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Lavoro che incanta per lo stile incredibilmente equilibrato ed elegante,oltre che per la sua non facile visione. Non viene concesso nulla al pubblico mentre Oshima sfonda il tabù giapponese della famiglia pezzo per pezzo fino al finale in cui non rimane nulla,se non la morte. Per parlare di un discorso tutt'altro che di semplice fruizione Oshima divide il suo film in varie parti,ognuna corrispondente ad una particolare cerimonia (da cui ovviamente il titolo) presieduta quasi sempre dal capofamiglia tiranno che rovinerà la vita del protagonista,uomo che ricorda in flashback queste varie fasi dall'infanzia all'adolescenza fino al matrimonio umiliante,ed è sorprendente notare la perfezione con cui il regista riesce a tornare al presente con una naturalezza raffinata per poi ripiombare nel passato. Proprio per evocare un'atmosfera di oppressione palpabile e ai limiti del claustrofobico,quasi sempre Gishiki è ambientato all'interno della casa del nonno tiranno e crudele dove la vita scorre attraverso svariati cerimoniali.
Davvero molto bello ma ci vuole un pò per metabolizzarlo come si deve data la pesantezza effettiva.
"E non pensi che dovremmo finirla con tutta questa verità?" Queste parole pronunciato dal capo famiglia dei Sakurada racchiudono tutta l'essenza del film....Oshima ci ripropone cosi come in "Buon Natale Mr Lawrence" e in "Ghoatto" un tema a lui molto caro, il conflitto tra disciplina e passione. I protagonisti della "Cerimonia" intrappolati all'interno di rigidi rituali di una famiglia giapponese, cercano di sfuggire al proprio destino...
Un film corale come il ben più recente "Yi Yi" di Yang? Sì e no. E sarà anche un'opera di difficile lettura, ma credo sia facile non essere più gli stessi di prima dopo aver visto questo formidabile film. Un solo neo: se fossi stato giapponese probabilmente avrei fatto sparire le mie tracce in qualche rifugio tibetiano... scherzi a parte, opera di sovrumana bellezza, a mio avviso il capolavoro di Oshima, delicatissimo e mai pretenzioso anche nei suoi funesti presagi e macabri simbolismi di morte... Un quarto di secolo che rivela le vicende di una famiglia nei suoi Rituali ("Le cerimonie", appunto), lo spettro di un suicidio, l'amore per la cugina, l'indimenticabile zia... Un grandissimo esempio di cinema che ha il solo limite di non essere facilmente esportabile. Da non perdere