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Puro delirio. In confronto “Strade perdute” e “Mulholland Drive” sembrano due film chiari e semplici. Lynch sfodera il suo consueto armamentario di camere d’albergo, tende rosse, telefonate misteriose, frasi enigmatiche, paradossi temporali. E in più ci sono una sit-com con tre inquietanti conigli, delle prostitute che cantano “The Locomotion”, dei circensi polacchi, un cacciavite … In fondo sono inutili tante parole per parlare di questo film. Mi è piaciuto? Sicuramente lo rivedrei. Un’esperienza certamente unica nel desolante panorama del cinema d’oggi. Dopo di questo non si sa cosa potrà fare ancora Lynch … Non molto felice la scelta del digitale (almeno per i miei gusti).