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Continua il viaggio allucinato di Lynch nella Los Angeles residenziale, deformata ancor più da un digitale estremo che permette al regista di tralasciare la compattezza della sceneggiatura e navigare all'interno della psicologia confusa, sempre più confusa, dei personaggi e delle immagini, splendide e contorte che rispecchiano l'insolutezza della mente umana. Un quadro continuo, sembra quasi una sorta di nuovo espressionismo, che deforma la realtà mostrandola si cupa,ma a sua immagine e somiglianza. Effettivamente complesso e forse anche troppo lungo, di difficile fruizione capiscoche possa non piacere. MA comunque uno dei più grandi registi viventi.