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Ancora una volta John Madden si dimostra regista molto limitato confermando la teoria di chi lo riteneva tale già dopo l’inconcepibile successo ottenuto con quella bufala di “Shakespeare in Love”.I film seguenti hanno confermato le capacità di questo autore,professionale nel muovere la mdp,circondato da collaboratori tutt’altro che inetti,ma assolutamente incapace di raccontare storie. In “Killshot” ,tratto da un romanzo di Elmore Leonard,mostra tutta la sua inadeguatezza nel trattare tematiche noir/pulp.La storia pur essendo potenzialmente molto interessante non decolla mai,sviluppata in maniera prevedibile,senza sussulti e con situazioni ampiamente prevedibili.Questo non per la mediocrità della fonte originale,ma per l’incapacità di Madden di strutturare la storia in maniera più approfondita e personale,anziché limitarsi al solito prodotto che ricalchi in maniera pedissequa i noti archetipi hollywoodiani.I dialoghi sono molto buoni perché ripresi dal romanzo,ma dove non arrivano le parole Madden si perde,costruendo personaggi dalle motivazioni oscure,con comportamenti dettati da impulsi elementari che tradiscono situazioni troppo artificiose figlie di un affrettato lavoro sui personaggi. Il cast si muove professionalmente,ma non bastano certo una convincente Diane Lane,uno schizzato Joseph Gordon-Levitt e un redivivo (ma sottotono) Mickey Rourke per far pendere in positivo l’ago della bilancia.