la cagna regia di Marco Ferreri Francia, Italia 1972
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la cagna (1972)

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locandina del film LA CAGNA

Titolo Originale: LA CAGNA

RegiaMarco Ferreri

InterpretiMarcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Corinne Marchand, Michel Piccoli

Durata: h 1.30
NazionalitàFrancia, Italia 1972
Generecommedia
Al cinema nel Novembre 1972

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Trama del film La cagna

Giorgio ha cinquant'anni e disegna fumetti. Sentendosi a disagio a Parigi, dove vive, si trasferisce su un'isola deserta della Grecia con il suo cane di nome Melampo. Un giorno sbarca Lisa, che si mostra subito insofferente del cane e lo uccide per sostituirsi a lui nell'ascoltare i monologhi di Giorgio. Cercheranno di tornare insieme a Parigi...

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Voto Visitatori:   7,00 / 10 (18 voti)7,00Grafico
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Voti e commenti su La cagna, 18 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  03/05/2015 17:42:09
   8 / 10
Ferreri in un periodo particolarmente felice della sua carriera dirige la coppia Mastròianni-Deneuve in uno stranamente romantico (e meno cinico di quel che potrebbe essere) viaggio nel dominio tra i sessi.
Non c'è maschilismo ma grande provocazione e la malinconia della colonna sonora e quell'aereo rosa richiamano ancora una volta Dillinger è morto: non si è mai a posto, dovunque siamo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  19/08/2014 16:02:16
   8 / 10
Schiacciato e stretto nel mezzo fra due capolavori come "Dillinger è morto" e "La grande abbuffata", forse "La cagna" andrebbe rivalutato.
E' quasi struggente, e lirico.
Mastroianni potrebbe essere Piccoli appena scappato dalla nave per Tahiti, decisosi infine a coltivare l'unica strada possibile per l'autentica libertà: la completa solitudine.
E tuttavia, ecco giungere, a negargliela, una donna che ugualmente è presa dalla smania di liberarsi di strutture e sovrastrutture, lacci e lacciuoli sociali.
Una ...cagna? Perché lui è chiaro: sottomissione. Io sono maschio, libero, tu puoi stare ma non mettere in discussione la libertà che ho conquistato.
Sbagliato.
Perché se voleva un cane doveva cacciarla e tenersi Melampo.
Al cuore del cinema di Ferreri c'è un'apocalisse già avvenuta della società e delle sue regole: ma ripartendo da zero, occorre fare i conti con la dualità di uomo e donna.
E non è vero che Ferreri è maschilista. Per lui il rapporto fra i generi è effettivamente il problema di fondo. Grazie all'attrazione erotica, costituisce l'unica relazione cui l'ego non può sottrarsi.

"La cagna" nasce dall'ultima inquadratura di "Dillinger è morto", ma costituisce la versione lirica e quasi romantica di quel film.

Assolutamente non un film datato. Come tutto il miglior Ferreri, è cinema universale.

Ciaby  @  14/12/2013 18:55:01
   6½ / 10
è un film unicamente costruito attorno alla bravura dei due interpreti principali, ma è ammirevole la capacità di Ferreri di raccontare una storia del genere senza trasformarla né in trash e né in sadismo. Emerge solo romanticismo.

vieste84  @  02/02/2013 12:55:53
   7 / 10
La bellissima Catherine Deneuve al fianco del marito in un film di critica fortemente grottesco.....Ferreri è questo qui o vi piace oppure no, non state a dire che la storia è improbabile o non è credibile perchè è tutto da interpretare

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/07/2011 16:42:40
   7 / 10
La fuga, l'isolamento dai retaggi socio culurali vigenti, tutto questo è la storia di un fallimento, perchè non si riesce a spezzare fino in fondo il cordone con il mondo che si era lasciato per non dire abiurato. E' sintomatico anche il fatto della presenza della barca o dell'aereo, mezzi per poter tornare indietro rispetto alle scelte fatte.
L'isola quindi non riveste il simbolo di libertà dalla società borghese, ma un altro tipo di prigione dove invece di progredire, si regredisce al solito rapporto di sottomissione di un essere umano rispetto all'altro, del forte verso il debole. Molto lento nel suo svolgimento, ma come in tutti o quasi i film di Ferreri offre sempre spunti su cui riflettere.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  03/07/2010 19:15:25
   6½ / 10
Altra opera di Ferreri che cerca di rappresentare in maniera distaccata e impietosa la coscienza problematica della borghesia della fine degli anni '60. Oltre a questo è presente l'eterno tema dei film di Ferreri, la natura inafferrabile, misteriosa, affascinante, profonda e pericolosa del sesso femminile. Il limite di questo film (ma in genere dei primi film di Ferreri) è quello di rimanere troppo attaccato alle discussioni e ai dibattiti ideali dell'epoca. Oggi questo film ha più che altro valore di documento spirituale di un periodo del nostro passato e se non si è addentro a come funzionava la vita alla fine degli anni '60, si rischia di perdere molto del fascino e del messaggio.
Lo stile utilizzato in questo film è una via di mezzo fra "Dillinger è morto" e i film precedenti. C'è una trama e una narrazione, anche se molto sottile ed evanescente, i fatti però vengono trattati come qualcosa di simbolico che rimanda a significati generali esterni (come in Dillinger è morto). I personaggi hanno una certa caratterizzazione ma prevale il loro uso strumentale in funzione della teoria da rappresentare. Ciò che conta tra l'altro non sono i fatti narrati, né la logica temporale con cui si svolgono (il film è pieno di ellissi e scene insignificanti), ma il loro valore di significato simbolico ed emotivo.
Il tema è la profonda crisi di identità che scosse la borghesia alla fine degli anni '60. Si sentiva molto il peso, la prigionia e l'inutilità della vita regolata e codificata e si sognava la fuga e la regressione. Ferreri come al solito tratta tutto in maniera estraniante e parodistica, tanto da mettere in evidenza i limiti e le assurdità di tale atteggiamento.
Il protagonista dei suoi film è come sempre un maschio borghese in crisi (stavolta interpretato da Marcello Mastroiànni), nello specifico un artista-intellettuale (molto di moda all'epoca). La sua vita borghese "normale" è fallimentare (estraneità di rapporti con i figli e con la moglie che lo ricatta spiritualmente con il suicidio). Decide di fuggire da tutto e da tutti per vivere in completa solitudine in un'isola deserta. Tutte le sue pulsioni affettive le sublima sul proprio cane Melampo.
In questa esperienza apparentemente retta e virtuosa irrompe l'irrazionalità e la perversione, sotto le vesti tentatrici di Catherine Deneuve. La donna porta quindi un'altra variante della regressione, quella della perversione e del rapporto sessualmente ambiguo di padrone-servo. Nella scena più forte e cattiva del film, la donna fa fuori il cane e si mette al suo posto. La fuga e la regressione hanno però le loro leggi severe e alla fine chiederanno il conto, mettendo implacabilmente fine a questa esperienza un po' paradossale.
Il tutto si svolge in maniera fin troppo semplice e schematica, quasi automatica. La noia e la distrazione tra l'altro sono sempre lì in agguato durante tutto il film.
Ci sono però un paio di cose che salvano il film. Prima di tutto le suggestive immagini delle isolette di Cavallo e Lavezzi, a largo di Bonifacio, in Corsica. Un luogo di mare magico e meraviglioso, un paradiso, e il film ci rende benissimo tutto l'incanto del luogo.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Altra perla del film è l'interpretazione di Mastroiànni: i primi piani su di lui sono le scene più belle del film. Solo lui riesce a dare umanità e consistenza emotiva anche ad un manichino. Lui non recita, dà vita ai personaggi. Non così si può dire di Catherine Deneuve. Il suo è un personaggio irrisolto, inspiegato, molto contraddittorio e misterioso. Lei si limita a dare volto e corpo e a recitare la parte, non riesce a dare vita e verità come fa Mastroiànni.

endriuu  @  14/04/2010 13:42:31
   6 / 10
Pieno di riferimenti simbolici,niente da dire ne sui protagonisti ne sulla fotografia ecc.. ma non siamo ai livelli della grande abbuffata ed il ritmo è lento,lentissimo.

gaffe  @  01/02/2010 20:01:19
   9 / 10

Un gradino in più di Dillinger,la storia tratta da un soggetto di Flaiano è più costruita,Mas*****nni e Deneuve superstar
Solito Ferreri corrosivo,anarchico,senza regole
"Chi non vorrebbe una cagna tutta per se..."

Invia una mail all'autore del commento wega  @  06/11/2009 19:05:52
   8 / 10
Oh questa volta mi levo anch'io lo sfizio di..votare..un film appena apparso tra gli ultimi 20 commenti e che vidi un annetto fa. Mi associo ai commenti precedenti (tiè!). "La Cagna" di Ferreri non è il remake dell' omonimo film di Renoir, va beh, e, anche se appare rozzo come l' insolito Mastro.ianni barbutamente(?) incolto, è un film affascinantissimo che credo di averlo visto addirittura due volte consecutive. Indimenticabile l' asse teoretico cane/scimmia - Deneuve/Girardot.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  06/11/2009 17:09:16
   7½ / 10
Bello. Da un soggetto di Flaiano, co-sceneggiato dalla stesso Flaiano, esce questo buon film di Ferreri.
Carina la storia, molto particolare.
Molto bene i due protagonisti, Mastr.oianni e Catherine Deneuve.
Si lascia guardare tranquillamente, merita una visione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/10/2009 00:24:31
   8 / 10
Il film è assurdo, spiazzante e ... splendido. Cinico e amaro quanto basta per essere un film di Ferreri: è straordinaria la sua capacità di "degradare" l'altera Deneuve in un ruolo di apparente sottomissione.
Non è forse ai livelli di "Dillinger è morto" o "La grand bouffè", ma è un'altro grande film di uno dei pochi registi veramente "sovversivi" e "infetti" del nostro cinema

gasy  @  02/01/2009 15:52:16
   7½ / 10
L'idea è grandiosa ed alcune sequenze sono splendide. Il ritmo però difetta e alcune parti sono un pò inutili. Il finale non mi ha entusiasmato più che tanto. Ottima la Deneuve e anche Mas*****nni.

1emozionedapoco  @  18/09/2008 14:58:31
   6½ / 10
non so, il film sembra fare la stessa fine del velivolo finale...se da un lato ferreri fa sempre una lucida analisi dei personaggi per cui non li sentiamo qui sembra mancare qualcosa, forse la sua adorabile cattiveria: la scena che ho amato di più è difatti quella del cane nel mare...
sul set nacque la passione mastroianni-deneuve e si vede

Beefheart  @  25/02/2008 19:15:01
   7½ / 10
Un film molto amaro e pessimista dove nè l'uomo, nè la donna, trovano i mezzi per sopravvivere a loro stessi ed alla loro incapacità di comunicare e rapportarsi con gli altri. La storia è tanto assurda quanto efficace ed i due protagonisti risultano perfettamente credibili e convincenti nei panni dei misantropi alla deriva emozionale. Purtroppo alcuni passaggi narrativi non sono del tutto fluidi ed immediati ma la sostanza del film rimane inalterata. Azzeccatissima la scelta della location: praticamente l'intero film si svolge su di un microscopico isolotto mediterraneo, pesaggisticamente affascinante, sul quale il protagonista vive all'interno di un bunker, residuato bellico, adattato ad abitazione, come emblematico rifugio di una solitudine insana e vulnerabile.
Buona la fotografia.

benzo24  @  25/11/2007 19:35:57
   7 / 10
poteva essere un capolavoro, però il ritmo non è sostenuto come dovrebbe essere.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  05/05/2007 21:03:40
   7 / 10
E' forse tra quelli che meno mi hanno convinto di Ferreri. Come al solito il suo sguardo va oltre la semplice provocazione cercando l'essenza stessa di ciò che denuncia. E' un bel film che però manca forse dell'ironia malsana che ha contraddistinto i suoi più grandi capolavori.

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