Quella che doveva essere una manifestazione pacifica alla convention del partito democratico statunitense del 1968 si trasforma in una serie di scontri violenti con la polizia e la Guardia nazionale. Gli organizzatori delle proteste, tra cui Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden e Bobby Seale, vengono accusati di cospirazione e incitamento alla sommossa in uno dei processi più noti della storia americana.
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Un progetto rimasto nel cassetto per anni, passato di mano in mano a diversi registi e poi portato finalmente sullo schermo dal suo stesso sceneggiatore, che dirige dietro la supervisione di un certo Steven Spielberg. Sorkin, che è un guru della sceneggiatura ed un regista che va sgrezzato, si ricorda la lezione giudiziaria di "Codice d'onore", uno dei suoi primi successi, ed infonde al racconto un grande ritmo di dialoghi e situazioni, alternando l'azione in aula ai flashback della manifestazione incriminata. La storia è per noi occidentali poco conosciuta e ci appartiene poco anche a livello socio-culturale, visto che tratta della sporca guerra americana del Vietnam; nonostante ciò la pellicola riesce a fare presa nello spettatore e non arretra di un millimetro neanche quando le cronache delle giornate d'aula si susseguono le une simili alle altre. Il tutto anche grazie ad un cast corale di rara efficacia dove alla fine nessuna figura prevarica sull'altra ( ma la parte migliore spetta ad un bravissimo Baron Cohen ). Qualcuno lo potrebbe trovare un pò prolisso ma è invece cinema di grande livello, uno dei migliori della stagione.