La storia narra delle donne della famiglia Weston, cresciute lontane ma costrette a ritrovarsi sotto lo stesso tetto, nella loro vecchia casa del Midwest, a causa di una crisi famigliare.
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Wells ci riprova travestendosi da Woody, un two women show allestito su dialoghi brillanti (e si sente la differenza col poco stimolante 'The Company Men' in fase di scrittura), verboso come la logorroica zia Karen, inizio fastidiosamente sopra le righe (sembra davvero un ennesimo assist al talento istrionico della Streep dato che dietro c'è la Smokehouse Pictures di Clooney e i Weinstein che conoscono bene quali sono gli ingredienti per promuovere i loro prodotti mirando all'award season) poi si assesta su una quiete funerea, accesa dai battibecchi madre-figlia. Avvertibile il clima da pièce teatrale, la famiglia disfunzionale ha il suo picco nella sequenza del pranzo, raggiunge vertici di tragicommedia che alleggeriscono la durata e la lentezza (che per molti è sempre sinonimo di osticità), anticamera dei 'segreti', gli scheletri nell'armadio della famiglia Weston, tra adulteri, incesto inconsapevole e anche una pulsione di carattere pedofilo causata dagli effetti della cannabis. Cast stellare, Wells anche nella sua opera d'esordio non se l'è fatto mancare, marginale il sempre sottovalutato McGregor, particina anche per Benedict Cumberbatch che recentemente se lo contendono tutti, la Breslin in versione ribelle post Natali in 'Haunter', si rivede anche Cooper già mattatore nel precedente di Wells.