Una pagina di storia vera. Un gruppo di fucilieri americani è in lotta con le truppe giapponesi, durante la seconda guerra mondiale, per la conquista dell'isola di Guadalcanal.
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Vent'anni a insegnare filosofia, e poi se ne (ri-)esce con simbolismi da soap-opera: la natura bella, benigna e paradisiaca, l'homo cattivo, il bene come lampi di luce fra le chiome degli alberi, qualche volatile esotico, la guerra brutta-brutta poiché ci strappa dal ruolo di "family man" del Mulino Bianco, con tanto di ricordo della mogliettina in altalena. Pomposo e magniloquente da saccenza liceale, come l’Handke che vuole spacciare per poesia leggiadra e riflessione lirica la sua logorrea nel Wenders del dittico berlinese: una tantum, concordo in pieno col Mere, basta leggerne le due rece, soprattutto la seconda. Senonché, ho trovato difficoltà nell’individuare qualche utente di fs che abbia stroncato tutt’e tre 'sti film cogliendone la comune radice. Anzi: vengono presentati come dotati d’una poetica in antitesi, tipo: “Ma vogliamo mettere con ‘Al di là delle nuvole’?”.
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