le chiavi di casa regia di Gianni Amelio Italia, Francia, Germania 2004
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le chiavi di casa (2004)

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locandina del film LE CHIAVI DI CASA

Titolo Originale: LE CHIAVI DI CASA

RegiaGianni Amelio

InterpretiKim Rossi Stuart, Charlotte Rampling, Andrea Rossi, Alla Faerovich, Pierfrancesco Favino

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia, Francia, Germania 2004
Generedrammatico
Tratto dal libro "Nati due volte" di Giuseppe Pontiggia
Al cinema nel Settembre 2004

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Trama del film Le chiavi di casa

Gianni, un uomo giovane, un uomo come tanti, dopo anni di rifiuto, incontra per la prima volta, su un treno che va a Berlino, suo figlio Paolo, quindicenne con gravi problemi, ma generoso, allegro, esuberante. Il film è la storia di una felicità inaspettata e fragile: conoscersi e scoprirsi lontani da casa. Il loro soggiorno in Germania e poi un imprevisto viaggio in Norvegia fanno nascere tra i due un rapporto fatto di scontri, di scoperte, di misteri, di allegria...

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Voto Visitatori:   6,60 / 10 (88 voti)6,60Grafico
Miglior sonoro
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior sonoro
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Voti e commenti su Le chiavi di casa, 88 opinioni inserite

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Commenti negativiStai visualizzando solo i commenti negativi

metafisico  @  13/08/2007 17:42:14
   1½ / 10
un "film" che raccatta pietà in maniera allucinante.
Del resto i filmetti italiani di oggi sono quasi tutti così....
Indegno

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/08/2007 18.31.33
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AKIRA KUROSAWA  @  11/05/2007 18:54:54
   1 / 10
non sopporto questo genere di film....

DEBORAH R.  @  13/02/2006 01:01:10
   1 / 10
Amelio dovrebbe pensare a fare film sull'omosessualità, visto che sappiamo che è un argomento che lo riguarda da vicino, invece di imbarcarsi in temi delicati, ma che non ha mai vissuto sulla propria pelle. Manca totalmente di rispetto verso il disabile, mettendo in scena solo il dolore e la, in questo caso, stupida vergogna del genitore. I disabili vengono percepiti come fenomeni da baraccone, come animaletti da coccolare e da compatire, da usare per arricchirsi a livello interiore, per elevarsi alla massima potenza, per potersi guardare allo specchio e dirsi 'sono bravo davvero a prendermi cura di lui, ad amarlo'. Del loro dolore, della loro rabbia non ne esiste traccia. Ah già... ma loro sono protetti dall'amore che li circonda, come dice Charlotte Rampling in una delle scene più stupide e offensive della storia del cinema italiano. Sono solo i genitori a soffrirne. Mi stupisco, come al solito, delle migliaia di voci positive che si sono elevate a nome di questo film. Trovo fuori luogo dire che sia tratto dal libro di Pontiggia, perché del lungo, faticoso e doloroso cammino che un padre e un figlio fanno insieme verso l'accettazione non c'è nulla. Il personaggio di Kim Rossi Stuart è imbarazzante (come lo è la sua recitazione!), creato solo per intenerire chi è sensibile al suo cosiddetto fascino. E' vergognoso. Vergognoso vedere quanta gente ci caschi in questi facili e superficiali sentimentalismi. Usare un ragazzino disabile, ma dico usdarlo perché in questo film è stato usato, è stato solo un atto cinico e spudorato. Amelio si divertiva a raccontare l'aneddotto della famosa scena dove il padre guida e il bimbo gli sposta il volante, ma non ha capito che la bravura di un regista non si vede da questo. Se volete vedere un autentico gioello su questo argomento non perdetevi 'Il mio piede sinistro' o 'Mare dentro'. Amelio non mi è mai piaciuto, ho sempre considerato i suoi film pretenziosi, noiosi, pomposi... ma con 'Le chiavi di casa' il suo livello si è abbassato a livelli indecenti... che si ritiri, una volta per tutte.

4 risposte al commento
Ultima risposta 01/10/2011 14.46.43
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  21/12/2005 14:08:10
   4 / 10
A parte l'incapacità ormai ben nota di Kim Rossi Stuart, il film è di una noia mortale e appartiene a quei film drammatici che vanno di moda in Italia che trattano argomenti delicanti in maniera molto superficiale. Poi personalmente non sopporto i finali inconcludenti!

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2006 00.03.10
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FedericoBlasco  @  16/11/2005 10:42:36
   4 / 10
un film deludente visto le aspettative,il finale poi è di quelli che nessuno si aspettava....di quelli che dici"ho speso i soldi per vedermi stà *******?"

Gruppo REDAZIONE maremare  @  16/11/2005 01:13:58
   5 / 10
A conti fatti il clamore veneziano di qualche anno fa risulta eccessivo, per un film che affronta il tema dell'handicap senza mai convincere fino in fondo.

*Eleonora*  @  08/11/2005 00:23:02
   4 / 10
Giuro che la parte che più mi ha emozionata sono quei 5 minuti(davvero non di più) di recitazione di Pierfrancesco Favino che parla al bar con Stuart.
tutto il resto è noia...Ho la bruttissima impressione che Amelio abbia "utilizzato" l'rgomento delicatissimo dell'handicap di un bambino per far andare la gente al cinema...spero di sbagliarmi, comunque il film non mi è piaciuto per niente, non è riuscito a toccarmi neanche un pò.. : ( voto:4

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  03/11/2005 22:59:25
   4 / 10
un film che dall'inizio alla fine cerca di commuoverti senza pero colpire nel segno...tentativo fallito di imitare "l'ottavo giorno".

freedom  @  16/03/2005 11:01:29
   4 / 10
Voto 4 solo per l'argomento di tutto rispetto trattato in queto film.
Ma una persona che vuole trattare un argomento cosi delicato deve anche capire che non può pensare che la gente resti seduta a guardare il film solo perchè parla di un bambino con un handicap.
Ripeto che voto 4 solo per l'argomento trattato,altrimenti una stella non gli e latoglieva nessuno.
Secondo il mio parere si poteva trattare lo stesso argomento anche dando + vita al film.
W la libertà.
Freedom (solidale)


MISTER NO  @  04/02/2005 11:45:59
   1 / 10
Questo film dimostra la definitiva scollatura tra il cinema italiano e la realtà. Scollatura che possiamo far partire dai primi anni '80, da Nanni Moretti in poi, per essere precisi. Qualcuno è stato sorpreso che non sia entrato nella cinquina degli oscar? Ho fatto fatica a non addormentami io, mi immagino i giurati dell'academy... Mi sembra molto presuntuoso questo film di Amelio, più presuntuoso ancora de "il ladro di bambini", dove almeno c'era ancora una parvenza di sceneggiatura. Qui, con la scusa dei buoni sentimenti e del "vogliamoci bene" , tanto cari ad Amelio, si passa sopra a tutto: storia inesistente, regia sciatta, recitazione approssimativa. Un'opera davvero imbarazzante. Mi viene in mente quello che è stato capace di fare, trattando temi analoghi, un regista come Werner Herzog. Ma tra Herzog e Amelio c'è sicuramente una grande differenza di sensibilità e di cultura, oltre che una visione del cinema totalmente diversa. Preoccupante è il fatto che questi siano i film che adesso rappresentano il cinema italiano nel mondo, che dopo esserci fatti conoscere per la grandezza dei vari Fellini, Visconti, Leone, Bertolucci siamo potuti arrivare a farci rappresentare da Moretti e Amelio.

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  30/01/2005 13:46:57
   5 / 10
Ho dovuto ricorrere a tutte le mie energie per non addormentarmi o per restare seduto a finire di guardare 'sto film. Piattume totale, finchè non ti rendi conto che ti si sta propinando un altro beverone televisivo, fiacco, presuntuoso e ovviamente ruffiano. Ed è allora che iniziano a girarti le palle. Con tanto di moralismo strisciante, ma ipocritamente non dichiarato. La struttura e gli elementi del film sono ingiudicabili, perché non mi sono arrivati. A questo genere di roba e di ricatti sono refrattario.
A settembre, appena uscito il film - che non avevo la minima intenzione di vedere al cinema -, ho assistito a un incontro con l'autore che lo presentava, insieme a un critico-professore leccak'ulo che lo esaltava e sparava veleno contro la giuria di Venezia che non l'aveva premiato (e meno male!). C'era in Amelio (e questo mi dispiace tantissimo per lui) una malcelata presunzione, una pretesa nemmeno tanto velata di aver fatto un capolavoro da premio per un festival come quello di Venezia. Pretesa giustamente e fortunatamente disattesa. Ricordo di aver provato già allora una forte sensazione di fastidio riguardo questa dissimulata arroganza. Poi nel frattempo ho visto il film di Leigh, vincitore della mostra, e quello di Kim Ki-duk, che gli contendeva la vittoria; da ultimo, Le chiavi di casa. La sensazione di fastidio si è trasformata in vero disgusto: "Il segreto di Vera Drake" e "Ferro3" sono su un altro pianeta. Qui in Italia continuiamo a piagnucolare e a protestare per i mancati premi, ma mai che ci mettiamo a fare del buon cinema (invece che della pessima e pretenziosa televisione).

4 risposte al commento
Ultima risposta 09/11/2005 09.31.44
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carmy71  @  15/11/2004 11:00:52
   3 / 10
Un film che non si capisce dove vuole arrivare, storia assurda, incompleta, poco coinvolgente, recitazione pessima, insomma un film da non vedere e si voleva che vincesse il festival di venezia.... pazzesco!!!!

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/12/2004 13.12.27
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drakessa  @  30/10/2004 22:13:26
   5 / 10
Non mi addormanto mai davanti a un film,ma questa volta mi è successo!
Molto lento e noioso...Un saluto a tutti

alesfaer  @  27/10/2004 03:19:11
   1 / 10
nn ricordo nulla, troppo fiacco il film mi sono appisolato

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/10/2004 14.53.50
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*Fata*  @  19/10/2004 21:16:37
   3 / 10
orribile!orribile!orribile!
pensano che vedendo un film cambino le cose,che la gente cambi il suo modo di comportarsi?
poveri piccoli ipocriti illusi...

15 risposte al commento
Ultima risposta 09/11/2004 21.13.13
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Mama-kin  @  11/10/2004 01:25:05
   4 / 10
Ma ... ma ... che il tema affrontato sia lodevole nessun dubbio , ma diamine tantissime scene son proprio girate male , e nei pezzi con Kim rossi stuart (ahinoi il 90% della pellicola) si toccano veramente i picchi di inespressività e , se mi è permesso coniare un termine nuovo , di "anti-cinema" .
Mi dispiace per chi si è emozionato con questo film , ma per quanto mi riguarda non mi ha lasciato veramente NIENTE .
E dire che le premesse c'erano tutte ... Scialbo e inconcludente . Voto quattro

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/11/2006 00.20.23
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Gatta Matta  @  07/10/2004 21:22:08
   4 / 10
Una vera BARBA

totydm  @  03/10/2004 09:49:31
   1 / 10
Bruciate questa pellicola!
dopo aver letto i commenti positivi sono andato molto entusiasta al cinema...ma mi sono accorto di aver buttato 5?...il film è povero, lento, con una trama lentissima e a tratti troppo veloce....evitatelo...NON SCARICATELO NEANCHE IN DIVX XKè è SPRECO DI SPAZIO SUL VOSTRO HD

85 risposte al commento
Ultima risposta 22/10/2004 08.46.36
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norah  @  25/09/2004 19:53:06
   5 / 10
e poi si chiedono perche non ha vinto l oscar...mah

11 risposte al commento
Ultima risposta 02/10/2004 19.00.23
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lo zio  @  20/09/2004 11:40:48
   5 / 10

premessa: conosco Amelio solo per le sue opere filmiche (capolavori quali
IL LADRO DI BAMBINI, LAMERICA, COSI' RIDEVANO e LA FINE DEL GIOCO), purtroppo non mi sono mai avvicinato alla sua saggistica che mi dicono sia di altissimo livello...non so se questa conoscenza imperfetta possa risultare sufficiente per capire una figura a tutto tondo del cinema italiano come Gianni Amelio.
Di sicuro, i suoi film erano di grande livello perchè rappresentavano la sintesi di grande proprietà tecnica, momenti di poesia e innovativi spunti di riflessione
( data anche la grande attenzione del regista su scottanti problematiche sociali).
Secondo me, LE CHIAVI DI CASA è lontano anni luce da queste qualità.
Oltre al fatto che sia un film che scorre abbastanza bene, il rapporto umano fra i due personaggi principali non decolla, restando sempre ancorato all'espressione belloccia di Rossi Stuart e al macchiettismo( anche divertente, per carità) di Andrea Rossi.
Interazioni interessanti fra padre e figlio sono rare e piuttosto scontate.
L'emozione che poteva sorgere dalla descrizione di un rapporto come questo
non si concretizza mai.
Gli spunti di riflessione interessanti sono limitati al solo personaggio di Charlotte Rampling (amore-odio verso l'handicap, ecc...), l'unico veramente
"scomodo" e reale: infatti viene lasciato ai margini e non approfondito.
Che RAI cinema abbia spinto per eliminare le fasi più appuntite di questo film? Che lo abbia prodotto solo per avere il nome da vittoria a Venezia , senza poi sostenere gli elementi più pericolosi dell'opera?
Mi auguro che in fondo sia così, voglio pensare che il film non sia solo farina del sacco di Amelio

10 risposte al commento
Ultima risposta 22/09/2004 10.44.37
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Viaggiatore  @  16/09/2004 11:33:50
   4 / 10
Forse non era la serata più adatta per spararsi un colpo nelle parti basse, ma tant’è ieri sera sono stato a vedere questo film, così portatore di discussioni per tutta Venezia.
Il film è la storia di un giovane padre che tenta di prendersi cura per la prima volta dopo 15 anni del figlio handicappato. Quindi non è sicuramente un argomento semplice e leggero da affrontare, ma il modo in cui viene affrontato comunque non mi ha convinto.
1) L’ho trovato molto lento, a volte troppo, con primi lunghissimi piani che dovevano essere di pathos, ma che invece erano solo noiosi (ho anche pensato sul primo piano della Rampling che si fosse inceppata la pellicola).
2) Non si affronta il problema, non si parla delle difficoltà di avere un figlio handicappato e curarlo, della diffidenza della gente, dei limiti della società, e quindi il film è mozzo.
3) Dialoghi un pò forzati hanno accompagnato lo “svilupparsi” della vicenda, Rossi e la Rampling parlano come se si conoscessero da sempre e si permettono di lasciare il discorso a metà...’tanto poi ci rivediamo’.
4) Cosa centra far apparire un’infermiera cha fa il suo lavoro come una nostalgica dei campi di concentramento, lo stereotipo fine a sè stesso, allora non lamentiamoci se ci dipingono pizza, mandolino e Berlusconi, noi non siamo migliori verso gli altri.
5) Il finale è al limite del ridicolo... fuori dalla realtà, non lo posso descrivere perchè è spoiler, però chi l’ha visto e ha senso critico può capire che quelle cose non succedono.
6) Abbastanza bene K. R. Stuart nel ruolo del padre, l’ho trovato credibile anche se ogni tanto magari era troppo a cane bastonato, la Rampling fa la ‘battuta’ più coinvolgente di tutto il film, il ragazzo è simpatico, ma francamente non ho capito tutte le volte che apriva bocca partiva una risata in sala come se avesse detto chissà cosa....mah che c’è da ridere??
7) Che qualcuno insegni ai nostri fonici il loro lavoro, non è possibile che per sentire un film bisogna avere la parabola....sbagliano i filtri sonori, si sentono tutti i rumori esterni e per comprendere una domanda bisogna tentare di interpretare la risposta.... e io ci sento benissimo!!!

Questi sono i punti salienti, ma tutto poteva essere sorpassato se il film mi avesse emozionato, e questa purtroppo è la pecca più grande, secondo me non emoziona, ma annoia, non ti coinvolge, ma si fa guardare con distacco.
Storia difficile ed encomiabile è il tentativo di fare parlare di un mondo così duro e lontano da molti, forse è questo alla fine l’unico pregio del film che ti induce a pensare a questa realtà, anche se per poco perchè ti ricordi più che hai sbadigliato che dell’argomento affrontato.
Se avete passato una giornata da media a difficile lasciate perdere.


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Ultima risposta 16/09/2004 11.46.48
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beppe74  @  16/09/2004 02:00:49
   4 / 10
Il film non e' bello ed e' anche noioso.
Peccato inoltre che un argomento cosi' importante, delicato ed attuale come il rapporto tra un padre e un figlio diversamente abile sia affrontato con tanta superficialita' e incompetenza... Troppo pretenzioso!
Speriamo che non passi troppo tempo prima che un regista piu' originale decida di affrontare lo stesso argomento e riparare il danno (magari regalandoci qualche emozione in piu').
Bravo il ragazzino. Fa quasi pena Kim Rossi Stuart nella sua interpretazione, con la sua faccia monoespressiva.
Ma la sua faccia e' bella... cosi' come la canzone di Vasco Rossi usata nello spot... e la promozione del film e' proprio ben congegnata!... affannosa!
"Ma si... vedrete che correranno tutti a vederlo! A colpo sicuro!" "Si... il film non e' un granche'... ma bastano poche cosette messe al posto giusto per scatenare la curiosita' e l'avidita' delle masse..." "e poi... che si puo' dire del tema affrontato?... niente!... lodevole!".
Uno scarno libretto con il copione del film, piu' un libro del regista di contorno... ed il gioco e' fatto! Batti il ferro finche' e' caldo... c'e' da campare!... eccome se c'e' da campare!

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Ultima risposta 16/09/2004 11.31.40
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