il figlio piu' piccolo regia di Pupi Avati Italia 2010
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il figlio piu' piccolo (2010)

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locandina del film IL FIGLIO PIU' PICCOLO

Titolo Originale: IL FIGLIO PIU' PICCOLO

RegiaPupi Avati

InterpretiChristian De Sica, Luca Zingaretti, Laura Morante, Gisella Marengo, Nicola Nocella

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 2010
Generecommedia
Al cinema nel Febbraio 2010

•  Altri film di Pupi Avati

Trama del film Il figlio piu' piccolo

Un uomo amorale per salvarsi dal fallimento, cade negli artigli di un commercialista e finisce per ingannare sua moglie e suo figlio.

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Voto Visitatori:   5,63 / 10 (40 voti)5,63Grafico
Voto Recensore:   5,00 / 10  5,00
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Voti e commenti su Il figlio piu' piccolo, 40 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

cryptos  @  25/10/2010 19:20:45
   1 / 10
Questo film lascia lievitare una grande cacata!

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/10/2010 19.21.45
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  01/03/2010 10:36:35
   6 / 10
Per favore, qualcuno spieghi a Pupi Avati che lui è bravo, ma non c'è bisogno di girare un film ogni due settimane; sarebbe meglio dedicare un po' più di tempo alla stesura di ogni sceneggiatura per evitare pastrocchi come questo.
per tutto il primo tempo "il figlio più piccolo" è un buon film. Non un capolavoro, ma una buona commedia, ben diretta e ben interpretata, ricca di personaggi interessanti. Poi, dopo l'intervallo, la sceneggiatura se ne va a ********, per utilizzare un termine dal sapore oxfordiano che rende bene l'idea.
Ogni scena sembra assolutamente casuale, le sottotrame vengono abbandonate, gli sviluppi lasciati al caso ed i personaggi perdono la forza delle caratterizzazioni: insomma, un gran casino.
E dispiace, perché il soggetto era interessante e Christian De Sica avrebbe meritato ben altra sorte: era lui il più atteso del cast, ed offre una signora prova, al pari del ragazzo che interpreta suo figlio, bravissimo. Zingaretti ormai è una garanzia e la Morante è insopportabile come al solito.
Ah, nel cast c'è pure Chicco dei ragazzi della 3^ C...

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/03/2010 20.26.11
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Scapigliata  @  27/02/2010 19:14:16
   2 / 10
Aspettare più di trent’anni per ricalarsi in un ruolo diverso dal solito comico demenziale (prima e ultima volta in compagni di scuola?), tutti ad attendere la dimostrazione di quanto valesse al di là dei Vanzina, di come si fosse sprecato per guadagnare facile, e poi a occhi chiusi, dall’alto della sua posizione, prende parte al film più brutto che ultimamente, ma anche andando indietro faccio fatica, la mia mente ricordi di aver visto?
Magari solo perché porta la firma di Pupi Avati?

Ma neanche un attore emergente, con un minimo di dignità da difendere avrebbe accettato di partecipare a questo schifo. Invece De Sica (unica ragione per cui ho visto il figlio più piccolo, e la cui prova seppur valida si annulla totalmente) non è difendibile solo per aver fondato un mestiere sui film di natale (le sue belle commedie, un tempo snobbate oggi rivalutate, son finite almeno negli anni 90), ma è imperdonabile per il modo in cui ha gestito uccidendo sul nascere un potenziale talento.
Cosa ci rimarrà di lui? Niente. Cristiano Gardini si perde in centinaia di ciofeche.
Non merita di portare il cognome che porta. Non ha un briciolo di stima per il cinema e per la sua professione. E’ un mercenario che ora vuol regalarci a ogni costo pure il figlio Brando. Dopo l’ultimo comportamento non ci sono scusanti e non esistono più i “sé” e i “ma”.

Veniamo al film, che stando a controllare qualche biografia di chi c’ha lavorato e al tanfo di raccomandazioni percepito, sembra prodotto dal centro sperimentale di Roma.
Non si salva praticamente un solo dettaglio, a partire dalla locandina.
Dopo questa visione appare ormai evidente come “Il papà di Giovanna” (discreto) l’abbia girato un altro e Pupi Avati di tanto in tanto esca dall’ospizio pretendendo di giocare al regista. Glielo consentono. Realizzato in quanto, 2 settimane? Tralasciando la qualità, a cui qualunque fiction pure di reti locali è superiore: grandangoli sbagliati e inquadrature ai margini involontariamente distorte, location di una povertà che neanche il più misero cinema indipendente, regia assente e telecamera che ogni tanto si limita a seguire l’attore, Bologna filmata coi lavori in corso. Si arriva a una storia. Quale? Non si sa, perché non la si sa raccontare. Ci si addentra per più di metà film in strategie aziendali e meccanismi di cui non si ha conoscenza, si parla di un ambiente in maniera talmente distante da far apparire fin da subito tutto una farsa. I dialoghi vengono spacciati per intrighi a cui lo spettatore dovrebbe interessarsi, ma in realtà non si capisce niente perché non hanno contenuto. Si seminano qua e là probabili critiche al sistema, ai media? No, perché quei pochi accenni, imbarazzanti, rimangono in superficie. E allora a cosa servono? Mah.
Le psicologie dei personaggi non vengono approfondite,ma appena delineate. Sono fuori dalla normalità (un ragazzo eccessivamente emotivo, sensibile anche allo sbocciare di un fiore che pero’ adora gli snuff movie), ma su queste si pretenderebbe di tessere un’appassionante storia famigliare fatta di lacrime erogate con lo spruzzatore. Davvero, una soap è più curata. Inoltre: avvenimenti che si risolvono come se mai fossero avvenuti, reazioni inspiegabili, personaggi che scompaiono nel nulla, situazioni forzate e inverosimili.
E la parabola finale del ricco senza scrupoli cozza terribilmente con le intenzioni mostrate fin dall’inizio, poiché i rischi che correva erano già stati previsti e psicologicamente assimilati, per cui si sfocia nel non-sense.

Un disastro totale.

Consiglio poi alla Morante di seguire Pupi al prossimo ricovero, poichè le sue prove attoriali confinate in crisi depressive e urla isteriche, la faranno crollare sul serio. C'ha stremato.

5 risposte al commento
Ultima risposta 14/01/2018 11.19.51
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Invia una mail all'autore del commento Totius  @  22/02/2010 00:05:52
   5 / 10
Mah... regia sommaria, sceneggiatura sempliciotta, anzi con elementi irrisolti. Recitazione direi buona un pò da parte di tutti. Ma nulla di più.
Un vero peccato perchè il grnde regista Pupi Avati al suo 40mo film poteva davvero fare di meglio, considerando anche il fatto che l'idea di fondo era molto buona.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/02/2010 14.17.21
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Invia una mail all'autore del commento Larry King  @  21/02/2010 23:01:10
   7½ / 10
Correva un grosso rischio Avati presentandoci questo ritratto dell'Italia odierna: incappare nella retorica o nel qualunquismo. Esce da entrambe queste possibili trappole, fornendo una sorprendente chiave di lettura metacinematografica.
L'intera vicenda di corruzione, ricatti, truffe, scambi di favore, aspiranti attrici e chi più ne ha più ne metta, si sposta nel momento culmine del film verso la vicenda di un ingenuo studente del Dams, che anzichè temere l'arrivo della Guardia di Finanza, si illude per un attimo di realizzare il sogno della sua vita: dirigere un film, che "essendo il suo primo film deve essere per forza un capolavoro". Avati ci regala allora la misera parabola discendente di un Ed Wood indigeno (non a caso Ed Wood in quanto vuole raccontare la storia di due travestiti- Glend or Glenda), parallela alla storia della madre, della quale ripercorre l'iperbole artistica, se cosi vogliamo dire. Magistrale il momento in cui Nocella gira fra le campagne laziali, dove cerca di ricreare il suo Texas, un po come facevano i pionieri nostrani dei nostri spaghetti western di serie Z negli anni Sessanta.
Detto questo il film non ci nasconde ovviamente i suoi difetti, con qualche buco di sceneggiatura ed una Morante francamente sopra le righe e gigionesca nel suo abituale ruolo di nevrotica depressa, ma con un demerito forse più evidente: Avati non è riuscito pienamente con De Sica a ripetere l'operazione fatta con Abatantuono ai tempi di "Regalo di Natale". De Sica è si molto trattenuto, la sua non è monoespressività, in quanto il suo personaggio impone un'unica sfaccettatura, ma è veramente convincente solo nel finale sul balcone. Zingaretti è ottimo, specie nel contrapporre al machismo di Montalbano, il personaggio al quale non possiamo ahimè fare a meno di associarlo, la sottile ambiguità del suo personaggio. Molto bravo il giovane Nicola Nocella, al quale non si può non auspicare una carriera fortunata.
Detto questo, non posso far altro che consigliarlo, anche per contrappormi alla maggior parte dei giudizi sin qui letti, che forse sono eccessivamente severi.

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Ultima risposta 22/02/2010 14.15.31
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Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  21/02/2010 11:31:19
   7 / 10
Sicuramente una pellicola che non si ricorderà nel tempo,ma a mio giudizio molto toccante.La Morante isterica più che mai.Devo dire che mi è piaciuto.

1 risposta al commento
Ultima risposta 21/02/2010 12.38.26
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rino1234  @  20/02/2010 13:00:35
   6 / 10
ottima prova d'esordio per il giovane Nocella; buona la regia, Morante e Zingaretti, ma De Sica è meglio che continui con i suoi cine-panettoni.

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Ultima risposta 20/02/2010 19.17.07
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