Dopo il furto della propria bicicletta, mezzo che gli permetteva di lavorare, un uomo vaga per la città con tutta la famiglia sperando di poterla ritrovare. Preso dalla disperazione non gli resta che rubarne una a sua volta ma viene bloccato dalla polizia...
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Tra le punte più alte toccate dal neorealismo italiano del dopoguerra, e dopo quasi 70 anni siamo ancora qui a discuterne.
Colpisce per la semplicità della trama e degli stessi protagonisti, gente qualunque alle prese con la miseria del dopoguerra la cui vita dipende da una bicicletta. Veramente toccanti e profonde alcune scene soprattutto nella seconda parte, in particolare la cena al ristorante e il tentativo di furto di un padre a cui ormai non è rimasta altra scelta.
E' una banalità dirlo, ma è un cinema di altri tempi non replicabile ai giorni nostri. Purtroppo.