l'allievo regia di Bryan Singer USA 1998
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l'allievo (1998)

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locandina del film L'ALLIEVO

Titolo Originale: APT PUPIL

RegiaBryan Singer

InterpretiIan McKellen, Elias Koteas, Brad Renfro, Heather McComb, Jan Triska, Joe Morton, Bruce Davison

Durata: h 1.51
NazionalitàUSA 1998
Generedrammatico
Tratto dal libro "Stagioni diverse (Un ragazzo sveglio)" di Stephen King
Al cinema nel Novembre 1998

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Trama del film L'allievo

Nel 1984 una meticolosa ricerca scolastica sul nazismo e la Shoah conduce il sedicenne californiano Todd (B. Renfro) a riconoscere in un anziano e distinto concittadino di origine tedesca il criminale di guerra Kurt Dussander, ricercato dal Mossad israeliano. Tra i due si instaura un rapporto perverso, una sorta di osmosi che arriva a un livello di reciproca complicità.

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Voto Visitatori:   7,28 / 10 (77 voti)7,28Grafico
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Voti e commenti su L'allievo, 77 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  28/12/2010 00:06:52
   6 / 10
Se un film è tratto da un libro di solito tendo a separarne i contenuti,ma certo se il romanzo da cui sono tratti è di un certo spessore sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di decente.
L'allievo è tratto da un racconto (o novella,o romanzo breve che dir si voglia) del Re Stephen King,scrittore a cui sono molto affezionato ma che al cinema ha goduto di trasposizioni spesso mediocri alternate ad altre meravigliose. Kubrick è fuori gara,la sua è stata la rilettura personale di un romanzo francamente neanche tra i migliori dell'autore ed è venuto fuori un capolavoro horror. Ma certo non si può non citare Darabont perché i lavori migliori li sta facendo lui e non a caso l'ho citato: uno dei suoi film è il meraviglioso Le ali della libertà, preso proprio dalla raccolta Stagioni diverse in cui è contenuto pure questo Allievo. Darabont allunga il brodo ma si attiene alla pagina scritta e ne viene fuori un capolavoro. Singer invece manda tutto a farsi friggere mettendo in scena solo con superficialità quello che King raccontava con maestria nella sua storia.


ATTENZIONE: IL COMMENTO DA ADESSO IN POI CONTIENE SPOILER

Il romanzo è agghiacciante,nerissimo e profondamente disturbato,uno dei King migliori. Chiunque lo abbia letto sa come spesso sia stato ampiamente sopravvalutato per opere spesso mediocri e sottovalutato per alcune da considerarsi (senza timore di usare questo parolone) dei capolavori,ebbene L'allievo o Un ragazzo sveglio è uno di questi esempi.
è la storia di un ragazzo affascinato dall'olocausto e che si ritrova invischiato in un rapporto torbidissimo con un ex nazista. Nella prima parte del film di Singer questo,con pochissime differenze,è illustrato benissimo. Quando tutto dovrebbe farsi più serio e il film potrebbe diventare realmente indimenticabile tutto si perde in confusione e superficialità. La vicenda,nel romanzo, va avanti in un vortice di follia crescente: una pazzia ritrovata da parte del nazista e invece scoperta lentamente dal ragazzo che si ritrova a fare incubi e strani pensieri omicidi fino a quando non comincia ad uccidere i reietti della società,barboni e senzatetto perché di loro nessuno si preoccupa. E lo fa con ferocia. Ogni tanto imbraccia il suo fucile scarico e lo punta contro l'autostrada vicino casa sua,sparando (ma col caricatore vuoto) dopo aver mirato alle macchine di passaggio,resistendo almeno a questo impulso di uccidere veramente le persone ignare in macchina. Intanto anche il nazista Dussander ritrova le vecchie abitudini,inforna gatti vivi e li ammazza e pure lui adesca con una scusa barboni e li uccide per poi seppelirli in cantina. C'è una scena nel film in cui si capisce che Singer non voglia toccare il fondo come ha fatto invece King,limitandosi a dare un breve sguardo sull'abisso ma ritraendosi subito,ed è la scena in cui un McKellen in preda ad un raptus omicida tenta di spingere un gatto randagio nel suo forno acceso; il gatto riesce a fuggire. Nel libro il gatto fa una bruttissima fine e nel forno ci finisce davvero. Qui sta la differenza sostanziale e fondamentale tra quello che è riuscito a fare il Re e Singer: il primo disturba con il suo racconto e scava le psicologie dei personaggi spingendosi nella bestialità più disgustosa,il secondo invece non approfondisce,dirige bene e questo nessuno lo nega,costruisce scene ad ogni modo disturbanti (per quanto chi ha letto il racconto ne rimarrà turbato molto di meno) ma si sente nell'aria odore di occasione sprecata,e che occasione!
Le conclusioni a cui giungono le storie sono le stesse e in linea di massima dicono la stessa cosa ma il film lo fa in maniera clamorosamente più debole. Ci sono comunque sequenze di un certo impatto emotivo,merito anche di prove recitative al di sopra della media e come non citare McKellen,perfetto nel ruolo.
Poi,volendo,si potrebbe parlare del finale,vera delusione per i lettori non perché non sia fedele,ma perché ne sarebbe venuto fuori uno dei finali più scioccanti e sconvolgenti della storia.
Todd nel film si limita a prendere il passaggio di consegne di Dussander,avvelenato dal suo stesso male che lo aveva affascinato tanto a lungo. Nel romanzo Todd,divenuto il primo sospettato degli omcidi di barboni e del suo rapporto con Dussander,impazzisce totalmente e uccide French con il fucile; poi va a mirare le macchine sull'autostrada,stavolta con il fucile carico. Il racconto non dice nulla di più e si conclude bruscamente dicendo soltanto che ci vollero alcune ore per fermarlo.


Se mi sono soffermato molto sulla trama della carta stampata è perché King mi ha colpito moltissimo con questa sua storia e con aspettative altissime mi aspettavo un film che rendesse giustizia al suo enorme lavoro. Invece si osa pochissimo ed è un vero peccato.
Questo,si,poteva essere un capolavoro e invece lo salvo solo per Renfro e McKellen.

4 risposte al commento
Ultima risposta 28/12/2010 14.41.40
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