il giardino delle parole (2013)

Una "poesia" di 45 minuti con i suoni della natura e le poche parole dei due protagonisti. Stupendi suoni e disegni.

Si salva solo la qualità dei disegni, lo stile inconfondibile di Makoto Shinkai che ha mostrato anche in altri lavori di trovarsi molto bene a fare animazione in paesaggi piovosi, dove tutto diventa più rarefatto e colori e suoni sembrano più "magici".

Purtroppo al di fuori della tecnica non c'è altro, la trama è veramente semplice e poco accattivante, tanto da risultare troppo lunghi i seppur pochi 45 minuti di durata.

Personalmente l'ho apprezzato decisamente di più rispetto a "Your Name", rispetto a cui è forse un po' più semplice ma anche per questo a mio parere più interessante. Se già "Your Name" è indubbiamente bello a livello visivo, questo l'ho apprezzato ancora di più, e ancora di più ho apprezzato una maggiore spontaneità nella sceneggiatura: rispetto all'altro già citato film di Shinkai siamo di fronte ad un lungometraggio che osa decisamente di più, e mi è sembrato molto meno fanservice.

Un mediometraggio molto molto leggero, dove le parole e la trama passano in secondo piano rispetto alle immagini e alla musica. Per quanto si veda molto la computer graphic, penso che renda un buon servizio al film, sia nei colori che nelle animazioni. Forse avrebbe potuto dire qualcosa in più ma a modo suo funziona anche così.

Niente di paragonabile a Your Name, sempre dello stesso autore, questo film/cortometraggio sorprende comunque per il disegno, i colori e la musica, MA, ed è un grosso MA, una trama banale e piuttosto sempliciotta rendono il film MOLTO peggiore di quello che mi aspettassi

Dispiace sinceramente. Ma non si può andare oltre. O, almeno, io non riesco.
Salvo solamente i bellissimi disegni, il resto è tutto da buttare: dalla storia noiosissima a delle musiche inappropriate. Un mediometraggio da dimenticare completamente, banalissimo.
Peccato perchè le aspettative erano alte.

Disegni splendidi, storia scialba e noiosetta: difetto imperdonabile per un mediometraggio di 45 minuti che sembrano non passare mai.

Primo lavoro di Shinkai che visiono e sinceramente sono perplesso. La ricercatezza, soprattutto visiva del regista è indubbia, ma mi è parsa fine a se stessa in certe parti. Nella prima metà del mediometraggio si può dire che il protagonista è la città stessa, con i suoi scorci naturali e una musica delicata ma alta e coprente. Takao, con un sogno classicamente atipico dal resto della massa e soprattutto Yukino con la sua fragile misteriosità, sono due figure per buona parte del tempo sullo sfondo, come a vivere un racconto altrui o un prodotto più compresso di questo, che vede occupare i suoi 45 minuti in modo non proprio necessario ne ideale. Benché il contesto non sia per nulla complicato, solo nella seconda metà avremo modo di comprendere qualcosa sulla donna e senza che si approfondiscano adeguatamente ne la modalità ne le persone vicine ai due. Non ho compreso nemmeno se vi sia un qualche significato nella identica distanza anagrafica tra il partner materno e i due giovani. Vi sono, mi spiace dirlo, anche scelte un pò infelici tra gesti e conclusione.

SPOILER Francamente oltre ad essere fuori personaggio con Takao, pacifico e molto maturo per i sui 15 anni, ha fatto risaltare un altro personaggio come quello per cui fare il tifo e questo è un grosso autogol a mio avviso. Aggiungerei che la scena sulle scale, e poco antecedente ad essa, per quanto esse siano valide per far risaltare l'età comunque giovane del ragazzo, sono quasi inutili al fine della comunque invariata ma saggia conclusione. Inevitabile del resto, visto gli elementi spinosi che per quanto mascherati dallo stile di disegno, sono ammessi e non ignorabili. Per concludere, simbolismo o meno, lasciare (ipoteticamente) un certo oggetto in un certo posto è solo forzato.
Shinkai ha voluto fare qualcosa di bello, senza dubbio, ma ha calcato la mano nel far parlare le immagini e basta, tutto appare un pò distante dall'inizio alla fine, da interpretare, e questo va bene per un corto di 15 minuti, non 45, In questo modo sembrano esserci buchi.

Mediometraggio maturo , poetico,sentimentale . Trama semplice ma d'impatto , animazione molto buona , c'è di meglio ma consigliato .

Non mi ha convinto del tutto, anche per la cgi, troppo marcata a parer mio, ma è più che guardabile.
A distanza di tempo, non me lo ricordo quasi, la trama è in effetti inconstistente. Rimane però qualche suggestione, qualche immagine, quel giardino sotto la pioggia, quella malinconia diffusa..

Amore e poesia.
Un amore impossibile, due vite a confronto, trovarsi per poi perdersi e forse ritrovarsi ancora.
In poco meno di 46 minuti Shinkai ci fa vivere emozioni, forse dal sapore classico, ma molto ben definite e colorate.
Mezzo voto in più per la grafica, molto ben fatta.

Molto carino. Shinkai ha uno stile molto riconoscibile e riesce a fare piccole grandi magie nell'unire sonoro e visivo.

Buon mediometraggio d'animazione diretto da Makoto Shinkai nel 2013.
La trama non racconta nulla di straordinario o di particolarmente originale ma è sviluppata in modo interessante e quasi "poetico".
Dal punto di vista estetico secondo me è semplicemente meraviglioso,quasi perfetto, come d'altra parte,quasi tutti i film d' animazione giapponesi che ho visto.
Buona anche la colonna sonora.
Un opera veramente affascinante,merita una visione.

Sono la prima a votarlo, che bello!!!!!!!!
Classico anime giapponese con disegni e colori stupendi, e una storia molto carina, ma che è molto scarna di contenuti. Racconta la conoscenza di una donna di 27 anni con un ragazzino di 15 anni,

SPOILER

Dura poco (non arriva ad 1 ora), quindi è un mediometraggio. Consigliato più che altro a chi adora l'animazione giapponese e non se ne vuole perdere neppure uno (un po' come me), ma per gli altri non lo consiglio perché la storia è molto sempliciotta. Diciamo che mi ha ricordato il film "5 cm al secondo" (dello stesso regista) ma questo l'ho apprezzato un pochino di più.