La Sposa (Uma Thurman) subisce una terribile imboscata durante la sua cerimonia di nozze nella quale tutti gli invitati, suo marito nonchè il figlio che aveva in grembo vengono brutalmente assassinati. Dopo essersi svegliata da un lungo coma di quattro anni, la donna intende vendicarsi a spese delle vite dei responsabili di questo massacro...
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La mia impressione è che Tarantino si sia voluto costruire un grande videogioco, tutto suo, con dentro molto di ciò che più gli piace, vario, esagerato, a tratti divertente, piuttosto tamarro, indubbiamente sanguinoso; e che come la sua eroina, si sia divertito un mondo a fare l'americano che si mette a giocare con una spada da samurai. Kill Bill è, soprattutto, un omaggio a un certo tipo di cinema orientale; non più un film che debba rendere conto alla realtà, ma un mero tributo ai propri gusti personali, nei quali baloccarsi, un cinema che parli di cinema, o di musica o di cartoon o di fumetti tutt'al più (quelli che piacciono a lui ovviamente). L'unico personaggio ‘vero' è la bambina a inizio film, una comparsa capitata lì per caso, quasi a sproposito, ferma davanti a una Thurman altrettanto imbarazzata.
In 'Per un pugno di dollari' il protagonista, più morto che vivo, trovava la forza di rialzarsi, di ristabilirsi, di allenarsi, di tornare dai cattivi - E tutto questo per cosa? Per vendetta. Dietro lo spettacolo dei combattimenti e dei costumi simpatici, dietro i begli inserti musicali e lo sfoggio tecnico, non esiste altro concetto nel film di Tarantino. Vendetta, tema del resto molto presente in gran parte dell'arte orientale, ma anche la parola che, molto spesso, meglio giustifica gli eccessi di violenza. Da salvare mi rimane la passione dell'autore per il cinema, la sua bravura nel citarlo e rimischiarlo con uno stile che diventa personale.
Si scorge forse una leggera allusione al maschilismo: la vendetta è tutta al femminile, e se le donne se la vedono tra loro, dietro alla loro furia pare ci sia la prepotenza di più di un maschio, non solo Bill. Tuttavia anche questo tema che s'intravede, non è più che una figurina appiccicata tra le altre di celluloide. Il Morandini dice che non c'è morte in Kill Bill. In effetti, nel salone della macellazione, qualcuno si muove ancora. E più che la morte (che c'è ma non è seria), ci sono le mutilazioni, gli zampilli e il solito giubilo del sangue.