Roma anni '60. Massimo giornalista di un rotocalco scandalistico, si trova in mezzo ai vizi e scandali di quella che era definita "la dolce vita" dei divi del momento.
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Forse il più famoso film di Fellini, un ritratto spietato della Roma elitaria degli anni 60,superficiale e pettegola, dedita all'ozio e ai vizi. Società stanca, pigra, afflitta da ignavia atavica, che trascorreva serate in via Veneto a perdere tempo e a farsi fotografare dai paparazzi. L'occhio del regista è fortemente critico, senza compiacimenti, ma con freddo cinismo dipinge i caratteri di personaggi che appartenevano a un jet-set che si autocelebrava di continuo, senza avere alcuno spessore morale o intellettuale. La prova di Mastroianni è magistrale, quella di Anita Ekberg indimenticabile e scolpita nella memoria di chi ha amato le forme giunoniche e ammalianti di un'attrice, non di grande talento, ma di conturbante e morbida sensualità. La scena del bagno nella fontana di Trevi è leggenda