la carne regia di Marco Ferreri Italia 1991
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la carne (1991)

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locandina del film LA CARNE

Titolo Originale: LA CARNE

RegiaMarco Ferreri

InterpretiSergio Castellitto, Francesca Dellera, Philippe Léotard

Durata: h 1.35
NazionalitàItalia 1991
Generegrottesco
Al cinema nell'Ottobre 1991

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Trama del film La carne

Paolo è un impiegato comunale e la sera suona in un piano bar. Una sera, nel locale, conosce la bella e provocante Francesca: è amore a prima vista. I due si rifugiano nella casetta di Paolo sul litorale romano dove, riempito il frigo di viveri, i due trascorrono le loro giornate passando da un amplesso all'altro. Quando Francesca annuncia la sua partenza Paolo la uccide, la seziona e la conserva in frigorifero per cibarsene.

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Voto Visitatori:   4,86 / 10 (14 voti)4,86Grafico
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Voti e commenti su La carne, 14 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  21/09/2010 19:34:50
   5½ / 10
Questo film in qualche maniera assomiglia a "L'ultima donna". Entrambi hanno come protagonista un uomo in crisi matrimoniale che perde la testa per una donna estremamente bella, libera e disinibita. Il loro intenso rapporto si basa quasi esclusivamente sul sesso. La storia scorre fra gli alti e bassi della coppia, fino ad una conclusione improvvisa e a sorpresa che colpisce lo spettatore.
In realtà "La carne" è secondo me nettamente inferiore a "L'ultima donna". In quest'ultimo film Depardieu interpretava un personaggio tutto sommato plausibile e riconoscibile, ben rappresentativo di una categoria sociale reale molto diffusa. La stessa Ornella Muti, nonostante il suo vezzo attoriale da diva in mostra, dava forma ad un personaggio con una certa precisa personalità che si poteva tranquillamente incontrare in tante altre donne reali. Pure la vicenda toccava luoghi e temi di vita normale e quotidiana. Lo spettatore ci si riconosceva e riusciva molto bene a rielaborare in concreto il tema del film.
In "La carne" invece tutto è più arbitrario e strampalato. E' assai più difficile partecipare alla storia e sentirsela parte di un bagaglio di esperienze comuni e condivise, su cui poter elaborare un giudizio universale. Il protagonista Castellitto (buona comunque la sua prova) è una persona decisamente squinternata ed eccentrica. All'interno del suo essere "speciale" non si vede però un filo o uno schema in cui inquadrare la sua esistenza. Genericamente, lui e i suoi amici, appartengono alla ristretta elite di ex sovversivi e impegnati politicamente degli anni ‘70, ora in crisi acuta, costretti a ripiegare in una vita vissuta all'interno di una cerchia ristretta e dedita all'attività artistica. I figli sono lasciati a se stessi. Si tratta di gruppi residuali, curiosi e stereotipici, ma che non illustrano qualcosa di vivo, diffuso e reale.
Più interessante è il personaggio femminile (il vero protagonista del film). Fa chiaramente intendere che rappresenta una satira di un certo modo di vedere/rappresentare la figura femminile che prese campo proprio agli inizi degli anni '90 e che adesso sta imperando. La Dellera recita molto bene ma in quel ruolo sarebbe stata perfetta Valeria Marini. Lei non avrebbe avuto bisogno di recitare, è naturalmente superficiale, edonista e cretina. La bellezza ostentata è palesemente "esagerata", quasi sicuramente ritoccata (la Dellera e la Marini forse non hanno il silicone, ma le loro emule sì).
Il finale improssivo, paradossale, inspiegabile (che non incastra quasi per niente con il resto della storia) getta però molta luce sul significato che Ferreri voleva che questo film trasmettesse. Appunto è una satira e una considerazione scioccante del modo falso e materiale che abbiamo ormai acquisito nell'immaginarci il piacere, soprattutto quello sessuale femminile. Abbiamo cancellato tutte le doti umani (intelligenza, umanità, ecc.) per puntare tutto sulla carne, sul materiale, sul fittizio ed esteriore. Quindi l'atto finale di Castellitto di "cibarsi" è un atto simbolico e "logico", se si considera la vera natura del suo "desiderio".
Se si esclude la lezione che impartisce il finale, il film offre ben poco, a parte le grazie della Dellera.

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