Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...
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Capolavoro non solo del cinema neorealista, ma di tutta la cinematografia in generale. Un vero pugno allo stomaco, commovente e amarissimo. Sorpendenti gli attori non professionisti, il cui spontaneo e efficacissimo contributo é in buona parte da attribuire alle enormi capacità di DeSica di dirigere i suoi attori. Oggigiorno questa abilità non esiste quasi più. Basta vedere quanti film sono ostaggio di figuranti patetici presi solo perché dal volto popolare, ma incapaci di qualsiasi espressività e diretti altrettanto malamente. Un limite (scusatemi la digressione) denunciato anche dal tanto acclamato Moretti, incapace di percepire le sue inadeguatezze recitative. Ladri di biciclette, ormai nella storia del cinema, ha avuto una gestazione travagliatissima, figlia dell'insuccesso immeritato di Sciuscià e della scarsa (già allora) abitudine degli spettatori a un cinema di qualità. Solo all'estero ha avuto il plauso che meritava, e che poi gli ha permesso di vincere premi e acquistare popolarità nel suo Paese.