le tre scimmie regia di Nuri Bilge Ceylan Turchia, Francia, Italia 2008
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le tre scimmie (2008)

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locandina del film LE TRE SCIMMIE

Titolo Originale: ÜÇ MAYMUN

RegiaNuri Bilge Ceylan

InterpretiYavuz Bingöl, Hatice Aslan, Ahmet Rıfat Şungar, Ercan Kesal, Cafer Köse, Gürkan Aydin

Durata: h 1.49
NazionalitàTurchia, Francia, Italia 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2008

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Trama del film Le tre scimmie

A forza di piccole bugie diventate grandi menzogne, una famiglia tenta disperatamente di restare unita rifiutando di affrontare la Verità. Per non dover sopportare responsabilità troppo pesanti ha scelto di negare questa Verità, rifiutando di vederla, sentirla e parlarne, come nella filastrocca delle "Tre scimmie". Ma giocare alla tre scimmie basterà a cancellare tutta la Verità?

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Voto Visitatori:   6,97 / 10 (16 voti)6,97Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior regia (Nuri Bilge Ceylan)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior regia (Nuri Bilge Ceylan)
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Voti e commenti su Le tre scimmie, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  20/06/2023 10:54:39
   8 / 10
Un rigorosissimo film sull'opportunismo: tutti e quattro i personaggi principali, in modo diverso e con intenti differenti, sfruttano l'occasione. E le scelte umane creano gli inevitabili presupposti per la tragedia, il senso di colpa e la violenza. Un'opera che come ci ha insegnato Ceylan fa della cupezza dei temi e dei toni la cifra stilistica del cinema del regista turco, capace come pochi di raccontare il suo paese fin nelle contraddizioni della sua anima. I chiaroscuri della messa in scena vengono progressivamente risucchiati da una palette sempre più scura e opprimente, i tagli di luce si fanno sempre più rari, i personaggi sono progressivamente avvolti in una coltre notturna che rispecchia ciò che hanno dentro, che rispecchia l'affiorare di stati d'animo che possono portarli a fare qualsiasi cosa contro se stessi e gli altri. E poi arriva un finale che nel suo cinismo asettico è di una brutalità umanamente disarmante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/06/2022 16:08:22
   7 / 10
Lento e graduale processo implosivo di un nucleo familiare in cui ormai il rimosso, il non detto e soprattutto la menzogna diventa l'unico supporto alla mancanza completa di comunicazione. Il tutto diventa disfunzionale e Ceylan procede per gradi lenti ma inesorabili sono sottolineati da una fotografia quasi sbiadita e tendente al seppia, meccanismo figurativo dove le tre scimmie (padre, madre e figlio) scivoleranno inesorabilmente. A livello tecnico il film è ineccepibile come la cura e lo sviluppo dei personaggi. Certamente è un film che accusa una certà rigidità a livello narrativo, maggiore più del dovuto rispetto a Winter sleep o C'era una volta in Anatolia. Ribadisco che le coordinate del regista turco passano o hanno come riferimento il cinema di Antonioni.

Oskarsson88  @  17/03/2020 12:43:46
   7 / 10
Molto cupo, cinico e senza speranza. Un'umanità costituita da menzogne e in cui il denaro fa da padrone. Alcune immagini molto belle, per altri versi invece il ritmo blando che potrebbe aiutare all'immersione e all'introspezione fanno si che la visione si appesantisca. Primo film di NBC che vedo, curioso di vederne altri.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  31/03/2012 20:15:43
   7 / 10
A questo punto aspetto "Once Upon A Time In Anatolia" (che già dalla trama mi sembra paurosamente bello) per avere quello che voglio da NBC. Sì, neanche "Uc Maymun" è riuscito a convincermi. "Bisogna dimenticarsi tutto quello che si è studiato per fare davvero qualcosa" diceva il grande Ludwig Wittgenstein, e Ceylan mi pare invece faccia il contrario. Vero che è un allievo di Tarkovskij, vero che è bravissimo. Ma è anche vero che i suoi film son tutti uguali e annoiano anche tanto. Anche Malick e von Trier sono allievi di Tarko, ma i loro film sono bellissimi e originali. Ceylan difetta di idee, ma difetta anche di stile. La sua è tecnica, ma la dimensione estetica nei suoi film non c'è. O è acerba. Potrei tranquillamente copiare e incollare lo stesso commento per tutti i suoi film (Uzak forse si svincola, e Clouds Of May presentava anche una tematica ecologista davvero interessante). Il premio a Cannes è immeritato. Ameno ché non venga premiato l'esercizio di stile. Tantissima forma, nessun contenuto, o perlomeno un minimo grado di contenuto artistico. I suoi film sono trattati di psicologia. Belle immagini, ma nulla di più. Ovvio che certe scene sono da capogiro, però un film non si fa con qualche sequenza venuta particolarmente bene. Attendo trepidante il suo ultimo, sempre più scettico.

Estonia  @  12/01/2012 01:40:13
   8 / 10
Visivamente magnifico. La scelta e l'elaborazione delle immagini fanno di questo film un piccolo gioiello. Le inquadrature sono di una bellezza quasi pittorica, con cieli nuvolosi e cupi, campi d'erba accarezzati dal vento, scorci vertiginosi di palazzi, splendidi contrasti di luci e ombre.
Quello di Ceylan è un estetismo ricercato, rigoroso, ma mai fine a se stesso. Più che con i dialoghi, le emozioni vengono rese con un'iconografia digitalizzata estremamente raffinata, l'uso di primissimi piani e campi lunghi, la dinamica degli sguardi, la deliberata riduzione al minimo dell'azione narrativa, e tempi estremamente dilatati. Il ritmo quindi è complessivamente molto lento, straniante, senza però dare mai un'impressione di freddezza o distacco.
Il precario equilibrio familiare si regge sulla menzogna, sul non detto, e l'incapacità di comunicare, di assumersi responsabilità da parte dei protagonisti genera rapporti vissuti all'insegna di un'angoscia trattenuta e passiva. Il riaffiorare del 'fantasma' del figlioletto morto ha quasi la funzione di portare una sfumatura di quiete in un panorama affettivo desolante e irrimediabilmente compromesso.
Finale coerente con l'atmosfera di infelicità irrisolta che caratterizza tutta la vicenda. Il tentativo di suicidio della donna? La possibilità di comprare la libertà/complicità di una terza persona, dando di nuovo il via a un circolo vizioso di responsabilità evitate per mezzo del denaro? Tutto ciò rimane in sospeso, senza soluzione e senza speranza, nel quadro cupo del temporale della bellissima scena che chiude il film.

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  09/11/2010 17:09:13
   7 / 10
Come nel precedente "Il piacere e l'amore" N. Bilge Ceylan si conferma regista di spessore, che sa offrire soluzioni di grande raffinatezza estetica, in questo caso anche dal punto di vista fotografico. Eppure le tinte livide con cui è ritratta la periferia di Istanbul non riescono mai a trasmettere veramente né il senso tragico della condizione familiare, vilipesa e svenduta negli affetti, né il cinismo che dal potere politico si trasmette, pervasivo, agli ultimi, ai vinti. Non so, sembra che manchi, per l'appunto, l'ineluttabile peso della sconfitta che dovrebbe essere poi il senso ultimo del film.

aiemmdv  @  24/05/2010 18:29:47
   7 / 10
Stilisticamente Ceylan mi entusiasma:
Più che ad assistere ad un film sembra di vedere un album fotografico in leggero movimento.
Inquadrature mozzafiato e immagini di una bellezza poetica infinita che resteranno indelebili nella mia mente.
Ma una trama è eccessivamente scarna rende il prodotto nel complesso inferiore a Il piacere e l'amore.

gandyovo  @  17/12/2009 18:45:40
   7½ / 10
decisamente un bel film!

carriebess  @  23/07/2009 15:14:44
   3½ / 10
film che non scorre e non riesce negli intenti e nelle tematiche proposte.

bulldog  @  21/07/2009 20:26:30
   3 / 10
A Cannes si son bevuti il cervello a premiar un film simile.
Voleva essere un film dalle tematiche ambiziose sul potere del denaro ma il risultato è un film piatto,scialbo e oltretutto con pessimi attori.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/06/2010 23.30.27
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addicted  @  03/06/2009 18:09:29
   9 / 10
Le tre scimmie. Non vedo, non sento, non parlo. Tre personaggi, una storia di incomunicabilità, rancore, ipocrisia e cinismo. Un quadro dolente di una umanità che stenta a trovare de stessa.
Regia paurosa, con una fotografia da sballo. Alcuni momenti onirici sono indimenticabili. Finale lungo, dolente e reiterato. Un sonoro pazzesco, così evocativo e fondamentale per la costruzione delle sequenze che mi ha ricordato il miglior Antonioni.
Il cinema europeo quando ha qualcosa da dire e i mezzi per dirlo (nel 2008 spiccano Gomorra, Lasciami entrare e Le tre scimmie), si attesta su livelli che le le produzioni americane sono destinate a poter solo sognare. Viva la cultura europea! Avanti così, ragazzi!!! Facciamogli vedere chi siamo!!!

alexp79  @  30/03/2009 17:25:44
   7 / 10
non male, uno di quei film che tornerà in mente.
Certo se cercate 2 ore si sano intrattenimento statene alla larga

giumig  @  15/12/2008 22:52:43
   6 / 10
regia e fotografia bellissime, trama e sceneggiatura da rivedere.

Crimson  @  23/09/2008 19:27:17
   7 / 10
Il film turco premio per la miglior regia al festival di Cannes 2008. Un film effettivamente registicamente superlativo, con una fotografia sporca e cupa che rende moltissimo le dinamiche e gli aspetti psicologici della vicenda, che ha per protagonista una famiglia (padre, madre e figlio diciottenne). In termini di rapporti famigliari, non basta superare (o avere percezione di riuscirci) un lutto singolarmente. E' quello che accade in questo triangolo: viene a galla la perdita del figlio minore e la non completa elaborazione. Certe dinamiche tornano a galla inevitabilmente alla luce di un elemento esterno che mina l'equilibrio della famiglia: trattasi di un politico col quale tutti e tre i protagonisti hanno in un modo o nell'altro a che fare. Un forte senso dell'onore e tanto, tantissimo peso dell'aspetto non verbale in un film che esaspera quest'ultimo elemento, mostrandosi di una lentezza che seppur funzionale alla storia appare leggermente spropositata. Troppo debole, comunque, la chiave del figlio scomparso per approfondire la psicologia dei personaggi che a volte mi sono apparsi di un'imperturbabilità straniante. Ho trovato eccezionale la prova dell'attore Ahmet Rifat Sungar (il figlio).

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/09/2008 07.40.09
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suzuki71  @  22/09/2008 11:06:41
   8½ / 10
Magnifica angoscia, claustrofobia e denuncia sociale assieme. Il film è esclusivamente basato su quattro attori, eccellenti. Potente fotografia e buonissima sceneggiatura per un film più turco che francese.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  17/09/2008 15:07:08
   9 / 10
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