Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
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I film di Yorgos Lanthimos possono non piacere, ma personalmente apprezzo molto il suo stile freddo e distaccato. "The Klling of a Sacred Deer" non fa eccezione e già dai primi istanti si respira una bella tensione e mi ha coinvolto pressochè dall'inizio. Angosciante, psicologicamente pesante, metaforico, "The Killing of a Sacred Deer" è forse il film più commerciale di Lanthimos, anche se è molto lontano dagli standard hollywoodiani di pellicola mainstream. Il personaggio di Martin è il vero motore del film, in quanto non si capisce il reale influenzamento sulle azioni dei figli del dottore e non c'è nemmeno la sicurezza se Martin sia un personaggio umano o no. In questo, grande performance di Barry Keoghan, odioso quanto basta. Bravi anche Farrell e la Kidman. Ottima la colonna sonora, leggera e potente, molto incisiva.