la grande illusione regia di Jean Renoir Francia 1937
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la grande illusione (1937)

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locandina del film LA GRANDE ILLUSIONE

Titolo Originale: LA GRANDE ILLUSION

RegiaJean Renoir

InterpretiPierre Fresnay, Erich von Stroheim, Jean Gabin, Gaston Modot

Durata: h 1.57
NazionalitàFrancia 1937
Genereguerra
Al cinema nel Settembre 1937

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Trama del film La grande illusione

Scene da un campo di prigionia tedesco durante la Grande Guerra. Un ufficiale francese di origine aristocratica si sacrifica per favorire la fuga di due suoi subalterni di origine popolare.

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Voti e commenti su La grande illusione, 31 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  19/10/2012 21:43:20
   9 / 10
LA GRANDE ILLUSIONE è un inno al pensiero filosofico riguardante la guerra. Le battute che spiazzano lo spettatore per il pensiero che sollecitano in modo schietto sono tantissime, ma alcune valgono la pena di essere citate.

In primis "La guerra sarà finita.." "Non farti illusioni!"
E' la battuta che riprende il titolo del film. La grande illusione è proprio quella falsa speranza in cui la guerra un giorno finirà, in realtà come dimostra la storia, di guerre se ne sono susseguite a bizzeffe. In molti sperano che la guerra finisca presto o che non si ripresenti più, ma per un motivo o per l'altro i conflitti nascono e portano con sè morte e distruzione.

"Di là ragazzi che giocano a fare i soldati..qua soldati che giocano a fare i ragazzi"
In effetti non ha tutti i torti a dir ciò. Più volte anche nei film che seguiranno si vedrà come i giovani sono entusiasti di prendere in mano un fucile e uccidere qualcuno per ideali che loro considerano unico e giusto stile di vita, per cui appunto vale la pena di morire e di combattere. Peccato che questi giovani presi dal furore, dall'incoscienza, dalla spavalderia, dai sogni di gloria, credono che la guerra sia solamente un gioco e che tanto loro ritorneranno in patria con una medaglia sul petto, ma ben presto, una volta sul campo campo di battaglia, si accorgono che la guerra non è un gioco e che devono cercare di sopravvivere a tutti i costi, e nella pausa tra una cannonata e l'altra, tra un assetto e un'imboscata, si rilassano e scherzano tra un bicchiere di whisky e una partita a carte.

"A volte occorrono gli orrori della guerra per far venire a galla cose di cui siamo tutti partecipi."
In un certo senso questa frase potrebbe essere portata in un piatto d'argento anche oggi. Indirettamente anche le vittime contribuiscono ai misfatti. I soldati in questa guerra sono stati obbligati a combattere ma nessuno è stato obbligato ad uccidere, solo a seguire un ordine poi sta alla coscienza del soldato se eseguirlo o disertare. Sembra una cosa pazzesca detta così, una cosa terribile e impossibile, una cosa che fa rabbia, ma come al solito i politici devono far ricadere la colpa sul popolo e così trovano tutti gli escamotage possibili, a volte davvero terrificanti e disumani.

"Ognuno morirebbe della malattia della propria classe se non ci fosse la guerra a riconciliare tutto!"
Rifacendosi per alcuni aspetti al pensiero economico di Marcus, questa credo che sia in assoluto la battuta più amara del film e l'effetto che ne suscita è talmente forte che le parole sarebbero inutili.

Il film è pregno di realismo poetico e ha delle trovate pazzesche come la coppia Von Stroheim e Gabin, fantastici!, l'uso delle tre lingue, francese, inglese e tedesco e la scelta di ambientare il fatto in un castello trasformato in un campo di concentramento, da cui è impossibile scappare, il quale simboleggia proprio questa impossibilità da parte di chi combatte di scappare. Infatti LA GRAND ILLUSION è un film che tratta una verità assoluta, la verità sulla guerra: tutti i soldati potevano essere amici o fratelli e non combattenti, ma il destino, o meglio il capriccio di qualche politico, ha voluto che uomini per differente etnia, religione, nazionalità, cultura, ideali, classe, si trovassero uno di fronte all'altro, senza aversi mai fatto del male prima, e solo chi sparava per primo aveva salva la vita, e lì l'istinto di sopravvivenza di certo non si tirava indietro.

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