone che invece di schiacciarlo sto pisolino, stamo a rimanè schiacciati da sto pisolone gigante"
Il top della comicità finto-demenziale di Rezza, fatta di accumulazione ed esagerazione, ma che cela dietro sempre vividi messaggi di critica verso la società bigotta, ipertecnologica, oppressiva e, di conseguenza, monotona. Qui Rezza e Mastrella colpiscono a ripetizione con una serie di battute sul sonno che prevarica ogni altra azione nell'uomo d'oggi, il quale, come si dice testualmente, non riceve più alcuno stimolo dall'esterno. Un genio, un comico, un macchiettista, probabilmente il campione del weird in Italia. Per me è già cult.
Sempre la nostra condizione esaminata con l'occhio particolare di Rezza,corto comico solo fino a quando non si capisce che quello che dice è tremendamente vero,tanto vero da far sentire a disagio. Frase finale emblematica. Di quelli che ho visto è forse il migliore di Rezza.
In questo corto viene illustrato un paragone tra due persone e i morti.
Forse più profondo e leggermente meglio diretto rispetto ad altri lavori di Rezza, che ad ogni modo son sempre di un livello variante tra il discreto e dil buono.
Si ride pure meno qui, lasciando più spazio a pensieri e riflessioni.
I corti di Rezza, non badano alla forma, al montaggio o ad altro... Anzi si basano sulla brutalità cinematografica per trasmettere subito e meglio il messaggio... In questo corto ci mostra, con la metafora del sonno, la nostra fuga dai problemi e dalla vita rifugiandoci in noi stessi. La non-voglia di vivere è l'ORRORE più grande e si finisce a rinchiudersi in se, e come il sonno, a non affrontare e impigrirsi nella tristezza... Di quelli che ho visto per ora credo che sia il suo miglior lavoro..Bravo...
Fra quelli che ho visto di Antonio Rezza è il più inquietante. Si ride ma se rifletto un attimo, c'è poco da vivere. Non è l'orrore di vivere, bensì il suo rinunciarvi.