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Dopo “Private”, sua interessante opera prima,Saverio Costanzo torna dietro la macchina da presa con un film rischioso,dal tema delicato ed interessante al tempo stesso, soprattutto in un periodo in cui le istituzioni ecclesiastiche hanno perso molta della loro credibilita’ soprattutto tra i giovani. E’ interessante cosi’ cercare di capire quali siano le motivazioni che spingono un giovane uomo,in questo caso Andrea, interpretato ottimamente da Christo(un nome,un programma) Jivkov,ad entrare in seminario per farsi messaggero di D.io in terra,Costanzo è abile nel tratteggiare quali siano i dubbi,le paure e le sensazioni che attanagliano il giovane ed altri suo compagni di “corso” e soprattutto cosa li abbia spinti ad affrontare una scelta simile cercando di approfondire al meglio cosa sia la vocazione. Il percorso interiore è ben rappresentato attraverso i rari dialoghi,che risultano sempre molto profondi,oltre che mediante il sapiente utilizzo di gesti e sguardi. Tecnicamente il film è realizzato in maniera mirabile,davvero notevole la regia che era gia’ stata uno dei punti di forza di “Private”,ottima la fotografia che alterna in maniera mirabile toni scuri ad altri notevolmente luminosi,particolare l’accompagnamento musicale che riesce comunque a ben integrarsi con le immagini. “In memoria di me” è pero’ anche un lavoro estremamente lento,a tratti ostico,di non facile approccio e in alcuni punti estenuante nel suo ermetismo,è comunque da ritenersi un buon prodotto grazie anche al notevole lavoro svolto sulle psicologie dei personaggi e sulla capacita’ di indurre alla riflessione.