imperium (2016)

Lineare e compatto "Imperium" si basa sulle gesta di Michael German, agente FBI realmente infiltratosi per circa 20 mesi all'interno di gruppi neonazisti pronti a sferrare uno spaventoso attentato.
Ad interpretarlo c'è Daniel Radcliffe, prima pecca di un film complessivamente pregevole ma non esaltante. Dell'attore inglese viene fin troppo evidenziata la sua estraneità a quel mondo fatto di brutalità, muscoli e tatuaggi: se da una parte la volontà di renderlo stridente è raggiunta, dall'altra c'è un errore di misura, in quanto per lo spettatore diventa arduo comprendere una figura che appare sempre ed eccessivamente fuori luogo. A convincere alla grande tocca a Toni Collette, bravissima nonostante un minutaggio contenuto. Il resto del cast, per lo più composto da attori poco noti, non si fa apprezzare più di tanto a causa di una sceneggiatura troppo incline a far sparire con sorprendente velocità personaggi potenzialmente molto interessanti.
Purtroppo gli aspetti ideologici sono appena lambiti, del pensiero di estrema destra -oltre il palese odio razziale- resta davvero poco, giusto invece sottolineare come oltre l'arcinoto terrorismo di matrice islamica ne esistano anche di altri tipi, in questo caso strettamente legati al mondo occidentale.
Quello di Daniel Ragussis (al debutto, in precedenza due corti per lui) è un film tuttavia interessante, nonostante a tratti sembri un rapporto piuttosto didascalico del periodo di militanza tra oltranziste fila nemiche. La discreta qualità di "Imperium" si può misurare attraverso l'inevitabile confronto con altre pellicole sull'argomento (così su due piedi mi vengono in mente "Donnie Brasco", "Le Iene" o "The Departed...); il senso di pericolo, la sofferenza, l'alienazione, la fasulla esaltazione che accomuna tutti gli infiltrati, qui vengono restituite in maniera non sbagliata ma certamente un po' fiacca.