la terra regia di Sergio Rubini Italia 2005
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

la terra (2005)

Commenti e Risposte sul film Recensione sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film LA TERRA

Titolo Originale: LA TERRA

RegiaSergio Rubini

InterpretiFabrizio Bentivoglio, Claudia Gerini, Sergio Rubini, Massimo Venturiello, Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi

Durata: h 1.52
NazionalitàItalia 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2006

•  Altri film di Sergio Rubini

Trama del film La terra

Dopo la morte del padre, i rapporti tra quattro fratelli divennero molto tesi e contrastanti, a causa di alcune questioni riguardanti l'eredità. Quando diversi anni dopo, si ritrovano nel paese natale le vecchie ferite ed i vecchi rancori tornano a galla rianimando le discussioni...

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   6,92 / 10 (58 voti)6,92Grafico
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su La terra, 58 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 1  

Maniac Cop  @  29/10/2009 17:55:23
   6 / 10
Mi accodo a buona parte dei commenti. E' un film a metà, ambizioso ma non riuscito, sebbene sia superiore a molti lavori di Rubini precedenti. Ma una curiosità: come mai su una mia vecchia guida alle videocassette (dell'anno 1999) mi spunta già un film di Rubini intitolato "La Terra", e risulta del 1994-95?? Non è affatto un errore, dato che l'enciclopedia è del 1999 e il film che sto commentando adesso era ancora di là da venire!

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/11/2009 19.57.22
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  13/01/2009 20:13:59
   7 / 10
Visto ieri, per la prima volta, al festival del cinema a Bari. Il film mi è piaciuto abbastanza nonostante qualche piccolo difetto.
La regia di Sergio Rubini è davvero ottima, una vera sorpresa, buonissimo anche l'utilizzo delle musiche e le ambientazioni. Di certo la capacità di Rubini di dipingere il sud e in questo caso la puglia, è straordinaria. Il film è vero, sincero e molto simile alla realtà di degrado di questi paesi. Rubini dirige un quadro perfetto della famiglia, dell'attaccamento incondizionato alle proprie radici, la terra d'origine è quella che si vive, che si respira e che non si dimentica mai, anche se uno tenta di allontanarsi prima o poi dovrà farci i conti. Il film è molto autobiografico in questo senso. Il protagonista (un Bentivoglio non troppo ispirato) proverà sulla sua pelle questo peso, il suo passato.
Il resto del cast è discreto: bravo Venturiello, mentre Solfrizzi è simpaticissimo ma poco credibile (io lo vedo troppo legato ai suoi vecchi ed indimenticabili personaggi comici, Toti e Tata in primis). Sergio Rubini al contrario è enorme come sempre.
Alcune scene sono riuscitissime, il colpo di scena sull'identità dell'assassino è interessante e non scontata a mio parere, il finale purtroppo è banale e stucchevole oltre che confuso.
In definitiva un film riuscito, che si lascia seguire anche con un pò di ironia soprattutto nella prima parte.

11 risposte al commento
Ultima risposta 18/01/2009 19.33.02
Visualizza / Rispondi al commento
scognamiglio  @  20/12/2008 01:35:53
   5½ / 10
Il film non si discute, ottimi attori, ottima regia.
Il mio rammarico, grandissimo, sta nella lingua usata dagli attori: è possibile che a Mesagne, provincia di Brindisi, si parli barese??? E' possibile che non si riconosca al SALENTO il proprio dialetto, che non ha niente a che vedere col barese; ci sono rimasto malissimo quando li ho sentiti parlare in quel modo, una lingua, quella barese, che per noi salentini, è completamente estranea, gli accenti, il dialetto, il tutto è completametne diverso. Mi spiace per questo, perchè credo sia una mancanza di rispetto per noi salentini, che siamo quasi un milione e mezzo di persone. Ci siamo stancati di essere considerati un unica regione, la puglia, ergo bari (rivendico il SALENTO come regione autonoma). Non abbiamo niente a che fare con Bari, ci sono più di 100 Km tra Mesagne e Bari. Non posso dare più di 5 e mezzo. LECCE non è bari.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/06/2013 04.02.39
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI martina74  @  10/05/2007 12:30:50
   5 / 10
I fratelli Karamazov alla pugliese.
Sono in quattro: Bentivoglio è un Ivan filosofo e razionale (ma un po' catatonico), il pragmatico e materialista Dmitrij è Solfrizzi, Alekseij il mistico sognatore idealista è Briguglia... non manca il fratellastro cattivone Venturiello, tal quale a Smerdjakov.
C'è anche l morto ammazzato, non il padre ma uno spregevole individuo la cui sola raigone d'essere nel film è di venire ucciso.
E da qui il giallo, ma di così banale soluzione da sembrare uno schema di parole crociate facilitate.
Il tutto girato in una Puglia un po' arretrata e un po' patinata, e accompagnato da una colonna sonora proprio furbetta.

Sergio Rubini pecca di presunzione nel dirigere "La terra", lui stesso si traveste troppo, si deforma diventando macchiettistico; sceglie attori spaesati o francamente imbarazzanti (vedasi la Gerini che diventa involontariamente comica), per confezionare uno spot di promozione turistica del tipo "invito in vacanza con delitto".
Abbastanza deludente, a tratti irritante.

14 risposte al commento
Ultima risposta 15/08/2007 00.47.37
Visualizza / Rispondi al commento
macinazzi  @  16/01/2007 17:04:13
   8 / 10
rubini eccezionale come la solito in un film molto ben fatto e che non è assolutamente lontano dalla mentalità della maggior parte della gente dei paesini del sud.c'è un difetto a livello dialettico:rubini parla il barese,ma a mesagne,dove il film è ambientato,si parla il leccese che è ben diverso.cmq sempre grande sergio

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/03/2007 23.35.04
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento maremare  @  07/06/2006 09:24:00
   4½ / 10
Strombazzato dalla critica prezzolata come il film 'nuovo' del panorama cinematografico italiano, ecco un vero pastrocchio.
Chi aveva apprezzato il Rubini autobiografico de 'L'amore ritorna' riceverà uno schiaffo in faccia. Con la presunzione di mischiare i generi alla ricerca di chissà quale stile originale, assistiamo ad un 'fake' di bassa lega, ove tutto è copiato a cominciare dallo stile di ripresa, passando per una Puglia da cartolina, finendo con le musiche rintronanti.
Film brutto, contorniato da personaggi irritanti e inverosimili.

6 risposte al commento
Ultima risposta 23/06/2006 09.39.41
Visualizza / Rispondi al commento
suzuki71  @  18/04/2006 16:10:56
   6½ / 10
Il film è caratterizzato da una buona regia al servizio di una trama tutto sommato che regge, a differenza della sceneggiatura che talvolta è lacunosa (alcuni dialoghi con Bentivoglio sono approssimati, a mio avviso, il cambiamento nell'aula scolastica è troppo repentino,...). La descrizione del sud è francamente riuscita (lo dico da meridionale), anche se la scena nel ristorante è francamente improbabile... Passando agli attori, Rubini è molto molto bravo e caratterizza perfettamente il suo personaggio; anche Bentivoglio lo fa, ma personalmente non amo la sua recitazione, che è troppo "manieristica" e così poco naturale; mediocri gli altri...insomma un film piacevole ma, per carità!, non da premi o altro, se non un nastro d'argento al magnifico Rubini quale attore non protagonista.

1 risposta al commento
Ultima risposta 21/04/2006 12.40.34
Visualizza / Rispondi al commento
kalixoo  @  06/03/2006 22:04:36
   5 / 10
Riporto testualmente da una intervista di Sergio Rubini, pubblicata sul sito internet della RAI:

"Il film cerca di raccontare l'impossibilità di affrancarsi dalla propria terra d'origine" ...

"Sono andato via dalla Puglia a 18 anni, non sono in grado di esprimere un parere su cosa è diventata oggi, per me è solo un luogo della memoria"

"C'è un delitto senza castigo, Luigi deve fare i conti con una giustizia molto ambigua che si basa sulla legge degli uomini e non su quella dello Stato. Avvicinandosi alla terra, deve misurarsi con i costumi di quel luogo primitivo e della tribù. L'identificazione di quel modo di farsi giustizia con il modo del sud un po' c'è e, sulla carta, è una provocazione"

Ecco ora il mio commento:

avrei tante cose da dire che neppure so da dove cominciare. Prima di tutto devo dire che, non solo sono un pugliese, ma che si dà il caso che io viva più o meno negli stessi luoghi in cui il film è stato ambientato.

Le critiche principali che ho letto su questo film possono riassumersi in tre parole:
1) folcloristico
2) meridionalista
3) superficiale

Credo che Rubini avrebbe potuto evitarsi molte critiche ambientando il film una quarantina di anni fa. Lui stesso dice che è emigrato dalla Puglia tanti anni fa. Penso che la sua memoria di questi luoghi sia troppo remota per poter dare una descrizione realistica di quanto sia cambiata in questi anni.
Oltretutto Rubini è originario di un altro luogo della Puglia. Sì perché secondo le regole di questa mentalità (tipica dell'emigrande incolto della grande migrazione di anni passati) i luoghi non hanno una loro precisa identità ma viene tutti riversato in un calderone generico chiamato SUD. Come se all'interno di questo non ci fossero differenze che vale la pena sottolineare. In realtà ci sono spesso differenze anche profonde. Ma tant'è, dobbiamo rassegnarci all'idea di essere "meridionali" e non di Mesagne o di Manduria, Andria, Corato, Lecce, ecc. Ma di contro, i posti che godono di maggiore prestigio hanno tutti una loro ben precisa identità, non importa quanto piccoli essi siano: Bardonecchia, Bassano del Grappa, Merano ecc.

Rubini sbaglia fin dalla primissima scena: stazione desolata, paesaggio quasi da film di Sergio Leone, canicola (il film è ambientato in primavera ma girato in estate). Il film è ambientato nel 2005, ma stranamente il personaggio (professore universitario) arriva in treno (i treni della memoria di emigrante di Rubini), mancava solo la valigia con lo spago per completare il quadretto. Per chi non lo sapesse, l'aeroporto dista appena 10 minuti da Mesagne e guarda caso (potete controllare) ha ben 9 voli giornalieri proprio con Milano (la città da cui proveniva il nostro protagonista). Ma certo, Rubini doveva rappresentare la solita immagine del sud.

Aspetto linguistico:
Lo sapevate? I posti che non hanno un loro idendità, non hanno neppure una loro lingua. Così come si usa il termine generico di "marocchino" per indicare tutti quelli che provengono dal nord africa, ma anche da altre zone dell'africa, perché anche in questo caso si tratta di luoghi di scarso prestigio (agli occhi dei più, non miei), anche nel caso dei personaggi del film, il nostro regista non si è preso la briga di far recitare gli attori con l'accento del luogo. Sembrava la parodia povera della babele. La lingua prevalente era il barese (inteso come provincia), ma ho sentito anche il campano e qualche altro accento non identificabile. Nessun accento brindisino. Nessuno. Ma tanto il luogo non ha identità, non ha importanza.

Il film sembra il racconto che del sud fa l'emigrante incolto di 50 anni addietro.

La storia in sé non era male, ecco perché il mio giudizio e sulla quasi sufficienza, ma erano troppo irritanti gli altri aspetti per poter apprezzare il resto.

Ah Rubini....sappia che a Mesagne, in ogni periodo dell'anno, le strade brulicano di gente (le sue erano desolate) e soprattutto, anche in questi centri piccoli (non troppo) della provincia, il traffico a volte ci impedisce di trovare parcheggi e spesso si resta invischiati nel traffico. Nella sua immagine stantia del SUD, sembra quasi che i mezzi di locomozione non esistano. Lei ha raffigurato una realtà falsa. Ha ragione lei quando dice che ha ripescato nella memoria, ma allora lo doveva ambientare 40 o 50 addietro. e la prossima volta non confonda i dialetti e le lingue, che sono diversissimi. Un buon film va anche studiato. Lei non lo ha fatto, mi spiace.

Aspetto il suo prossimo film nella speranza che possa riflettere se mai leggerà queste righe

14 risposte al commento
Ultima risposta 20/12/2008 02.15.10
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  28/02/2006 19:39:05
   9 / 10
Un uomo allontanato per cause di forza maggiore dalla famiglia natia,torna dopo anni nel suo paese di origine e trova una situazione drammatica che riuscirà parzialmente a risolvere,ma non prima di essere entrato in contatto con il suo vero io lasciato sopire per anni dalla conformità di una nuova vita nel settentrione: innumerevoli sono gli spunti per godere di un film che già dalle prime scene mostra la sua vena giallistica che da molte recensioni gli ha valso il titolo di thiller.Lascio ad altri più competenti la denominazione del genere,ma vi dico che la tensione c'è e soprattutto per chi come me ha vissuto situazioni molto ambigue con personaggi di malaffare,molte scene sono particolarmente realistiche ai limiti dell'angosciante.
Concordo con la tesi sostenuta da alcuni che il tutto appare un po' troppo folkloristico,ma ricordiamoci che gran parte dei film rispondono purtroppo ad una logica di mercato:la spiaggetta cristallina,il paesaggio messapico,il paesetto dai vicoletti bianchi concorre a rendere un'immagine molto seducente e che strizza l'occhio ad eventuali turisti,ma questa è solamente la cornice.
Il quadro è molto ben fatto,con un ottimo cast in forma,fotografia coinvolgente che si avvale di soggettive sui personaggi dalle espressioni forti:i caratteri ne escono fuori molto ben definiti e credibili nonostante anche qui a volte si sfiori lo stereotipo dell'uomo del sud pugliese.Stereotipo però appena accennato e non disturbante.
La matassa si crea e si snoda in modo classico ,rispettando le regole del giallo all'italiana e ci lascia una soluzione impunita,una soluzione che vede trionfare ogni uomo che decide di lasciare l'eredità consacrandola agli affetti ,ma soprattutto alla libertà di vivere senza l'orpello della materia.
Una soluzione che lungi dall'essere una lezione morale per lo spettatore ,è un finale scelto per mostrare un'intelligente via di fuga da lesionistici intrecci familiari.
A me è piaciuto veramente molto e non sono stato affatto distratto dagli ammiccamenti del regista per rendere il tutto una piacevole attrazione esteriore.I sentimenti ci sono,vengono molto ben interpretati e fuoriescono dallo schermo in modo tangibile.
Giudizio molto positivo.

7 risposte al commento
Ultima risposta 12/03/2006 01.52.37
Visualizza / Rispondi al commento
lezrael  @  27/02/2006 16:16:59
   8½ / 10
Grande film, anche se offre un'immagine della Puglia un po' stereotipata. Ma i forti legami familiari, i quattro fratelli così vicini eppur così lontani, l'eredita della terra lasciata dal padre, la figura di Tonino, boss del piccolo paesino: tutto odora di Puglia. Da sottolineare l'interpretazione di Emilio Solfrizzi che sta crescendo come attore.
Forse, chi non è del sud, non riesce ad apprezzarlo sino in fondo.
Forse...

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/03/2006 12.13.20
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  26/02/2006 18:09:35
   5 / 10
Ebbene sì, ecco l'ultimo, solito film di Sergio Rubini. Si dice che un regista faccia sempre lo stesso film; Rubini lo fa in maniera spudorata e mediocre.
La terra del titolo è la proprietà al centro della disputa tra fratelli, fulcro della storia, o meglio, uno dei motivi da cui si dipana la trama sempre piuttosto scialba e debole di quest'ennesima cartolina pro-Apulia.
Inutile soffermarsi sull'intreccio pseudo giallo, o noir - per chi preferisca vedere cotanta grazia -, che sta su con lo sputo e che lascia veramente poco.
I personaggi sono così inconsistenti da vagare per le assolate terre salentine con apparente mancanza di senso: le beghe familiari legate alla vendita della “terra” appaiono più che altro uno sfondo all’illustrazione macchiettistica di personaggi tipicamente alla Rubini, cioè folkloristicamente pugliesi, di una Puglia da vendere alla BIT insieme al (o ai) Negramaro e al Primitivo di Manduria, folkloristica come, d’altronde, la malavita - i delinquenti o i mafiosetti di paese - che Rubini spesso rappresenta nei suoi film. Anche qui Bentivoglio appare vagamente spaesato, non tanto per il ruolo che recita, ovvero dell’emigrato che ritorna dal nord “alieno” e ripulito al paese d’origine ostile nella sua famiglia malmessa, ma piuttosto per la povertà della trama. Gli altri personaggi non hanno sostanza. Claudia Gerini è imbarazzante, ma forse non è solo colpa sua. Un’altra biondina sconosciuta (Giovanna Di Rauso) portata alla ribalta con delle belle quanto inutili – per il film – tet.te al vento e un corpo da urlo. Il personaggio di Solfrizzi pare si siano dimenticati di completarlo…
Per il resto, paesaggi e suggestioni folkloristiche salentini – come le processioni pasquali – dal sapore trendy poco funzionali alla storia, ma molto ruffiani per stuzzicare il palato radical-chic settentrionale: promozione turistica in attesa della Notte della Taranta ediz. 2006.
Happy end da depressione.

Prodotto furbo, ma decisamente mediocre.

27 risposte al commento
Ultima risposta 05/09/2007 00.04.20
Visualizza / Rispondi al commento
  Pagina di 1  

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico


1049951 commenti su 50709 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

7 BOXESBLIND WARCACCIA GROSSACHAINED FOR LIFECHIEF OF STATION - VERITA' A TUTTI I COSTICONFESSIONI DI UN ASSASSINOCONTRO 4 BANDIERECUGINE MIEDAREDEVIL - IL CORRIERE DELLA MORTEDAUGHTER OF DARKNESSDISAPPEAR COMPLETELYDOUBLE BLINDGIRL FLU - MI CHIAMANO BIRDGUIDA ALL'OMICIDIO PERFETTOI 27 GIORNI DEL PIANETA SIGMAINTIMITA' PROIBITA DI UNA GIOVANE SPOSALE DIECI LUNE DI MIELE DI BARBABLU'MERCY (2023)NOTTI ROSSEORION E IL BUIOOSCENITA'RAPE IN PUBLIC SEASANGUE CHIAMA SANGUESPECIAL DELIVERYSUSSURRI - IL RESPIRO DEL TERRORETHE BELGIAN WAVETHE DEVIL'S DOORWAYTHE EXECUTIONTHE GLENARMA TAPESTHE PAINTERTHE WAITUNA SECONDA OCCASIONEUNA TORTA DA FAVOLAUN'ESTATE DA RICORDARE (2023)VENDETTA MORTALE (2023)WHAM!

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net