1932. L'avvocato Atticus Finch vive tranquillamente a Maycomb, in Alabama, coi suoi figli Scout e Jem. Questi sospendono talvolta i loro giochi per tentare di avvicinarsi a quella che chiamano "la casa degli spettri", dove sanno che è rinchiuso Boo Radley, un malato di mente, che essi non hanno mai visto.
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VINCITORE DI 3 PREMI OSCAR: Miglior attore protagonista (Gregory Peck), Migliore sceneggiatura non originale, Migliore scenografia
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior attore straniero (Gregory Peck)
VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film promotore di amicizia internazionale, Miglior attore in un film drammatico (Gregory Peck), Miglior colonna sonora (Elmer Bernstein)
Ci sono film che ci cambiano la vita. A me è successo con "To kill a mockingbird", capolavoro di Robert Mulligan che per il sottoscritto continua a rappresentare un baluardo di eticità morale e cinematografica. Tratto dall'unico e solo romanzo di Harper Lee, è un ineguagliabile racconto di formazione e accettazione del diverso, sia esso per razza, ceto o deabilitazioni fisiche-mentali, a metà strada fra dramma interraziale e thriller giudiziario. Il tutto è filtrato dagli occhi di due innocenti ragazzini che, grazie al miglior padre del mondo, l'avvocato progressista Atticus Finch, sapranno affrontare i mali del mondo con un altra ottica. Non una sbavatura retorica, mai il minimo accenno ricattatorio, solamente cinema di straordinario livello artistico e contenutistico che a distanza di anni non cessa ancora di regalare emozioni. Mulligan riuscì a conciliare con straordinaria sensibilità registica le paure preadolescenziali con quelle più paranoiche del mondo degli adulti ottenedo in modo memorabile quell'asciuttezza di sentimenti che permeava l'accorato testo letterario della Lee. Cast magistrale, all'intensissima interpretazione di Gregory Peck, che col suo Atticus si aggiudicò un sacrosanto Oscar, si aggiungono quelle indimenticabili dei piccoli Philip Alford e Mary Badham (figlia del regista John) e quella di un giovane Robert Duvall al suo esordio nel ruolo del 'mostro' Boo. Una delle esperienze cinematografiche più toccanti, rivoluzionarie e sconvolgenti della mia vita. Ci vorrebbero ancora uomini come Atticus Finch. E tutti dovrebbero vedere il buio oltre la siepe...