il mio migliore amico regia di Patrice Leconte Francia 2006
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il mio migliore amico (2006)

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locandina del film IL MIO MIGLIORE AMICO

Titolo Originale: MON MEILLEUR AMI

RegiaPatrice Leconte

InterpretiPierre Aussedat, Daniel Auteuil, Dany Boon, Cyril Couton, Henri Garcin, Julie Gayet, Christian Gazio

Durata: h 1.34
NazionalitàFrancia 2006
Generecommedia
Al cinema nel Dicembre 2006

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Trama del film Il mio migliore amico

Un antiquario di successo, François, con l'agenda sempre piena di appuntamenti e di incontri, è preso alla sprovvista quando durante la cena per il suo compleanno, la sua socia glia fa notare che nonostante tutte le persone che incontra, in realtà non ha un amico. Così accetta la sfida di presentare alla socia, entro dieci giorni, il suo migliore amico, ed inizia una disperata ricerca per Parigi, sul taxi di Bruno di tutti gli ex compagni di scuola, conoscenti e papabili amici...

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Voto Visitatori:   6,59 / 10 (41 voti)6,59Grafico
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Voti e commenti su Il mio migliore amico, 41 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Enzo001  @  27/12/2007 12:42:03
   6½ / 10
"Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.
Ma se tu mi addomestichi, noi avremmo bisogno l'uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
Il piccolo principe - Antoine de Saint-Exupéry

Gradevole commedia francese con interessanti spunti di riflessione. Il film parte bene con un primo tempo strepitoso e divertente. Due uomini si incontrano: il primo, François, è un ricco e abile mercante d'arte, l'altro, Bruno, uno squattrinato, ma colto tassista, appassionato di quiz televisivi. François si rende conto di non avere amici, nonostante la sua agenda piena di appuntamenti. Per via di una scommessa con la socia in affari parte alla ricerca del vero amico, accompagnato e guidato dal simpatico tassista. Fra le varie disavventure tra i due nasce una solida amicizia. Nel secondo tempo, al contrario, la trama, prima originale ed interessante, diventa prevedibile e banale. Rallenta il ritmo e anche le scene divertenti, tuttavia, nonostante il deludente secondo tempo ed il finale piatto ed inutile, rimane un buon film, dove il tema dell'amicizia viene trattato in maniera adeguata. Bisognava probabilmente soffermarsi sul tema della difficoltà da parte di molti a legare con altre persone, ci si doveva soffermare ancora un po' sulla ricerca di François, curare di più il resto del film, e trovare un epilogo edeguato. Che cos'è dunque la vera amicizia? Quali caratteristiche deve avere un vero amico? Sono domande che probabilmente ognuno di noi si è posto almeno una volta nella vita e alle quali Patrice Leconte risponde in questo film. "Il vero amico è colui che è disposto a correre dei rischi", "l'amicizia vera non ha prezzo, nè interessi". Un film quindi da vedere interpretato ottimamente da Pierre Aussedat e Daniel Auteuil, con un bravo regista, anche se privo di idee nella seconda parte. Interessante riflessione su un tema universale, la classica commedia francese ironica e divertente, ma che avrebbe potuto rendere molto di più, un vero peccato.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/05/2008 15.16.53
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  04/09/2007 09:25:03
   6 / 10
Questa commedia francese firmata Patrice Leconte inizia bene, tanto da illudere lo spettatore di un seguito avvincente ed ironico, purtroppo però le aspettative vengono deluse ed il film prosegue sui piatti binari della prevedibilità.
Il tema della amicizia non è nuovo per il regista che aveva sicuramente centrato l'obiettivo ne "L'uomo del treno". Il tocco leggero e la buona interpretazione di Auteuil rendono godibile la visione sino alla fine.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/09/2007 10.34.04
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  08/01/2007 16:16:05
   6 / 10
Il film inizia bene promettendo cose divertenti e di buon interesse. Il tema del senso e delle difficoltà delle relazioni in cui viviamo è reale, sono problemi che si ritrovano probabilmente in ogni città Europea piccola o grossa che sia. Il benessere e la ricchezza possono inaridirci e renderci antipatici? E se ciò è vero è possibile rimediare? E cosa dà il ricco al "prossimo" sociale composto da poveri e bisognosi di rispetto?
Il film sviluppa bene il rapporto tra Francois che è ricco e il taxista che è di modeste condizioni, finalmente le parti sembrano invertirsi: il ricco antipatico cerca il povero simpatico per imparare ciò che a lui manca in comunicativa.
Il fatto è che Leconte non ha il coraggio di spingere sull'acceleratore e andare verso il nucleo del problema della solitudine di Francois cercandone delle ipotetiche cause. Una sorta di pudore borghese sembra allontanare Leconte dal centro delle questioni messe in campo, tra queste la principale sembra che riguardi la solitudine, il peso mascheratamente tragico della solitudine di Francois (una solitudine velata pietosamente da interessi artistici maniacali).
Leconte si avvia verso la seconda parte del film privo di idee rendendo la narrazione banale e prevedibile. Abbandona ogni ricerca analitica su ciò che di più profondo opprime la vita di Francois. Su ciò che lo rende antipatico e spesso antisociale. Peccato davvero sarebbe stato un film interessantissimo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/01/2007 09.45.51
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andreapau  @  12/12/2006 14:38:42
   7 / 10
un film che fà molto riflettere e anche commuovere.due solitudini si incontrano,una subita e rifuggita,alla continua ricerca di un anima gemella(uomo, donna ,cane, passante, oggetto),un'altra invece perseguita in maniera seriale nell'arco di tutta una vita.germoglia con così profonde radici,da diventare dna e non episodica e sporadica sofferenza.radici così profonde da diventare modo di essere,così forti da indurre un inganno negazionista della solitudine stessa.la definirei una autistica disumana solitudine.un rain man al contrario,dove chi sembra lo scemo del villaggio è in realtà a suo agio nella vita,ne accetta le sofferenze e le gioie,vi si approccia come un bimbo ma è in realtà un adulto gravato di un vissuto genitoriale e matrimoniale molto intenso,mentre chi, per mezzi espressivi,cultura e censo,intelligenza,acume e passioni radical chic,dovrebbe essere il "tutore" dell'uomo della pioggia,si rivela in realtà un adulto immaturo,così insofferente di qualunque affettività sovrastrutturale,da essere in effetti un mezzo uomo che vive una mezza vita nel totale disprezzo della vita stessa e nella assoluta inconsapevolezza e candore virginale.due anime così diverse non possono che creare un composto altamente esplosivo,se per egoismo utilitaristico dell'uno e sincero bisogno d'amore dell'altro,si ritrovano a fare un pezzo di strada insieme.e l'esplosione in effetti avverrà,preceduta da altre piu' piccole ma significative deflagrazioni che fanno tremare le fondamenta di una intera mezza-vita,che non vengono udite,ne viste grazie alle mani sulle orecchie e sugli occhi.un pezzo di vita,un cammino circolare per ritrovarsi infine al punto di partenza,diversi ma in qualche modo entrambi migliori,a riflettere sull'amicizia:uno la conosce,ne ha avuto gioie e dolori,ne ha perdonato e accettato i difetti,perchè quando ami,ami e basta.un'altro,forse ha appena iniziato a vivere una vita intera.unica nota stonata,una notevole forzatura del regista,nella caratterizzazione dei personaggi.comunque molto dolce

13 risposte al commento
Ultima risposta 21/12/2006 18.11.51
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