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Cercare di spiegare in un voto e in un commento Inland Empire ha senso quanto cercare di razionalizzare il film stesso. Iniziamo con ordine:lo visto in un cinema alle 13.00, ora probabilmente non ideale per un’esperienza del genere ma almeno si è sicuri di non essere circondati da caproni. Le uniche cose che sapevo del film erano la sua complessità e la sua non esatta collocazione tra sfera onirica e reale; ho cercato il più possibile di evitare di leggere commenti e recensioni per non farmi influenzare.
La prima parte scorre tranquillamente: si riesce lo stesso a percepire la mano e la presenza di Lynch con le atmosfere che solo lui sa creare ma si ha come la sensazione che stia solo scherzando con le spettatore, si riesce a sentire che da li a poco le cose cambieranno per entrare nel film vero e proprio. E questo avviene quando Nikki per la prima volta confonde il set cinematografico con la realtà. Da li in avanti, il delirio. Conoscendo il regista e memore delle esperienze precedenti, sapevo di non dover far l’errore di dover razionalizzare ogni singola scena, mi sono limitato a cercare di tenere a mente almeno i piani temporali: cosa totalmente inutile, in quanto a breve si sarebbero intrecciati e fusi tra loro. Il viaggio della ragazza polacca/Susan/Nikki regala delle sequenze straordinarie ma allo stesso tempo lascia senza un punto di riferimento lo spettatore. E questo è il punto chiave del film: c’è chi si è fatto trasportare completamente in questo viaggio, c’è chi ha passivamente assistito a questo senza farsi coinvolgere, c’è chi ha detto “oh, questo film è fuorissimo!” e poi gli ha messo 10 senza sapere il perché e c’è chi, vista anche la durata del film, verso la fine e rimasto spiazzato e sfinito dalla sequenza apparentemente senza senso degli eventi. Ma il senso c’è: leggendo successivamente più o meno tutti i commenti del film, alcune cose sono venute fuori (soprattutto dalla lettura di un certo Quilty) e sono a dir poco geniali.
Personalmente, mi sento di far parte dell’ultima categoria elencata: credo che questa volta l’opera di Lynch sia troppo ermetica e la decisione di fare un film di quasi tre ore con questa struttura non mi ha coinvolto al 100 %.
Sia ben chiaro, siamo comunque di fronte ad un’opera unica, inclassificabile: il fatto che sia stata capace come nessun altra di dividere il pubblico e gli stessi fans del regista americano lo dimostra. Alcuni sono già riusciti a vederlo una seconda volta e lo hanno già apprezzato di più. Forse sarà lo stesso per me.
Mulholland Drive probabilmente è il mio film preferito in assoluto e rappresenta il film perfetto sotto ogni punto di vista. Dalla visione di Rabbits avevo la sensazione che qualcosa stesse cambiando ma speravo fosse appunto un esperimento. Invece no, sembra che il buon David sia diretto e spedito verso la sperimentazione più pura. Geniale, come sempre, ma lo preferivo prima.