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Una magnifica e originale storyline, da cui si sarebbe potuto ricavare un film eccellente, usando almeno due accorgimenti: 1) dialoghi più incisivi; 2) ritmo narrativo più incalzante e serrato. Peccato, perché la vicenda (storica, o più probabilmente pseudo-storica) della battaglia di Badon Hill, che avrebbe visto truppe romane, affiancate da partigiani britannici, infliggere una dura sconfitta ai Sassoni, la dice lunga sulle reali condizioni dell'esercito romano nell'epoca del basso impero. In questo caso, cavalieri di origine sarmatica, romanizzati e costretti dalle regole d'ingaggio a trascorrere lunghi anni in una terra lontanissima dalla loro patria di origine, finiscono per schierarsi dalla parte delle popolazioni native. Il che, nel bailamme dell'impero romano morente, è tutt'altro che incredibile. La storia/leggenda venne successivamente associata alla saga di re Artù, come attestano numerose fonti medievali. Naturalmente, vedere Merlino e Ginevra tratteggiati come capi della resistenza britannica può produrre uno strano effetto sullo spettatore, abituato a una ben diversa versione della saga. Tuttavia, gli autori del film non hanno inventato niente. Quanto alla resa cinematografica, le citazioni si sprecano e quelle da Braveheart e dal Gladiatore non sono fra le migliori. Splendida, invece, la sequenza della battaglia sul ghiaccio, evidente remìniscenza di Eisenstein (Alexandr Nevskij). Insomma, un ritmo molto discontinuo, in cui purtroppo la noia tende a dilagare. Non posso, comunque, dare meno di 7 a un film che, a parte il plot notevolissimo, si avvale di una scenografia da urlo (QUESTA è la Roma del basso impero, con le sue aquile stortignaccole e le sue ville ormai ben lontane dai fasti di un tempo, eppure lussuose rispetto alla miseria delle popolazioni sottomesse). Per le tattiche di guerra dovrei verificare (non so se i Sassoni usassero la testuggine romana), sulle guerriere britanne c'è tutto un repertorio di aneddotica, e comunque gli autori almeno hanno avuto il coraggio di non fare di Ginevra un oggetto del contendere erotico fra Artù e Lancillotto. L'interpretazione è dignitosa ma niente di speciale (incluso il protagonista Clive Owen), e così pure la colonna sonora del solito, espertissimo Zimmer. Insomma, si poteva fare di meglio, ma per favore non parliamo di strafalcioni storici perché non è questo il caso.